Respiro Readers
vi segnaliamo l' uscita
del romanzo dell'autrice Stephenie Queen.
TITOLO: Polom Project
AUTRICE: Stephenie Queen
CASA EDITRICE: Intrecci Edizioni
GENERE: Thriller
PAGINE: 160
PREZZO CARTACEO: 12.35
DATA USCITA : 27 Febbraio 2020
Dopo l'inspiegabile omicidio che ha sterminato le loro famiglie e la successiva scomparsa del loro padrino, Emily e Tom sono gli unici eredi del Polom, un progetto scientifico in grado di rivoluzionare la conoscenza condivisa dalla comunità scientifica sulla vita del nostro e degli altri pianeti. A un mese dal tragico evento, quando le loro esistenze sembrano sul punto di riassestarsi, i due ragazzi si ritroveranno braccati dagli USMC, determinati a impadronirsi del Polom. Costretti alla fuga, nel mezzo della White Mountain National Forest, si imbatteranno in Michael, un marine che sembra volerli aiutare e che invece si rivelerà un personaggio losco e compromesso. La loro avventura li condurrà nel luogo più misterioso della Terra, l'Area 51, dove, prigionieri della MASA, un'associazione militare segreta, dovranno combattere per sfuggire ai loro aguzzini. Riusciranno a salvarsi, a proteggere il Polom e a scoprire la ragione per cui quelle ricerche sono così ambite?
«Chi siete e cosa volete?» gridò Tom scandendo le parole una a una, mentre altri due soldati si stavano avvicinando di soppiatto puntando le carabine su di lui.
A quel punto, il mio ragazzo, in preda alla rabbia, era pronto a colpire il mio aguzzino.
«Avanti gettalo!» lo consigliò uno di loro quasi divertito dalla convinzione con cui lui credeva di farla franca.
«Mai» sibilò.
«Peggio per te» sbottò un altro apparso accanto a me che, visibilmente irritato prese la mira: mai avrei immaginato che avrebbe sparato.
Non mi capacitai di ciò che era appena accaduto finché non vidi Tom lasciar cadere il bastone a terra, e portarsi una mano sull'avambraccio con una smorfia di dolore.
Quel bastardo doveva averlo seriamente ferito perché la manica della sua maglietta si stava velocemente ricoprendo di sangue.
«Vi prego, riponete i ferri e verremo con voi» supplicai sperando che le mie parole venissero ascoltate.
Senza preavviso, il tizio che mi aveva catturata, mi girò di scatto attirandomi a sé e fissandomi dritto negli occhi. «Niente scherzi, ragazzina» mi avvisò. «E tu non fare altre sciocchezze, se non vuoi che la tua fidanzata si faccia male» disse rivolgendosi al mio compagno che stavolta non si oppose. Nel frattempo, uno di quei soldati legò una fascia sul braccio di Tom per bloccare l’emorragia, dopodiché ci ammanettarono e ci costrinsero a seguirli.
«Sei pronta?» bisbigliò il mio ragazzo un attimo dopo.
Lo guardai cercando di capire a che cosa avrei dovuto prepararmi e notai che uno dei marine alle nostre spalle aveva arrestato il passo per comporre un numero sul telefono satellitare. Compresi al volo che lui voleva sfruttare quei pochi secondi di distrazione per improvvisare una fuga. Lo assecondai e fu allora che lui raccolse tutte le sue energie e tirò una ginocchiata nei testicoli dell’altro soldato che ci stava alle spalle: questi si accasciò al suolo dolorante permettendoci così di scappare.
«Fermi o sparo!» gridò uno di loro.
Tom, ostinato, mi incitò a non fermarmi, tuttavia il tentativo sottrarci alle loro grinfie durò pochissimi istanti perché poco dopo, dietro lui comparve uno dei nostri assalitori che lo colpì alla testa con il calcio della pistola, facendolo cadere a terra tramortito.
«Amore!» esclamai, e, chinandomi su di lui, mi accorsi che aveva un enorme taglio sulla fronte e stava ancora perdendo molto sangue dalla ferita.
Poi sentii un forte trauma alla nuca e tutto divenne nero.
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