LONDRA - IERI – Annabel è un’escort molto richiesta. Single incallita, conduce una vita eccitante, indossa capi firmati e possiede un fisico mozzafiato.
OXFORD - OGGI - Vivienne si risveglia in un letto d’ospedale, senza più ricordi. Affetta da amnesia, non rammenta gli ultimi cinque anni della sua vita, non riconosce gli amici e, soprattutto, non sa di avere un marito.
Ha inizio per lei un calvario, fatto di volti sconosciuti e di una vita che non le appartiene. Ritrovarsi catapultata nei panni di una casalinga, sposata e desiderosa di avere figli, la sconvolge, per non parlare dei suoi dieci chili in più. Costretta a vivere con Andrew, per quanto affascinante, si sente incastrata in un vero e proprio incubo.
Che fine ha fatto Annabel? Cosa ne è stato della sua vita? Perché si è sposata, trasferendosi a Oxford?
Domande che sembrano destinate a non trovare una risposta; il tempo scorre inesorabile, e neppure l’amore di Andrew pare stimolarla.
Vivienne recupererà la memoria, o tornerà a vestire i panni di Annabel?
***IL ROMANZO NON È AUTOCONCLUSIVO, SEGUIRÀ A BREVE IL SEQUEL***
A
causa di un incidente, una donna si sveglia in un letto d’ospedale
senza riconoscere più se stessa. Si ritrova con cinque anni di più,
un fisico appesantito e spento, e soprattutto, una vita che non le
appartiene e che non le piace.
Vivienne
si ricordava di essere una brillante escort trentenne, nota con
l’alias di Annabel Paris, single convinta, appassionata di borse
d’alta moda e intimo di Victoria’s Secrets. Una ragazza colta e
preparata, studentessa di marketing e comunicazione, appassionata di
letteratura, receptionist in una palestra. Una persona “governata”
dal senso estetico, che si è ritrovata nel ruolo di escort
quasi
casualmente spinta dalla naturalezza con cui l’amica Sarah si era
trasformata da studentessa squattrinata in regina di bellezza, ricca
e sicura. Il desiderio di prendersi cura di sé prima di tutto dal
punto di vista estetico è la molla che spinge Vivienne a dire: sono
giovane, bella, fantasiosa e il sesso mi piace, perché no? Perché
non provarci?
La
nuova Vivienne è invece un’altra persona. Una casalinga di 35 anni
certamente ancora attraente, ma ingrassata, appesantita nel cuore e
nell’anima, spenta e soprattutto…sposata! Quello che in versione
Annabel aveva sempre cercato di evitare. Vivienne non è stata in
coma, ha vissuto gli ultimi cinque anni, ma ne ha perso completamente
la memoria: soffre di amnesia
lacunare.
Riconosce
sua madre, ricorda Sarah, ma non tutte le persone entrate nella sua
vita di recente, prime fra tutti Andrew, il marito, un fotografo
conosciuto durante un servizio per il suo sito personale e sposato a
Las Vegas davanti a un prete e a un solo testimone.
Uscendo
dall’ospedale, per Vivienne inizia uno strano ritorno alla vita. Ci
sono i lucidissimi flash della vita precedente: l’università,
l’incontro con Sarah, le variopinte figure dei clienti incontrati
nel corso della sua attività di escort,
la prima esperienza sessuale un pomeriggio d’estate a 14 anni con
Luke, un ragazzo al primo anno di università. Fra le scene erotiche
del libro, a mio avviso questa è decisamente la più riuscita. Lily
Rose ci fa partecipi dell’intensa emozione dei due protagonisti,
sfidando le convenzioni sociali (lei ha 14 anni) e raccontando
un’esperienza che per molte persone non è indimenticabile, quella
della “prima volta” come un momento di estasi assoluta.
C’è
la nuova vita, con un marito sconosciuto, ma per il quale Vivienne
prova attrazione immediata, sente le “farfalle nello stomaco”, ha
un’ottima intesa sessuale. Un marito, almeno apparentemente,
amorevole e premuroso. Troppo perfetto per essere vero? Forse si,
forse no.
