San Giovanni a Teduccio, est di Napoli. Un posto che, da sempre, non è città e nemmeno periferia. Attaccato al porto, alle pendici del Vesuvio e bagnato dal mare di Vigliena. La guerra, però, non bada a queste piccolezze e dove c’è una fabbrica, dove c’è un porto, dove passa una linea ferroviaria, ci sono obiettivi da distruggere. Le bombe angloamericane cadono sulla Napoli del 1942, mentre Antonio, Ciro e Maddalena - tre ragazzi del posto - cercano di resistere agli eventi che ormai fanno parte della quotidianità. La scuola è ferma, il lavoro manca: scene attuali, specchio crudo e reale di quartieri che ancora oggi sembrano abbandonati alla loro sorte. La loro vita è vissuta nei giorni a cavallo tra la fine del regime e l’armistizio, rallenta e accelera al ritmo dettato dalle sirene che annunciano gli attacchi. Amore e amicizia, il dolore della disperazione e la resistenza tra le strade della città. E la speranza, infine. Ma cosa sarà rimasto di quei ragazzi che davanti al mare di Napoli si emozionavano, sognando a occhi aperti?
Con uno stile che strizza l’occhio ai film d’epoca e la colonna sonora di Pino Daniele e James Senese, Salvatore Improta ci racconta con vivida lucidità uno spaccato della storia d’Italia, ma soprattutto di una Napoli, bella e forte, sventrata dalle bombe, ma mai perduta. La forza di un popolo ci arriva attraverso le parole di chi quei giorni li ha realmente vissuti, di testimonianze lucide ma che forniscono un punto di vista nuovo e originale. Una fotografia con ingrandimento sulla città, che mostra i dettagli di quelle anime che, ancora oggi, sono influenzate dalla storia che impregna ogni pietra, ogni metro di strada di una città unica al mondo.
«Torneremo a guardare il cielo, il mare, torneremo a correre; la vita... tornerà la vita e
impareremo a non aver paura o forse solo a non averne troppa. E io sarò il tuo porto se tu lo
vorrai.»
Delle volte penso a come sarebbe stata la vita senza questa guerra, magari non ci saremmo mai
incontrati e questo sarebbe stato il male più grande. Ma forse, come credo, il destino usa
qualsiasi strada per raggiungere i suoi scopi e ci saremmo incontrati lo stesso.
Mi piace la tua voce. Basta parlare di me. Basta confusione. Voglio perdermi nella tua lingua
contaminata dalla storia di Napoli. Voglio diventare orecchio e non perdere nemmeno una
vibrazione di quanto esce dalla tua bocca.
Delle volte però mi capita di essere contento. E non me ne vergogno. Sono contento di
quest’aria strana; forse perché sento che dietro all’angolo ci sta la felicità che ci aspetta.
Dobbiamo solo avere il coraggio di andare a prenderla.
Salvatore Improta nasce a Napoli nel 1979 e si trasferisce a Bologna nel 2001. Nel 2002 apre un blog sul quale pubblica racconti alcuni dei quali selezionati in raccolte di autori emergenti. Nel 2017 vince due importanti contest nazionali di scrittura: Coop For Word con Metrò on the book pubblicato nella raccolta Cado come neve (ed. Fernandel) e sul Resto del Carlino di sabato 16/09/17 e Scriba Festival della Bottega Finzioni (Carlo Lucarelli) con il racconto Dove devo firmare. È pubblicato nella rivista PostScripta (ed. Atlantide) con il racconto È arrivata primavera; nella raccolta Sette son le note (ed. Alcheringa) con il racconto All you need is love but you don’t know. Nel 2018 viene pubblicato in ebook il suo libro d’esordio Brucia (ed. Geekoeditor). Nello stesso anno si classifica tra i vincitori del premio nazionale “Tuttiscrittori” con il racconto Caterina. Nel 2019 il racconto Il primo di una lunga storia è pubblicato nella raccolta, Mille e una storia. Nel 2020 partecipa al contest “Dalla finestra” organizzato da Giulia Ortuso, con il racconto Musica in collaborazione con l’artista e grafica Alessandra Loreti, rientrando tra i selezionati per la pubblicazione del libro “Dalla finestra”.
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