“Come farò a sopportarla?” Questa è la domanda che gira nella testa di Ian, capo clan degli Elliot, che si trova costretto, contro la sua volontà, a sposare la ragazza più bella e più stramba che abbia mai visto.
Emma è appena stata abbandonata all’altare e come se questo non bastasse ha perso il lavoro e pure la voglia di divertirsi.
Ian è un uomo rude, che incute timore a prima vista. Vive in un maniero con venticinque stanze da letto, ha una cuoca e uno stuolo di domestiche pronte a tutto pur di catturare la sua attenzione. Ha perso la stima nelle donne, soprattutto se inglesi, da quando la sua promessa sposa è scappata il giorno delle nozze.
Emma e Ian vivono in due mondi e due tempi diversi, ma sono destinati a trovarsi, a scontrarsi e infine a condividere uno strano sentimento. E, anche se le loro vite sono totalmente incompatibili, dovranno affrontare ciò che il destino ha scelto per loro.
La loro sarà una strana avventura, all’insegna di una nuova vita e di un nuovo amore.
ROMANZO AUTOCONCLUSIVO
«Mai dire mai, sorellina…» commenta scettica. «E se un giorno ti trovassi di fronte all’uomo della tua vita? Quello che ti stenderà con un bacio da dieci e lode?»
Un bacio da dieci e lode. Quelli di Anthony a quanto arrivavano? A volte mi baciava da otto, ma ogni tanto rigirava la sua lingua come se fosse un frullino elettrico e mi riempiva di saliva, quindi un sei meno. Una media del sette scarso. Troppo lontana dal dieci, lontanissima dal dieci e lode.
Joanna chiude la porta e l’effetto è quello di un tuono improvviso che mi fa sobbalzare, poi si avvicina a me furibonda, mi assesta uno schiaffo sulla testa e subito dopo un altro, visto che non sono abbastanza veloce da spostarmi.
«Ehi, ma che ti prende?»
Punta un dito contro il mio petto.
«Sei uscito di senno? Da quando in qua rapiamo le donne?»
Poi scosta una sedia e, per nulla pentita, m’invita a sedermi. Da come mi guarda, sono certo che l’impicciona abbia intenzione di strigliarmi per bene. Accetto il suo invito, ma le getto un’occhiata minacciosa mentre rispondo alla sua domanda.
«Non l’ho rapita…» la rassicuro immediatamente, cercando di trattenere la collera che mi assale. «L’abbiamo trovata al nostro campo mezza nuda; è come se si fosse consegnata a noi.»
«Credi di essere spiritoso?»
Le lancio un’occhiataccia e incrocio le braccia al petto. «Neanche per sogno.»
«Che cosa facevate prima?»
«La cameriera in una pizzeria.»
«Dove? Cos’è una pizzeria?»
Solo ora mi accorgo di quello che ho detto. Mannaggia! Devo stare più attenta, certi nomi non possono essere compresi in questo tempo.
«In una taverna dove servono focacce» replico, sperando di esser stata sufficientemente esauriente.
«E vi piaceva?»
Madonna mia! Io volevo chiudermi in un ostinato silenzio, com’è che sono finita a fare una lunga conversazione con lui? È come se avesse rotto i freni inibitori. Nonostante la mia scarsa voglia di parlargli, disinserisco il filtro rabbia e cerco una risposta educata. «Abbastanza, ma avrei preferito far altro.»
«Tipo?»
Quasi digrigno i denti. Che cosa gli rispondo? Che volevo fare la ragioniera?
«Quello per il quale ho studiato, sono brava con i numeri.»
«Davvero? Intendete dire che sapete scrivere?»
«Già, curioso, vero? Non so ricamare, cucinare o medicare ferite, ma so leggere, scrivere e perfino far di conto.»
«Questa sì che è una stranezza. Non lo avrei mai detto.»
Sadie Jane Baldwin è sposata, ha tre figli e vive in Italia. Fin da bambina dimostra una scarsa propensione per lo sport e una passione sfrenata per il mondo dei libri. Quando non scrive, la puoi trovare tra i fiori del suo giardino, impegnata a coltivare le sue rose, oppure immersa nella lettura di un buon romanzo. Solo di recente ha scoperto l’amore per la scrittura e quando ha un momento libero cerca di coltivare anche le proprie storie romantiche.
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