Quello
che più mi ha colpito del personaggio di Vivienne è il suo essere,
appunto, governata dal senso estetico. Una persona convinta che
niente sia più necessario del superfluo, della seduta
dall’estetista, del trattamento viso idratante, del massaggio
delizia di riso,
dello shopping,
dell’outfit
giusto per ogni occasione, dell’intimo sensuale e raffinato.
Annabel/Vivienne rimpiange della sua vita precedente prima di tutto
questo: coccolarsi con tutto quanto non è strettamente necessario.
Tra
Vivienne e Andrew c’è intesa erotica, affinità e amore.
Ma
nel personaggio di Andrew, c’è un qualcosa di oscuro. Lui
ridimensiona l’attenzione all’aspetto esteriore della sua “moglie
imperfetta” come una stranezza residua di una vecchia ragazza un
po’ viziata dal suo stile di vita precedente: spalleggiato anche
dalla madre di Vivienne, cerca di ridimensionare il suo slancio a
ricostruirsi prima di tutto esteriormente e la spinge a cercare di
ritrovare la memoria con un percorso psicologico. Tra la psicologa
individuata da Andrew e Vivienne, tuttavia, non c’è intesa alcuna,
anzi lei la considera in qualche modo ambigua e inadatta. Ci sono
altri personaggi nel libro come Victoria e Robert, ma non sono
particolarmente significativi: tutto ruota intorno ai due
protagonisti.
A
Vivienne manca qualcosa, qualcosa che neanche lei riesce a definire.
E cosi resistendo alle pressioni della madre, all’attrazione fisica
e all’amore che scopre di provare per Andrew sublimato in quel “ti
amo” sussurrato sottovoce nel finale, Vivienne decide di prendersi
una pausa per ritrovare se stessa, non per tornare a fare la escort,
ma per capire che cosa vuole veramente.
Con
una scrittura serrata e avvolgente, che cattura da subito
l’attenzione del lettore, Lily Rose costruisce una storia
intrigante nel quale dietro l’apparenza del romance
con qualche risvolto erotico si cela anche l’ombra di un’anima
oscura e “gialla”: per tutto il libro, siamo portati a
interrogarci sulla sincerità di Andrew e sulla vita costruita
intorno alla nuova Vivienne. Il finale, aperto, prevede un seguito
nel quale potremo scoprire quali erano le reali intenzioni dei
personaggi.
Mi
sento quindi di consigliare Vivienne.
Da escort a moglie imperfetta
sia per l’alta qualità della scrittura sia per il perfetto
bilanciamento dei generi rosa e giallo.
Anche
se apparentemente lontanissimo dalla mia esperienza personale, io mi
sono spesso identificato nel personaggio di Vivienne. Forse perché
mi accomuna a lei un’età affine, “quell’età
in cui una donna (o
nel mio caso un uomo)
si sente ancora un po’ ragazzina, troppo grande per tornare
indietro e troppo piccola per smettere di sognare” (cit.
pg 250), forse perché anche io mi sento governato dal senso estetico
come lei, forse perché anche io voglio credere nel fondo del mio
cuore che tutto sia ancora possibile.
Il
personaggio di Annabel/Vivienne, dietro la sua frizzante inquietudine
è portatrice anche di un messaggio profondo: l’amore per il
“superfluo”, la bellezza, l’estetica, l’arte è proprio
quello che ci rende umani.
Un’ultima
segnalazione per la straordinaria copertina di Valentina Modica, con
le deliziose sfumature di lilla, con la rappresentazione grafica che
mi ha permesso di immaginarmi Vivienne ogni pagina e quelle
silhouettes maschili: sono i clienti di Annabel Paris o le ombre che
si nascondono dietro Andrew? Per scoprirlo dobbiamo attendere il
seguito!
Grazie mille per la splendida recensione, molto dettagliata e accurata!
RispondiEliminaLily