Isif è un geologo e proviene dal futuro. Nella sua linea di luna i poli magnetici si stanno invertendo. Secondo un’antica profezia, solo l’Occhio di Luna, una pietra magica plasmata da Madre Natura, potrà impedire l’estinzione del genere umano. Poiché soltanto i viaggiatori del tempo, in possesso di talismani chiamati Gocce di Luna, sono in grado di localizzarne l’ubicazione egli li chiama a sé: Dikte, sacerdotessa del culto della Dea, Nicus, centurione romano, Beldie, prostituta medioevale, e Buddy, uomo primitivo, improvvisamente strappati ai loro mondi, si ritrovano ignari fra le mura di un’antica torre nei pressi di Arquata Scrivia, che funge da porta spaziotemporale.
Ogni quarto di ciclo lunare, uno alla volta, i viaggiatori del tempo faranno ritorno al proprio mondo, portandosi dietro una nuova consapevolezza, che stravolgerà per sempre le loro vite e di conseguenza il corso della storia. Novello Virgilio, per gran parte del loro viaggio li guida la giovane Anna, loro diretta discendente, a cui non sarà risparmiata una prova difficile capace di destabilizzare il suo cuore. Nell’ombra un misterioso uomo deciso a tutto pur di far fallire il tentativo estremo di Isif che porta con sé il ricordo della nipotina Electra, lasciata in un mondo sull’orlo del collasso.
Nel romanzo, opera prima di una scrittrice di talento, grazie a una trama ben congegnata, a un attento studio psicologico dei personaggi e a uno stile asciutto, incisivo, qua e là ravvivato da spruzzi di ironia, si ingenera un mix capace di creare una sorta di rapporto empatico tra il lettore e la bambina che attende tra le macerie di un futuro lontano. Romanzo appassionante, che cattura fin dalle prime pagine.
Ogni quarto di luna di Sara Pessino è un originale urban fantasy: un romanzo che tratta temi di fantasia ambientato in territori reali e riconoscibili del Piemonte: Arquata Scrivia, con la Torre e la misteriosa Casa Gotica con la mostra permanente dei Presepi, il Santuario di Montespineto a Stazzano, i resti di Libarna a Serravalle Scrivia, Torino. I “viaggiatori nel tempo” che popolano il mondo di Sara non si muovono a senso unico, ma in maniera bi-direzionale, migrando “ogni quarto di luna” tra passato (o futuro) e presente.
È Isif, geologo proveniente dal futuro, a evocare nei pressi della collina della Torre di Arquata, i “viaggiatori del tempo” in possesso di talismani chiamati “gocce di luna”: sono Dikte, sacerdotessa del culto pagano e tutto femminile della Dea Madre, Nicus, centurione romano, Beldie, prostituta medioevale, e Buddy, uomo primitivo. La torre di Arquata è la porta dello spazio-tempo. I quattro viaggiatori nel tempo (che a ogni quarto di luna tornano nel passato) entrano in contatto con una ragazza di Arquata, Anna, e il suo cane Black. Isif, che proviene da un mondo freddo e disumanizzato, distrutto dai danni ambientali e nel quale sono state abolite tutte le attività non essenziali e i piaceri della vita, vuole tuttavia impedire l’estinzione dell’umanità in ricordo della nipotina Electra, lasciata in quel mondo sull’orlo del collasso.
Dikte, la sacerdotessa del culto della Dea Madre, proviene da un’Età dell’Oro governata dalle donne e da antichi saperi tramandati per via femminile. Un’età di pace, armonia, nella quale le armi erano sconosciute. La magia dell’Età dell’Oro è stata rotta gettando il seme dell’odio e il mondo si è avviato verso una degenerazione che porterà all’estinzione dell’umanità. Solo trovando l’Occhio di Luna, un talismano dai poteri magici, il processo potrà essere invertito. A contrastare l’operazione dei viaggiatori nel tempo, forze del male guidate dal misterioso Arthur e la scomposta armata militare guidata dal Generale Mancini.
I viaggiatori nel tempo dovranno affrontare prove durissime, lo sfasamento tra passato e futuro, Nicus vedrà la fiorente città di Libarna trasformata in rovine, Anna dovrà affrontare una difficilissima prova di metamorfosi fisica, che già era stata affrontata da Buddy per salvare l’umanità.
Un viaggio appassionante e avventuroso che ci porta in giro con la fantasia per la regione più esoterica d’Italia, il Piemonte. Dalla Torre di Arquata, luogo che trasmette un senso di magia e stupore, al Santuario di Montespineto, ai luoghi esoterici di Torino, come la Chiesa della Gran Madre di Dio, sotto la quale si dice sia sepolto il Santo Graal e che nella tradizione esoterica che caratterizza l’antica capitale del Regno Sabaudo e poi d’Italia è uno dei “punti positivi” nei quali si concentrano le zone del bene, assieme al centro di Piazza Castello e a Piazza Carlo Emanuele.
I personaggi sono ben delineati dal punto di vista psicologico e l’autrice riesce a rendere con grande efficacia i continui salti temporali che “ogni quarto di luna” caratterizzano il libro.
Riusciranno i quattro viaggiatori nel tempo a trovare l’Occhio di Luna ed evitare l’estinzione dell’umanità?
Ogni quarto di luna è un lavoro molto interessante, in quanto con uno stile leggero e piacevole tratta, a un secondo livello di lettura, temi “esoterici” e anche sociali.
Il futuro triste, nel quale è stato cancellato tutto ciò per cui vale la pena vivere, non è molto diverso dalla società nella quale abbiamo vissuto nell’ultimo anno e mezzo di pandemia.
L’autrice mostra inoltre una profonda conoscenza dei culti pagani a prevalenza femminile, che hanno convissuto fino a un certo punto della storia con altre religioni e poi anche col Cristianesimo, fino al periodo tragico della repressione della stregoneria che ha originato la modernità di oggi, nella quale l’odio e il conflitto imperversano. A un secondo livello di lettura, il libro di Sara Pessino ci invita a riscoprire la saggezza che caratterizzava il culto della Grande Madre, la sua armonia con l’ambiente naturale, i saperi contadini e le antiche tradizioni tramandate per via femminile.
Molto originale anche l’approccio al tema del viaggio nel tempo, che di solito avviene in via monodirezionale dal presente al futuro. Anche le descrizioni del territorio, Arquata, Libarna, Montespineto, Torino sono rese con grandissima efficacia e colgono l’aspetto misterioso ed esoterico non solo di Torino, sulla cui tradizione esoterica molto si è scritto, ma di luoghi che percorriamo nella quotidianità senza magari soffermarsi più di tanto, come la Casa Gotica o la torre di Arquata.
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