Christine si guardò intorno e sorrise. Non vedeva niente che non avesse già visto ogni giorno in cui percorreva i viottoli che conducevano dal parcheggio assolato al portone d’ingresso del palazzo, ma quelle parole le stavano amplificando i sensi. L’odore di violette sembrava più intenso e la danza delle farfalle intorno ai fiori appariva come dettata da coreografie studiate nei minimi dettagli per mettere in mostra i colori sgargianti delle ali. Il polline di pioppo si librava nell’aria attraversando la scena come se le traiettorie fossero scelte con cura allo scopo di esaltare il palcoscenico principale, e il vento leggero produceva nei fiori dei movimenti sinuosi quasi si trattasse di un rituale di accoppiamento per accaparrarsi la farfalla più bella.
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