"C'è una cosa che voglio fare, se devo morire. Se non ho più niente da perdere."
Viola arranca in una vita che non la soddisfa, con amici che non sono più tali. Ha bisogno di ritrovare se stessa, dopo l’episodio destabilizzante avvenuto con Corinna, sua amica d’infanzia. Mac è un ragazzo introverso, in guerra con la famiglia, disposto a compiere scelte difficili per rispettare i valori in cui crede.
Il loro è più uno scontro che un incontro, finché non compare Jamila, una ragazza di origini marocchine fuggita di casa, che si nasconde in un capanno alla foce del fiume.
Viola e Marco, sempre più coinvolti in una situazione che va oltre le loro possibilità, per aiutarla corrono dei rischi imprevisti. Perché ad amare si impara, ma non c’è niente di più pericoloso dell’amore.
Tutti
gli amori imperfetti è un romanzo che lascia basiti e, allo stesso
tempo, coinvolti nelle storie di questi adolescenti sempre in
conflitto con tutti e con il mondo interno, che con la loro forza
d’animo sono in grado di affrontare e superare ostacoli a volte
anche più grandi di loro in modo maturo. La storia di questi ragazzi
scorre sotto gli occhi piacevolmente, senza intoppi, a volte ci sono
delle ripetizioni, ma niente che possa fare da intoppo allo scorrere
dell’intreccio ben costruito.
Ho
trovato la storia diversa dai soliti romanzetti adolescenziali
propinati da altri e giovani autori. La storia di Viola, di Mac, di
Jamila e di quasi tutti i personaggi del romanzo hanno uno spessore
non comune, hanno un’anima, un cuore che si riflette sulle loro
azioni. Personaggi, come diceva il Manzoni dei suoi Promessi Sposi,
“I personaggi non sono mai tutti buoni o tutti cattivi”, ma sono
il frutto del nostro io interiore, di quel conflitto che si presenta
ogni volta che dobbiamo superare una difficoltà, aggiungo. I ragazzi
del romanzo non sono stereotipati, convenzionali, Non parlano da
bambinetti squinternati o prevedibili, no, al contrario, dimostrano
di avere le stesse qualità e le mantengono sino alla parola “fine”.
Una storia sicuramente dissimile dalle solite che ho letto,
altrimenti non ne avrei continuato la lettura.
L’autrice, - in gamba nel lasciare spunti di riflessione ai lettori -, ci consegna nelle mani un piccolo capolavoro di umana sensibilità narrativa.
L’autrice, - in gamba nel lasciare spunti di riflessione ai lettori -, ci consegna nelle mani un piccolo capolavoro di umana sensibilità narrativa.
Posso
aggiungere che la storia coinvolge nella sua drammaticità, tanto da
risultare quasi viva nella sua interezza filodrammatica.Il
tema dell’omosessualità non si avverte perchè l’autrice è
riuscita a inserirlo così sensibilmente e velatamente in questo
contesto descrittivo, tralasciando le tante discriminazioni che
ancora oggi, purtroppo, esistono nei riguardi degli omosessuali e non
solo. Un fanatismo mal celato che fa pensare... Un’intolleranza che
le stesse autrici mettono in atto contro il loro professore di
matematica, Orlando. Ed è qui che Viola indossa una delle otto
maschere della teoria junghiana: “la persona”
una
maschera che l’individuo porta per rispondere alle esigenze delle
convenzioni sociali. È la funzione che la stessa società gli
assegna, cioè il compito che essa si aspetta da lei. Ma dietro a
questa maschera spesso si nasconde la vera natura dell’uomo. La
persona è ciò che l’essere umano mostra alla società, in
opposizione a quella privata che esiste dietro alla prospetto sociale
e che vive nel nostro io interiore.
Anche
se la società può accettarmi, io per prima devo accettare me
stessa.
Ottima
l’idea dei cartelli che Mac, Lorenzo e Viola portano con sé per
ritrovare Jamila e far incuriosire tutte le persone in attesa di
salire sul proprio treno, la situazione della ragazza marocchina:
Jamila
e io vogliamo il nostro bambino. Jamila vuole restare... compreso
il fratello di Mac, Lorenzo:
Jamila ha dei sentimenti. Nonché
le compagne di danza di Viola. Tutti insomma si riuniscono e
manifestano per una buona causa. Alla fine, si scopre che è stata
sempre Cori ad avere bisogno di Viola. Cori soffre davvero. Che
strano: ho
sempre creduto di vivere nella sua ombra, l’amica scialba, priva di
personalità. Forse invece è stata lei ad avere bisogno di me per
tutto questo tempo.
Tutti
gli amori imperfetti è molto più di un libro ben riuscito, è una
pungente testimonianza di affetto, un grido soffocato che aiuta a
capire tante cose del mondo adolescenziale.
Mi
sono sentita di riportare qui alcuni passaggi del libro:
«Dico
che quando succede qualcosa vicino a noi, e noi lo sappiamo, diventa
anche un nostro problema.»
Questo è quanto risponde a Mac in uno dei loro dialoghi.
La
sottostoria di Jamila che aspetta un bambino da Lorenzo, il figlio
del sindaco, è un intreccio ben riuscito...
E alla fine... l’istinto materno ha il sopravvento... «Ho seguito il mio cuore e la mia testa, figlia» risponde la madre di Jamila, accarezzandole una guancia. «Avevo dimenticato di averli.» E non vi racconto di più...
Mi sento di consigliare questo romanzo a tutti, particolarmente a genitori e Insegnanti. A chi cerca qualcosa di completamente diverso, a chi cerca qualcosa di emozionante senza troppi eufemismi. Diciamo pure, “con il cuore in mano”...
E alla fine... l’istinto materno ha il sopravvento... «Ho seguito il mio cuore e la mia testa, figlia» risponde la madre di Jamila, accarezzandole una guancia. «Avevo dimenticato di averli.» E non vi racconto di più...
Mi sento di consigliare questo romanzo a tutti, particolarmente a genitori e Insegnanti. A chi cerca qualcosa di completamente diverso, a chi cerca qualcosa di emozionante senza troppi eufemismi. Diciamo pure, “con il cuore in mano”...
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