martedì 21 ottobre 2025

Recensione Romanzo - BY GRAZIA - LA REGINA DEI DUE MONDI di Lisa Laffi

 















Spagna, 1461. A dieci anni Isabella, nelle cui vene scorre il sangue aristocratico e maledetto dei Trastámara, viene convocata a corte dal fratello Enrico, re di Castiglia. Non è tanto l’affetto a indurlo ad avvicinarsi a lei e al fratellastro Alfonso, quanto la mancanza di un erede. Nessuno pensa che la corona possa veramente andare a una donna, ma nella mente di Enrico la giovane può diventare un’importante pedina per le alleanze matrimoniali.
Di lì a poco, invece, il destino toglie dalla scacchiera tutti gli uomini e Isabella sale al trono. Presto diventa una delle figure più significative del secolo: artefice del Regno di Spagna, protettrice di Cristoforo Colombo, madre di quattro regine, sarà considerata da alcuni una santa e da altri una sovrana sanguinaria, perché il suo regno sarà fondato sulla fede ma anche sul sacrificio degli Ebrei e dei Mori cacciati dall’Andalusia.
Quando la morte piomba sul suo popolo e sui suoi figli, Isabella combatte per salvare il regno dalle mire dei suoi rivali con il sostegno del marito Ferdinando d’Aragona ma anche di molte donne, di cui saprà comprendere il grande valore. Dallo splendore dell’Alhambra ai campi di battaglia insanguinati e ai meandri oscuri del palazzo di Segovia, questa è la storia di Isabella, raccontata dalla sua stessa voce.





Con La regina dei due mondi, Lisa Laffi firma un romanzo storico di grande respiro, ambizioso e riccamente documentato, che riesce a dare nuova voce a una delle figure più complesse e controverse del Rinascimento europeo: Isabella di Castiglia, la regina che cambiò il destino della Spagna e, in un certo senso, quello del mondo.

Fin dalle prime pagine si percepisce la profonda ricerca storica che sostiene il racconto. La Laffi non si limita a ricostruire fatti e date, ma rianima un’intera epoca: la Castiglia del Quattrocento, un regno diviso tra intrighi di corte, superstizioni religiose e il lento, inesorabile consolidarsi del potere monarchico. L’atmosfera è palpabile – dalle ombre fredde dei palazzi di Segovia alla luce dorata dell’Alhambra di Granada – e ogni ambiente ha un’anima, una temperatura emotiva.

La vera forza del romanzo, però, sta nella voce di Isabella, narratrice in prima persona. È lei a guidarci, con una lucidità a tratti spiazzante, attraverso le contraddizioni del suo destino: la bambina costretta a crescere troppo in fretta, la regina divorata dal senso del dovere, la donna divisa tra fede e fanatismo. In questa prospettiva intima, Laffi riesce a umanizzare un personaggio spesso cristallizzato nei manuali di storia, rendendolo fragile, appassionato, profondamente femminile.

Accanto a Isabella emergono figure femminili di grande spessore, reali o immaginarie: da Maria di Portogallo, malinconica e devota, alla fittizia ma simbolica Ines, che incarna le donne dimenticate dalla Storia. Queste presenze costruiscono un coro sommesso ma potente, capace di ricordarci che dietro le dinastie e le battaglie ci sono sempre corpi e voci di donne che hanno pagato il prezzo più alto.

Sul piano stilistico, Laffi conferma la sua abilità nel coniugare rigore storico e sensibilità narrativa. La prosa è elegante ma accessibile, con un ritmo ben calibrato che alterna momenti lirici a passaggi più cronachistici. Alcuni capitoli, tuttavia, rallentano leggermente la tensione narrativa, complice la densità delle informazioni storiche che, sebbene accurate, rischiano di appesantire la lettura nei punti centrali.

Il finale, intenso e malinconico, restituisce pienamente la grandezza tragica di Isabella: una regina “dei due mondi”, sospesa tra la luce della fede e l’ombra delle sue scelte.

La Ricostruzione storica è impeccabile e coinvolgente

I Personaggi femminili sono sfaccettati e realistici

LE Ambientazioni evocative e cinematografiche

Lo Stile solido e raffinato, anche se a tratti troppo corposo

La regina dei due mondi è un romanzo che unisce storia e introspezione, potere e umanità, e che conferma Lisa Laffi come una delle voci più autorevoli del romanzo storico italiano contemporaneo.
Non un semplice ritratto, ma un dialogo profondo con la Storia — e con le donne che l’hanno vissuta, spesso in disparte.

Potente, colto e appassionato.







 








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