Luglio 1993. Siamo in Puglia, nella bella valle d'Itria dove, poco distante da Alberobello, sorge la tenuta di Gianni, uomo bizzarro ma generoso, che vi trascorre le sue estati in compagnia della moglie Anna, donna all'apparenza frivola e superficiale, e delle sue sorelle. Quest'anno, la presenza di Rosa, diletta ma incompresa nipote di Elvira, sconvolgerà la quiete delle giornate estive. Con l'aiuto dell'amica Maria, ma grazie anche al sostegno di tutti, infatti, riuscirà ad organizzare una grande festa in occasione dell'onomastico di Anna, il 26 luglio. L'organizzazione dell'evento, che avrà la sua location nella splendida tenuta di Gianni, sarà, così, motivo di incontro per i personaggi che avranno modo di raccontarsi, portando alla luce stralci di vite autentiche, cariche di sofferenza e scelte coraggiose, ma non prive di aneddoti e spunti comici, sotto lo sguardo benevolo e attento di Maria, ricca di una profonda umanità. Anna, Angela, Elvira, Iolanda e, infine, Maria, sveleranno il proprio passato, fatto anche di segreti mai condivisi e di dolori tenuti nascosti nella profondità dell'animo, lungo un percorso che è un viaggio nella storia del Novecento italiano, ma è soprattutto viaggio interiore, finalizzato alla catarsi. Fanno da sfondo la splendida cornice dei luoghi della Puglia, il rapporto conflittuale nonna-nipote, che vede contrapporsi due diverse visioni della vita, e, soprattutto, la forza indomita delle donne, pronte, come l'araba fenice, a rinascere sempre dalle proprie ceneri. Il dolore diventa, quindi, un'esperienza positiva, capace non solo di dare impulso a nuove esistenze, all'interno di una visione cristiana del mondo, ma anche di cementare un'intera famiglia. Perchè questo romanzo è anche il racconto di una grande famiglia del sud, della forza dei sentimenti che la tiene unita fino alla fine, quando trova composizione anche l'ultimo conflitto, quello tra Rosa ed Elvira.
Rosa,il figlioletto Paolo
e l'amica Maria, affrontano un lungo viaggio in auto per raggiungere
la Puglia. Trascorreranno una vacanza presso la tenuta dello zio
Gianni, fratello della nonna di Rosa, che ospita nei trulli di sua
proprietà anche le tre sorelle e i rispettivi mariti. Tra profumi e
colori inebrianti, organizzaranno nel roof garden della villa una
sontuosa festa in onore della zia Anna, in un giorno di luglio
dedicato a questa santa. Sarà l'occasione per Rosa di conoscere in
profondità i parenti, scoprendo personalità e caratteristiche fino
a quel momento impensate.
Sono tanti i personaggi
che ruotano in questo memoir, ognuno con una storia da raccontare,
ognuno con un passato pieno di cicatrici ma anche di buoni consigli.
Si tratta prevalentemente di persone molto anziane che hanno vissuto
sulla pelle gli orrori della guerra, dispensatrici di saggezza ma che
hanno dovuto concentrare i loro sforzi alla sopravvivenza piuttosto
che a studiare. Questo è uno dei motivi per cui ho trovato i
dialoghi, oltre che troppo lunghi, articolati e accademici, non in
linea con le caratteristiche di ogni narratore. Sebbene gli argomenti
trattati siano molto profondi (si toccano infatti temi come la
deportazione degli ebrei, il dramma delle malattie, la profondità
dell'amore filiale e non solo, la perdita di persone care, la
religiosità) sono esposti sotto forma di dialoghi che coprono
addirittura diversi capitoli, oltre a sembrare trattati enciclopedici
risultando spesso troppo lunghi e noiosi. La scrittura è corretta e
lineare ma lo stile è troppo ricercato, non coerente con la vita dei
protagonisti. Si tratta comunque di un invito alla speranza, ai
valori della famiglia, a vivere gustando la dolcezza dei ricordi.
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