La storia di Asia e del suo viaggio in India, alla ricerca di un'identità perduta e della conoscenza di un modo tanto lontano che si svelerà ai suoi occhi cambiandola per sempre. Un romanzo per chi, come suggerisce il titolo, si sente smarrito, e il più delle volte, proprio dentro se stesso. "Ho chiesto rifugio al mondo" racconta la richiesta di un atto di coraggio "sentimentale", quello volto all'abbandono del porto sicuro di casa al fine di comprendere cosa si cela oltre l’orizzonte. E oltre l’orizzonte ci sono gli "altri" e le loro storie, lontane ma sempre e comunque interconnesse; c’è il diverso e ancor più l’uguale. Oltre l'orizzonte si scopre la realtà delle cose, quella fatta di contrasti nei quali bisogna mantenere la capacità di trovare quanto ancora di bello resta nel marcio, cogliendo con coraggio la sfida di risvegliare un’umanità ormai morta negli esseri umani.
Ho chiesto rifugio al mondo è il romanzo d’esordio di Anna Faiola, autrice che ho imparato ad apprezzare leggendo il suo secondo lavoro, Arriverà anche domani, storia del viaggio reale e simbolico di tre personaggi stravaganti e irregolari caratterizzato dai toni piacevolmente surreali con i quali tratta temi sociali di grande rilevanza.
Ho chiesto rifugio al mondo è la storia di Asia, una ragazza che a soli 25 anni è diventata funzionario amministrativo della Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale di Salerno. Un lavoro sicuro e stabile, scelto per lasciare il paesino del sud dove non riusciva a vivere con serenità la propria omosessualità e su pressione dei genitori, non adatto a questa ragazza dalla sensibilità speciale, che sogna di lavorare come fotografa e non riesce a trattare le persone con freddezza burocratica. Sul lavoro stringe anche delle importanti amicizie con Angelo, ispettore di polizia, Roberto, interprete e Ilenia, psicologa. Una sorta di triangolo di amori non corrisposti, visto che Angelo è attratto da Asia, e lei da Ilenia, senza la possibilità per nessuno di andare oltre l’amicizia. Inoltre, il ruolo dirigenziale di Asia non è ben accetto da colleghi più anziani carichi di pregiudizi sui giovani.
Asia decide così di prendere un periodo di aspettativa e partire con una Ong per l’India. Vuole conoscere da vicino la vita dei migranti abituata a giudicare dall’altra parte della scrivania, e nello stesso tempo affinare le sue capacità nella fotografia.
Un viaggio sentimentale ed iniziatico, in un paese affascinante, carico di spiritualità e mistero, e nello stesso tempo difficilissimo per Asia, dove l’omosessualità è di fatto interdetta e considerata un reato, un paese dai mille contrasti e caratterizzato da incertezza del diritto e corruzione.
In India, nella Ong dove lavora, Asia conosce Kajri, la ragazza che cambierà la sua vita. Kajri come Asia è sempre stata attratta dalle ragazze, ma ha dovuto fare i conti con un paese che la ha discriminata due volte: sia per il suo orientamento sessuale che come donna, e per un lungo periodo, fino all’incontro con Farah, si è sforzata di fingersi eterosessuale. Kajri ha inizialmente qualche difficoltà a lasciarsi andare con Asia, ma il loro amore è più forte degli ostacoli. La descrizione dei primi baci, dei primi approcci all’Holi Fest e del loro primo incontro erotico è reso dall’autrice con grandissima delicatezza, realismo, sensibilità e poesia. “Il suo corpo era l’India, era colline, deserto, mari, monti, fiumi, costellazioni”. Sulla loro felicità incombe tuttavia un’accusa ingiusta che le porterà alla carcerazione e a subire sofferenze descritte in maniera efficace e straziante, aiutate solo da Cholan, un ragazzo che lavora nel carcere per caso e che cerca di aiutarle a trovare una via d’uscita.
Ho chiesto rifugio al mondo è un “romanzo di formazione” che si intreccia in maniera indissolubile con altri generi, il romance, il sociale, la letteratura di viaggio in una combinazione perfetta.
Come in Arriverà anche domani l’autrice affronta temi di grande rilevanza sociale senza mai essere didascalica, come la realtà dell’immigrazione viziata da opposti pregiudizi e raccontata da “dentro” e le tematiche Lgbt, in particolare la discriminazione congiunta che subiscono le donne omosessuali in molti paesi extraeuropei come l’India in questo caso.
La scrittura di Anna Faiola è caratterizzata da una grandissima sensibilità e profondità. Alcune scene che descrivono la permanenza in carcere sono così ben descritte che i lettori quasi sentono fisicamente le sofferenze patite da Kairj e Asia, così come la loro emozione nel primo incontro d’amore.
La fuga verso l’Italia di Asia resta l’unica possibilità per le protagoniste di vivere liberamente il loro amore. Un percorso difficile, che ci porta anche qua dentro alla realtà dei migranti costretti a lasciare i loro paesi d’origine. Riusciranno a realizzare i loro sogni di amore e libertà?
Come Arriverà anche domani dallo stile più leggero e surreale, Ho chiesto rifugio al mondo è una lettura di alta qualità caratterizzata da una scrittura sorprendentemente matura per un’autrice esordiente.
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