«Io sono insignificante, invece tu...» Ermes piangeva, qui poteva esprimere i suoi sentimenti cosa che dinanzi ad un cliente o Adder non avrebbe potuto fare. Solo una volta era successo con la vipera, ma era stata un'eccezione, «Milo, sei così speciale!» Osservò gli occhi color cielo che si commuovevano nel vederlo così vulnerabile. Piangeva nel vedere Ermes così indifeso che esponeva il suo cuore fragile.
«Blanc.»
«No! Ti prego non chiamarmi così. Sono stanco di sentire questo nome, stanco di essere la bambola bianca di Adder. Desidero essere libero perché ormai ho pagato il mio debito. Eppure so che lui non mi lascerà mai andare via.»
L'uccellino in gabbia si era spezzato le ali consapevole che non sarebbe mai più riuscito a volare nel cielo azzurro che osservava attraverso le sbarre della sua gabbia dorata. Consapevole che la prigione in cui era rinchiuso l'avrebbe schiacciato prima o poi.
Lui era un frutto proibito di un albero maligno che come un cancro si estendeva nelle profondità di Amsterdam; eppure, come Eva nel giardino dell'Eden, io cedetti a lui. Il ragazzo dagli occhi color polvere di stelle era divino per me tanto che a volte immaginavo che fosse solo un'illusione della mia mente deviata, ma lui era così reale come lo sono io.
Estratto 5 :
«E poi mentre ero sulla soglia dell'hotel mi scontrai con una persona che indossava una pelliccia candida e i capelli color della luna. Anche se era un taglio corto, credevo fosse una donna con quei tacchi a spillo alti, ma poi si girò e così vidi per la prima volta il ragazzo dagli occhi color polvere di stelle: in quella città così variopinta lui sembrava un fantasma.»
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