Una sirena dispettosa curiosa delle abitudini umane e invidiosa delle gambe delle donne ne combina una di troppo.
Il prezzo da pagare è terribile: costa avere un’anima. Tre figure femminili tra mito e realtà, un tritone, un amore incestuoso e le sue conseguenze, un'adolescente che non si rassegna alle convenzioni e cerca di trovare nei diari segreti della nonna l’accesso alla libertà. Il mito della sirena, lo stereotipo della donna-sirena e della donna-ninfa, la sofferenza di una donna dall'animo immortale costretta da necessità a sottostare alle regole imposte da una società maschilista nella passiva accettazione dell'ineluttabilità del fato. Un romanzo avvincente, un fantasy contemporaneo con finale a sorpresa che vi emozionerà dalla prima all’ultima pagina.
Era, vale a dire, del tutto conscia di trarre energia dai suoi incontri e aveva capito a fatica e a proprie spese che non vi era spazio nella sua vita per lirismi di sorta. Non in quel posto, non fra quella gente, non fino a quel dato momento almeno e poi, chissà, avesse casomai incontrato un suo consimile, forse. Prese la sua pochette elegante intessuta di tante perline nere che aveva innanzi appoggiato sopra al cassetto della specchiera e dopo un veloce rimirare la sua figura riflessa salutò sua madre, aprì la porta e si calò giù per le scale. Si avviò in direzione del Centro commerciale, ma di certo non avrebbe potuto fare due chilometri a piedi senza che passasse qualcuno cui chiedere un passaggio. Contava di trascorrere una tranquilla serata nella sala-dance di un bel alberghetto elegante e raffinato che era solita frequentare: un’appartata e costosa location di gusto moderno, circondata di uliveti, una ideale simbiosi tra natura, eleganza e comfort, il posto adatto per fare nuove conoscenze e gustare ottima gastronomia. Piena di aspettative se ne andò ancheggiando su quegli scomodi stivaletti da ballo riavvolgendosi l’elegante paltò vinaccia attorno all’abito scuro e attillatissimo, incurante dell’umida frescura. La voce roca e calda di Lollu, suo nuovo conoscente, la raggiunse alle spalle facendola sobbalzare. Si girò a guardarlo incerta e dal momento che non poteva impedirgli d’avvicinarsi rispose a caso, quasi fosse obbligata a giustificarsi: «Dovresti ringraziare Egea che mi ha quasi costretta a uscire se stasera mi trovi qui. È tua amica, giusto?» ciò detto incrociò le braccia per scaldarsi alla meno peggio. «Giusto. Egea, come saprai, è audace e temeraria col gusto del rischio a ogni costo, sicché le piace provare e procurare emozioni forti agli altri, e tuttavia vedo che stai andando a ballare e non di certo a farti monaca, non è così?» ammiccò lui con una strizzatina d’occhi. Doris restò immobile e lasciò che il suo sguardo indagatore l’avvolgesse, peraltro lo considerò a sua volta scrutandolo come dall’alto in basso: era un bel giovane, malvestito con degli attillatissimi jeans e un maglioncino scuro a collo alto sotto un anonimo parka sbottonato e mani in tasca, come tradiva l’inconfondibile rossore sulle guance, stava lì pronto a concupire i suoi favori. Lollu, cioè Lorenzo, era una persona davvero grintosa, amante del divertimento e molto socievole. Lei ricordò di averci scambiato sì e no qualche parola al bistrot, qualche giorno prima, troppo poco per fidarsi a frequentarlo e rimase incerta sul da farsi. Costui a un certo punto parve deciso a conquistarla e assai sicuro del fatto suo per vincerne la resistenza la prese sottobraccio e la trascinò via con sé intanto che le sussurrava all’orecchio: «Dovunque tu stia andando sono pronto ad accompagnarti, anche all’inferno, se vuoi.» Doris sbottò in una esuberante risata, sinceramente divertita, e chiese accattivante: «Cioè, anche a casa mia?»
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