Aotheria, un continente un tempo pacifico e ordinato, oggi sull'orlo del collasso.
Un territorio inesplorato per Shyn, che nel giorno del suo ventesimo compleanno, stufo di una falsa verità, scopre il suo passato andato perduto.
Una scelta difficile da accettare lo porterà ad esplorare nuove frontiere, per lui considerate inaccessibili. Nuovi e vecchi compagni si uniranno al suo viaggio, facendogli scoprire il resto del mondo, molto più complesso di quello che poteva immaginare.
Potrà fidarsi o lo tradiranno alla prima occasione? Il duro addestramento sarà sufficiente per affrontare i pericoli a cui andrà incontro? Riuscirà a compiere il suo destino?
Queste e molte altre domande tormenteranno le sfide che si presenteranno sul suo cammino.
Inizio la recensione di Aotheria: Il destino di Shyn di Flavio Rosa, raccontandovi in parte qualcosa che riguarda il mondo fantastico e le sue caratteristiche. La passione per il fantasy mi spinge ad amare sempre più questo genere, e, a mio parere, il lavoro di Flavio Rosa è più che ben scritto. Non è stato difficile scrivere la recensione di questo fantasy, perché mi sono tuffata completamente in quelle che sono gli aspetti più caratteristici che un fantasy possa esprimere. Innanzitutto, l’originalità della storia, accompagnata da una buona descrizione dei personaggi nonché iPov e la Location dov’è ambientata la vicenda, affascinante e suggestiva.
Shyn è un elfo di circa venti anni, cresciuto nella foresta di Kikorangi, insieme al suo maestro Abel, e a Gipsi, uno scoiattolo, con il quale Shyn ha un legame prima mentale molto forte e intenso, poi a quello di una amicizia solidale tanto che i due non possono mai fare a meno l’uno dell’altro.
La storia è ambientata su Aotheria, un continente un tempo pacifico e regolato da leggi, ma dove ora regna il caos. Per Shyn, Aotheria è un mondo utopistico, molto diverso da quello che si aspetta di trovare. Ciò che rimane impresso nella mente del lettore, sono i suoi bellissimi paesaggi impressionanti, descritti magistralmente dall’autore e che cambiano ampliandosi di colori, suoni, odori e musicalità, a mano a mano che la storia procede. Importante questa poliedricità di sensi, poiché ogni storia ha bisogno di essere vissuta dal lettore coinvolgendo i cinque sensi. Per Shyn, Aotheria è un luogo ancora tutto da scoprire, come il suo passato, che proprio il giorno del suo ventesimo compleanno è andato perduto. Non ricorda più di avere.
È il suo maestro Abel che lo aiuta a rammentare le sue origini, fino alla morte di sua madre uccisa dagli Alux, un popolo nemico degli elfi. Ma quando meno se lo aspetta, Shyn conoscerà proprio un Alux di nome Kardax, che diventerà suo alleato. Insieme, sentendosi più forti, - si sa, l’unione fa la forza -, intraprendono l’esplorazione di nuovi confini, nuovi territori in uno dei quali fanno la conoscenza di Ashrym, un essere umano donna con le doti di veggente. Tuttavia, Shyn non sa se fidarsi del tutto dei suoi nuovi amici; ma il suo timore più grande è quello che lo possano tradire e soprattutto lasciarlo in balia nell’affrontare le insidie che il destino ha in serbo per lui.
Le location hanno un non so che di irreale, tanto che riescono a trascinare il lettore nei meandri di luoghi senza fine e talmente fantastici, da credere perfino che in quel momento tu ne sia proiettato al loro interno. Mi riferisco ai luoghi descritti nella mappa, come Kayuk: Montagna situata in territorio Alux a nord di Aotheria, che dà il nome all’omonima catena montuosa, e dove all’interno di essa si trova il Tempio del peccato. O Nostrix: Palude situata all’interno della regione di Aglos a sud ovest di Aotheria, luogo in cui si trova il Tempio della Morte. È come se il lettore vivesse dei déjà-vu dove la realtà si mescola alla fantasia, come se la mente del lettore viaggiasse attraverso dimensioni parallele e venisse catapultata improvvisamente, - per spiegarmi meglio - dalla Terra agli abissi marini, dalle cime delle più alte montagne, in foreste lussureggianti mai esplorate da essere umano. Per poi sentirsi volteggiare in alto nel più azzurro di un cielo terso, che come un manto azzurro avvolge e protegge tutto.
Beh, che altro aggiungere? Non vi resta che leggerlo.
Ora veniamo a noi, controlliamo insieme quali siano i punti di forza e quelli deboli di questo fantasy.
Per essere amante del fantasy, la prima cosa che devo dire, è che la storia di Shyn mi è piaciuta, anche se la parte iniziale fa fatica a decollare, per le descrizioni nei primi capitoli, che se fossero stati sfoltiti un po’, il risultato sarebbe stato ben diverso, ma non per questo non ho apprezzato il seguito e le sue rappresentazioni scenografiche ben descritte, nonché la fluidità del prosieguo del testo, che in questo caso, si divora grazie al registro linguistico colloquiale dell’autore.
E in questo, l’autore è stato abile a scegliere quello adatto, utilizzato di solito per comunicare al meglio ciò che i personaggi provano, ciò che i loro animi sentono a livello emotivo. Questa scelta narrativa dell’autore è un insieme di espressività comunicative sintattiche, morfologiche e lessicale più che consone al genere fantasy e che consiglierei a chi vuole iniziare a scrivere una storia di questo genere.
Un appunto su alcune ripetizioni, che consiglierei all’autore di rivedere...
(Es: in questo passaggio molto spesso abbiamo la parola “tenda” infatti si trovava dentro una tenda. Si accorse di essere sospeso da terra e di avere i polsi legati sopra la testa, attorno alla trave di colmo della tenda. Innanzitutto si rimise in piedi, la tenda non era molto alta. La tenda era piuttosto spoglia. Voltandosi vide che non era solo, affianco a lui dall’altro lato della tenda c’era Kardax, ecc, e si continua anche dopo...).
Passiamo ora ai personaggi: ben delineati a livello psicofisico e le cui azioni rivelano veramente i loro stati d’animo e come la pensano.
Ben descritto il legame che lega Shyn a Gipsi.
Bene anche l’intreccio delle vicende nell’arco dello svolgimento della storia. Buona l’idea del glossario a fine pagina che spiega al lettore i nomi dei luoghi rappresentati, dei personaggi, degli incantesimi, delle creature fantastiche, ecc.
Cum hoc spiritu, lo consiglio, non solo agli amanti del genere, ma anche a chi vuole passare alcune ore nel mondo della fantasia senza spostarsi dalla poltrona.
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