Monique è una food blogger francese, che qualche anno prima ha abbandonato assieme al marito Pierre la caotica città di Marsiglia per trasferirsi nel piccolo paesino di Théoule sur Mer, in Costa Azzurra.
Acquistano una villa vicino al mare, appartenente a un uomo che abitava da solo, un certo Bernard. Dopo la sua dipartita gli eredi hanno immediatamente messo in vendita la casa e la dépendance nella quale il vecchio proprietario conservava in una cassapanca quadri e libri.
Quando la coppia si insedia nella villa, Monique mettendo ordine nella cassapanca ritrova un diario nel quale Bernard racconta le sue inquietanti premonizioni, tra le quali quella della prematura scomparsa della moglie Claudine.
Per Monique è l’inizio di un incubo, inizia a essere tormentata da strane visioni notturne che spesso, come per Bernard, annunciano qualcosa che sarebbe dovuta succedere a parenti o amici. I protagonisti di queste visioni sono esseri sconosciuti, forse creature aliene, forse angeli o creatura di luce, che le rivelano che l’umanità con il suo comportamento autodistruttivo abbia portato il mondo e sé stessa vicino all’estinzione.
Pierre, che svolge il ruolo narrativo di “principio di realtà” non crede alle visioni della donna e ritiene dovrebbe farsi vedere da uno psichiatra. La routine della loro tranquilla vita di coppia è ormai sconvolta.
La donna invece, pur tormentata dagli incubi e dall’insonnia, è convinta che queste creature misteriose le stiano indicando una via per la salvezza.
Solo allucinazioni o verità che l’uomo non vuole vedere?
Volevo solo andare in bicicletta è un romanzo che affronta il tema dell’origine dell’umanità e della sua pulsione autodistruttiva, con atmosfere tipiche della science fiction distopica.
Tutta la prima parte del libro è costruita sull’attesa di una rivelazione sulle visioni di Monique che il lettore avrò quando la lettura è già avanzata, mostrando di gestire benissimo il livello della tensione narrativa. Il tema non è originalissimo e in alcuni passaggi il romanzo risulta eccessivamente didascalico, ma nel complesso si tratta di una lettura stimolante anche per chi non è strettamente appassionato di science fiction o fantasy, con un interessante contrasto tra i due personaggi di Pierre, che appunto è saldamente ancorato alla realtà, e Monique, ormai prigioniera di un mondo forse onirico forse reale.
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