Conoscete la leggenda del filo rosso del destino? È un’antica tradizione orientale secondo la quale una persona sia legata a un’altra fin dalla nascita attraverso un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. La persona che si trova dall’altra parte del filo è la sua anima gemella. Poetico, no? Io però non ci ho mai creduto per davvero. Voglio dire, trovo difficile pensare che ogni mia azione sia già stata scritta in precedenza e che io possa solo percorrere il precorso che mi è già stato tracciato davanti. Dov’è la libera scelta? Il mio libero arbitrio? Eppure, devo ammettere che dopo certi eventi che ho vissuto in prima persona, sulla mia pelle, ho dovuto cambiare idea. Perlomeno sul filo rosso del destino, che per me è rappresentato dal ciondolo a forma di sole che porto sempre al collo. Me lo ha regalato mia nonna prima di morire. L’ultima volta che sono andata a trovarla in ospedale con papà e mamma mi ha regalato la sua collana, dicendo che mi avrebbe condotta alla mia metà, alla luna della mia vita, proprio come era accaduto con lei e il nonno. Non ho mai compreso le sue parole fino in fondo, ma non mi sono mai separata da quel dono. Ogni volta che lo sfioravo sentivo la sua presenza accanto a me, a infondermi coraggio e fiducia. E la sua guida mi ha condotta proprio dove lei aveva previsto, sulla strada del cuore, in maniera del tutto inaspettata e attraverso una serie di ostacoli non da poco. Raggiungere il traguardo, però, è valso ogni sforzo. Come mai, mi chiedete voi? Leggete la mia storia.
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