Victoria ama Anthony da sempre, ma lui è andato via. Lei non sa perché l'abbia abbandonata di punto in bianco, ma si vocifera che sia tornato e ha intenzione di scoprire se è vero al ballo in maschera di villa Hyatt. Oppressa da una madre impaziente di darla in sposa e da un maldestro cavaliere che la corteggia senza sosta, riuscirà Victoria a ritrovare Anthony e scoprire la verità?
Ballo in Maschera di Caterina Franciosi è un romanzo breve (o un lungo racconto, se cambiamo punto di vista) ambientato nell’Inghilterra dell’era vittoriana.
Victoria Darcey, il cui cognome richiama il Darcy di Orgoglio e Pregiudizio, una delle probabili fonti culturali dell’autrice, è una ragazza da sempre innamorata dello “scapolo d’oro” Anthony, che un giorno l’ha lasciata all’improvviso senza dire nulla. In quell’epoca, non così lontana eppure così diversa dalla nostra, una ragazza sola e non sposata rischiava di avere lo stigma della “zitella”.
Per questo Victoria si appresta a recarsi a un ballo in maschera, in cerca di un nuovo pretendente anche se nel suo cuore c’è posto solo per Anthony.
Il possibile marito è Lord Gilligham, strabico e poco attento all’igiene personale….ma quella sera, davanti a Victoria appare un affascinante uomo mascherato…possibile che sia Anthony o si tratta dell’illusione di una ragazza innamorata?
Di certo quell’apparizione fa provare di nuovo a Victoria il brivido dell’amore.
E così la festa si trasforma in un’indagine per scoprire l’identità del misterioso uomo mascherato.
Ballo in maschera di Caterina Franciosi ci trasporta per il breve tempo della lettura nell’epoca romantica dei balli mascherati, delle damigelle, dei cavalieri, degli amori appassionati e impossibili.
Un’epoca che nella realtà fu anche molto difficile, ma che per molti lettori è l’occasione per evadere da un mondo fin troppo razionale e prosaico anche in campo amoroso.
La struttura è quella di un giallo-rosa, la brevità del testo rende forzatamente i personaggi un po’ stereotipati, ma non toglie nulla alla piacevolezza della lettura e alla grazia dello stile. Anzi dal mio punto di vista condensare in 44 pagine una vicenda che mischia con grande efficacia giallo e rosa è un grande pregio dell’autrice, che mostra, senza citarla esplicitamente, un’ottima conoscenza della letteratura inglese dell’ottocento, che “rivisita” con spirito fresco e contemporaneo.
Una lettura di evasione, da leggere a chi ha voglia di sognare per il tempo della lettura e che magari invoglierà a conoscere la letteratura inglese ottocentesca alla quale l’autrice si ispira.
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