lunedì 1 giugno 2020

Recensione Romanzo - BY ANDREA - VIVIENNE. DA ESCORT A MOGLIE IMPERFETTA di Lily Rose

















LONDRA - IERI – Annabel è un’escort molto richiesta. Single incallita, conduce una vita eccitante, indossa capi firmati e possiede un fisico mozzafiato.
OXFORD - OGGI - Vivienne si risveglia in un letto d’ospedale, senza più ricordi. Affetta da amnesia, non rammenta gli ultimi cinque anni della sua vita, non riconosce gli amici e, soprattutto, non sa di avere un marito.
Ha inizio per lei un calvario, fatto di volti sconosciuti e di una vita che non le appartiene. Ritrovarsi catapultata nei panni di una casalinga, sposata e desiderosa di avere figli, la sconvolge, per non parlare dei suoi dieci chili in più. Costretta a vivere con Andrew, per quanto affascinante, si sente incastrata in un vero e proprio incubo.
Che fine ha fatto Annabel? Cosa ne è stato della sua vita? Perché si è sposata, trasferendosi a Oxford?
Domande che sembrano destinate a non trovare una risposta; il tempo scorre inesorabile, e neppure l’amore di Andrew pare stimolarla.
Vivienne recupererà la memoria, o tornerà a vestire i panni di Annabel?
***IL ROMANZO NON È AUTOCONCLUSIVO, SEGUIRÀ A BREVE IL SEQUEL***









