Le prime ore della sera. Una stanza. Un letto sul quale è distesa una donna che, per anni, giorno dopo giorno, è scivolata nell’oblio dell’Alzheimer. Una poltrona dove siede la figlia, conscia che quella sarà la notte che libererà la madre dalla prigionia del corpo. La protagonista si mette a nudo senza timore del giudizio o della critica, in un flusso di parole che compongono un soliloquio. È un grido silenzioso che esplode senza remore, come una necessità di confermare la propria esistenza, là dove la malattia ne cancella ogni traccia. Prima che sia troppo tardi, tutto deve essere rivelato, detto, ricordato. Racconto di vita confermato da fotografie ingiallite che la figlia metterà nelle mani della madre, perché le porti con sé in quel viaggio estremo. Daniela Poggi si svela nella malinconia della maternità mancata, nel senso di abbandono provato in collegio, nella ricerca della felicità, sempre in fuga da se stessa e dagli altri, attraverso viaggi, vissuti in gioventù, a volte al limite dell’incoscienza. E di fronte all’asprezza del morbo della madre, della morte prematura del padre e della perdita dei figli, l’autrice mantiene una profonda consapevolezza delle scelte compiute come emblema del suo innato spirito libero. Piccoli incastri narrativi, ironici e lievi, compongono il puzzle di questo romanzo, che si conclude in una delicata scena di intima quotidianità. Di quella notte resteranno due madri e due figlie.
“Ricordami” è un tracciato di vita dell'autrice che si racconta alla madre malata di Alzheimer.
“ Non sapevo che molto presto tu non saresti più stata tu. Mentre io mi sarei ritrovata, anni dopo, a scrivere di noi.”
L'Alzheimer è una malattia devastante in tutti sensi e per Daniela non è per niente facile vedere la madre perdersi in quell'oblio doloroso e delirante.
E' come un diario aperto alla madre, un modo per parlare con lei di tutte quelle cose che non ha mai avuto il coraggio di dirle nel corso della sua vita, persino di alcune parti riguardanti la sua adolescenza. E' un modo, il suo, come per non farle dimenticare chi sono entrambe.
“ I ricordi sono il mio ossigeno. Respira con me, mami, resta con me nel racconto, ti porto in terre lontane a te sconosciute.”
Il rapporto tra madre e figlia, si sa, non è mai stato facile e non è la stato nemmeno per Daniela.
Ritrovarsi da figlia a fare da madre alla propria è complesso: parole piene di sentimento e di empatia di una donna dalla maternità mancata che si ritrova ad affrontare la malattia della donna che le ha dato la vita.
Un libro decisamente che tocca l'anima di chi legge: chi non si è immedesimato nel rapporto tra l'autrice e la madre?
Una scrittura fluida che ha reso lieve la lettura, nonostante il tema trattato che non è per niente leggero e facile da gestire, considerando il fatto che non si tratta di una storia inventata di sana pianta, ma di una parte intima e personale di due persone, anzi di una famiglia.
Lettura consigliatissima.
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