Era una consolidata abitudine. Salvo rare occasioni, lasciavo fosse sempre lei ad abbandonare per prima il letto. Poi, non appena scompariva nella stanza adiacente, io rotolavo dalla sua parte del materasso, con le braccia afferravo il suo cuscino e ci sprofondavo la faccia dentro nel tentativo di respirare ancora un po’ di lei, del suo calore. Amavo quei momenti, erano meglio del sesso, delle carezze, meglio persino dei baci rubati nel mondo là fuori. Quasi che con l’assenza momentanea dell’altro fossi davvero in grado, e solo in quelle occasioni, di sentire e misurare il “peso” che lei aveva dentro di me, nei meandri della mia coscienza. E quando infine trovavo le forze per alzarmi e per raggiungerla in cucina, avevo la netta sensazione che ogni giorno assieme fosse un nuovo inizio.
Il giorno in cui tutto finì, però, quasi fosse una sorta di presagio, mi alzai prima di lei, alle due di notte.
Luca Murano nasce al nord (Lodi) da genitori del sud (Salerno) e attualmente vive al centro (Firenze). Oltre a curare il suo blog di scrittura, Vai come sai, negli anni ha pubblicato racconti su molte riviste letterarie, fra cui: 'tina, Risme, Malgrado le Mosche, Bomarscé, Spazinclusi, Streetbook Magazine, Blam!, Quaerere, Voce del Verbo, Rivista Waste, Inchiostro, Mirino, Downtobaker, CrunchEd, Grande Kalma, birò, E(i)sordi, il Fuco e The Bookish Explorer. Ha all’attivo due pubblicazioni, "Pasta fatta in casa - sfoglie di racconti tirate a mano" (Bookabook, 2018) e "I vestiti che non metti più" (Dialoghi, 2021). Suona il basso nei My Hard Reset.
Nessun commento:
Posta un commento