Fantascienza - racconto lungo (47 pagine) - Chi lavora è un criminale.
In un mondo in cui le macchine svolgono quelle che erano le principali mansioni del genere umano, Calvin Baker è costretto a scontare una lunga pena come taxista: ha commesso un crimine ed è stato condannato dal Neoministero del Lavoro. Ma una notte Calvin carica a bordo una cliente potenzialmente pericolosa, una donna che non dovrebbe neppure esistere ma che, per uno strano scherzo del destino, cambierà per sempre la sua vita.
Progetto Mathilda è ambientato in un futuro distopico che sembra però già dietro l’angolo, un mondo nel quale le macchine svolgono le funzioni una volta riservate agli esseri umani.
Un mondo nel quale alcuni lavori sono diventati una condanna penale e nel quale gli umani sono mescolati agli androidi.
Un mondo nel quale nel quale l’omicidio legalizzato dei dissidenti politici è chiamato “sedare i disordini”. Una Londra violenta, cupa e piovosa.
È qua che Calvin Baker, processato per la morte di un amico in realtà annegato accidentalmente durante una festa, è stato condannato a dieci anni di lavori forzati come “tassista”. In questo mondo, dominato da istituzioni come il Neo-Ministero del Lavoro e la A.I. Health Care, il lavoro è diventato una condanna.
Una notte Calvin carica sul suo taxi una misteriosa ragazza, priva del dispositivo di localizzazione imposto dal Neo-ministero, coperta da un cappotto e da una sciarpa, agitatissima.
La ragazza è braccata da ignoti e vuole essere portata all’aeroporto. Calvin fa uno strappo alla regola e la carica.
Quando si risveglia, in ospedale, gli dicono che ha avuto un incidente stradale e che non è stata ritrovata accanto a lui nessuna ragazza. Il tassista ha perso un braccio. E l’azienda produttrice delle protesi, la Probionics, gli offre gratuitamente una protesi sostitutiva sperimentale.
Da questo momento, inizia l’incubo di Calvin.
La protesi, come nella migliore tradizione horror, inizia ad avere una vita propria e lo invita insistentemente a cercare Mathilda.
Chi è davvero Mathilda, attorno alla quale ruota la risoluzione del mistero?
Progetto Mathilda è un lungo racconto che avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Una scrittura eccellente, dal fortissimo impatto visivo, che rende questo racconto potenzialmente adatto a essere trasposto in forma cinematografica o di serie televisiva. La trama è avvincente, con continui colpi di scena e mostra l’ottima conoscenza dell’autrice dei classici della fantascienza distopica e dell’horror, generi dei quali cita sapientemente i clichés senza essere banale.
Il futuro distopico nel quale si muove Calvin Baker, in realtà, è dietro l’angolo. La corsa alla digitalizzazione fa si che molti lavori “di concetto” caratteristici del ceto medio siano oggi svolti da macchine e algoritmi, lasciando agli umani solo alcuni lavori manuali e ruoli apicali. Il sistema del “credito sociale” al quale sembra di cogliere un velato riferimento nel libro è già realtà in Cina e potrebbe presto approdare anche in Occidente.
Quella che alcuni anni fa sembrava fantascienza distopica sta diventando rapidamente realtà.
E come nel cinema e nella letteratura distopica, abbiamo una sorta di eroe solitario che non ha ancora perso l’umanità e che si adopera, solo contro tutti (o meglio in questo caso con l’aiuto della sua “protesi”) per impedire che la disumanità trionfi.
Progetto Mathilda è una lettura da consigliare a tutti, gli appassionati di horror e fantascienza distopica potranno anche cercare le citazioni e i riferimenti letterari sparsi nel testo, tutti i lettori potranno riflettere sulla piega disumana che sta prendendo il mondo contemporaneo.
La forma del racconto lungo appare inoltre perfetta per questo lavoro, l’autrice con una scrittura essenziale e asciutta riesce a creare una tensione perfetta che spinge il lettore a leggere Progetto Mathilda tutto d’un fiato.
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