A causa di un incidente, una donna si sveglia in un letto d’ospedale senza riconoscere più se stessa. Si ritrova con cinque anni di più, un fisico appesantito e spento, e soprattutto, una vita che non le appartiene e che non le piace.
Vivienne si ricordava di essere una brillante escort trentenne, nota con l’alias di Annabel Paris, single convinta, appassionata di borse d’alta moda e intimo di Victoria’s Secrets. Una ragazza colta e preparata, studentessa di marketing e comunicazione, appassionata di letteratura, receptionist in una palestra. Una persona “governata” dal senso estetico, che si è ritrovata nel ruolo di escort quasi casualmente spinta dalla naturalezza con cui l’amica Sarah si era trasformata da studentessa squattrinata in regina di bellezza, ricca e sicura. Il desiderio di prendersi cura di sé prima di tutto dal punto di vista estetico è la molla che spinge Vivienne a dire: sono giovane, bella, fantasiosa e il sesso mi piace, perché no? Perché non provarci?
La nuova Vivienne è invece un’altra persona. Una casalinga di 35 anni certamente ancora attraente, ma ingrassata, appesantita nel cuore e nell’anima, spenta e soprattutto…sposata! Quello che in versione Annabel aveva sempre cercato di evitare. Vivienne non è stata in coma, ha vissuto gli ultimi cinque anni, ma ne ha perso completamente la memoria: soffre di amnesia lacunare.
Riconosce sua madre, ricorda Sarah, ma non tutte le persone entrate nella sua vita di recente, prime fra tutti Andrew, il marito, un fotografo conosciuto durante un servizio per il suo sito personale e sposato a Las Vegas davanti a un prete e a un solo testimone.
Uscendo dall’ospedale, per Vivienne inizia uno strano ritorno alla vita. Ci sono i lucidissimi flash della vita precedente: l’università, l’incontro con Sarah, le variopinte figure dei clienti incontrati nel corso della sua attività di escort, la prima esperienza sessuale un pomeriggio d’estate a 14 anni con Luke, un ragazzo al primo anno di università. Fra le scene erotiche del libro, a mio avviso questa è decisamente la più riuscita. Lily Rose ci fa partecipi dell’intensa emozione dei due protagonisti, sfidando le convenzioni sociali (lei ha 14 anni) e raccontando un’esperienza che per molte persone non è indimenticabile, quella della “prima volta” come un momento di estasi assoluta.
C’è la nuova vita, con un marito sconosciuto, ma per il quale Vivienne prova attrazione immediata, sente le “farfalle nello stomaco”, ha un’ottima intesa sessuale. Un marito, almeno apparentemente, amorevole e premuroso. Troppo perfetto per essere vero? Forse si, forse no.
Quello che più mi ha colpito del personaggio di Vivienne è il suo essere, appunto, governata dal senso estetico. Una persona convinta che niente sia più necessario del superfluo, della seduta dall’estetista, del trattamento viso idratante, del massaggio delizia di riso, dello shopping, dell’outfit giusto per ogni occasione, dell’intimo sensuale e raffinato. Annabel/Vivienne rimpiange della sua vita precedente prima di tutto questo: coccolarsi con tutto quanto non è strettamente necessario.
Tra Vivienne e Andrew c’è intesa erotica, affinità e amore.
Ma nel personaggio di Andrew, c’è un qualcosa di oscuro. Lui ridimensiona l’attenzione all’aspetto esteriore della sua “moglie imperfetta” come una stranezza residua di una vecchia ragazza un po’ viziata dal suo stile di vita precedente: spalleggiato anche dalla madre di Vivienne, cerca di ridimensionare il suo slancio a ricostruirsi prima di tutto esteriormente e la spinge a cercare di ritrovare la memoria con un percorso psicologico. Tra la psicologa individuata da Andrew e Vivienne, tuttavia, non c’è intesa alcuna, anzi lei la considera in qualche modo ambigua e inadatta. Ci sono altri personaggi nel libro come Victoria e Robert, ma non sono particolarmente significativi: tutto ruota intorno ai due protagonisti.
A Vivienne manca qualcosa, qualcosa che neanche lei riesce a definire. E cosi resistendo alle pressioni della madre, all’attrazione fisica e all’amore che scopre di provare per Andrew sublimato in quel “ti amo” sussurrato sottovoce nel finale, Vivienne decide di prendersi una pausa per ritrovare se stessa, non per tornare a fare la escort, ma per capire che cosa vuole veramente.
Con una scrittura serrata e avvolgente, che cattura da subito l’attenzione del lettore, Lily Rose costruisce una storia intrigante nel quale dietro l’apparenza del romance con qualche risvolto erotico si cela anche l’ombra di un’anima oscura e “gialla”: per tutto il libro, siamo portati a interrogarci sulla sincerità di Andrew e sulla vita costruita intorno alla nuova Vivienne. Il finale, aperto, prevede un seguito nel quale potremo scoprire quali erano le reali intenzioni dei personaggi.
Mi sento quindi di consigliare Vivienne. Da escort a moglie imperfetta sia per l’alta qualità della scrittura sia per il perfetto bilanciamento dei generi rosa e giallo.
Anche se apparentemente lontanissimo dalla mia esperienza personale, io mi sono spesso identificato nel personaggio di Vivienne. Forse perché mi accomuna a lei un’età affine, “quell’età in cui una donna (o nel mio caso un uomo) si sente ancora un po’ ragazzina, troppo grande per tornare indietro e troppo piccola per smettere di sognare” (cit. pg 250), forse perché anche io mi sento governato dal senso estetico come lei, forse perché anche io voglio credere nel fondo del mio cuore che tutto sia ancora possibile.
Il personaggio di Annabel/Vivienne, dietro la sua frizzante inquietudine è portatrice anche di un messaggio profondo: l’amore per il “superfluo”, la bellezza, l’estetica, l’arte è proprio quello che ci rende umani.
Un’ultima segnalazione per la straordinaria copertina di Valentina Modica, con le deliziose sfumature di lilla, con la rappresentazione grafica che mi ha permesso di immaginarmi Vivienne ogni pagina e quelle silhouettes maschili: sono i clienti di Annabel Paris o le ombre che si nascondono dietro Andrew? Per scoprirlo dobbiamo attendere il seguito!

















1 commento:

  1. Grazie mille per la splendida recensione, molto dettagliata e accurata!
    Lily

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