Sicilia, 598 a.C. Siracusa esiste da poco più di un secolo, eppure è già caratterizzata da una forte mira espansionistica. Per tale motivo, punta gli occhi verso occidente, decidendo di fondare una subcolonia da sfruttare per incrementare i traffici commerciali e per arrestare l’avanzata di Gela, l’antagonista più temuta. Il giovane Dascone, unitamente al suo caro amico Menecolo, parte quindi alla volta di territori sconosciuti, seguendo le indicazioni che il dio Apollo ha dato attraverso l’oracolo, per trovare il luogo ideale dove fondare la nuova città. Tuttavia, al più glorioso tra i figli di Zeus non è sfuggito un gesto di Dascone, che in un momento di ira gli ha recato una grave offesa. La punizione che ha in serbo per lui è grande, molto più di quanto lo stesso ecista possa immaginare…
Un viaggio lontano nel tempo, che ci catapulterà in un’epoca remota, in cui diventare adulti significava dover fare delle scelte e delle rinunce, mentre gli dei manovravano il destino di ogni essere umano, dall’alto dell’Olimpo. Seguiremo le vicende dei due fondatori, conosceremo l’amore impossibile tra Dascone e Dafne, vedremo nascere e innalzarsi le mura della subcolonia, che prenderà il nome di Kamarina. Poi incontreremo la nuova generazione, che si porrà, man mano, sempre più in primo piano. Nestore e Alexandros saranno infatti i nuovi protagonisti della storia, col loro amore puro, sincero e pulito. Nascosta dietro le quinte, però, ci sarà sempre la maledizione di Apollo che aleggerà nell’aria e accompagnerà Dascone fino all’ultimo dei suoi giorni. Posto di fronte a un bivio, il grande eroe dovrà decidere quale strada percorrere. Riuscirà a fare la scelta corretta e placare l’ira del dio?
Con “L’ultimo canto di Kamarina” Ivan Gambina ci trasporta nel 598 A.C a Siracusa, una delle principali città della Magna Grecia.
I siracusani, per frenare le mire espansionistiche della vicina Gela, decidono di fondare una nuova città, Kamarina.
L’inizio del libro racconta il tragico amore fra il pastore Ippari e Kamarina, una ragazza tragicamente morta per una sfortunata circostanza, liberamente ispirata al mito dell’amore fra un pastore e una ninfa, appunto Ippari e Kamarina.
Ascone, con l’amico Menecolo, parte alla volta dell’ignoto per fondare una nuova città, seguendo le indicazioni di Apollo, ma, a causa di un torto recato al più glorioso dei figli di Zeus, dovrà affrontare una prova terribile.
La fondazione di Kamarina andrà a buon fine, mentre continua il rapporto di amicizia fra i due fondatori e nasce l’amore fra Dascone e Dafne.
Nel frattempo, la città nuova si espande fino a diventare per Siracusa un pericolo grande quasi quanto Gela, e una nuova generazione si affaccia alla vita.
La seconda parte del libro è dedicata all’amore tra Nestore, figlio di Dascone, e Alexandros.
Nell’Antica Grecia, l’omosessualità non era discriminata come purtroppo avverrà nei millenni successivi fino ad oggi, tempo in cui le discriminazioni e le riserve mentali non sono ancora del tutto superate. Un mondo a volte più crudele del nostro, quello greco, ma privo del nostro concetto di “peccato” per quanto riguarda la sfera dell’amore.
E tuttavia, ci sono altri elementi a ostacolare la passione fra Nestore e Alexandros: la rinnovata ostilità tra Siracusa e Kamarina e la terribile maledizione di Apollo che grava su Dascone, costretto a compiere un’altra terribile scelta.
L’ultimo canto di Kamarina è un romanzo storico appassionante e documentatissimo. Se alcuni personaggi come Dafne, Nestore e Alexandros sono inventati, quasi tutto il libro rimanda a vicende realmente accadute nell’antica Grecia, compresa l’epopea della città oggi scomparsa di Kamarina.
L’autore descrive con grande efficacia la forza struggente dell’amore in tutte le sue forme: quello fra Dascone e Dafne, l’amicizia virile fra Dascone e Menecolo, la struggente passione fra Ippari e Kamarina, l’amore intenso e assoluto fra Nestore e Alexandros.
Ci sembra ancora di vedere i fantasmi dei due personaggi aleggiare sull’area dove sorgeva Kamarina
Nessuno può vederli, ma loro sono ancora lì: Alexandros appoggiato a un masso, con la lira in mano, mentre Nestore è accanto a lui, sdraiato con la testa adagiata sulle sue gambe.
Un romanzo storico di altissimo livello, che fonde la precisione e l’accuratezza dei riferimenti a quanto realmente accaduto, dal quale si comprende la profonda conoscenza dell’autore della storia, dei miti e della tragedia greca, con la narrazione appassionante ed efficace delle tante forme dell’amore.
La scrittura è coinvolgente e quasi ipnotica nei tratti, trasportandoci idealmente nell’assolata Magna Grecia del tempo che fu. Un libro che mi sento di consigliare a tutti, anche a chi non è abitualmente lettore di romanzi storici.
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