Torino, ottobre 1980.
Nella sede del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana, di Roberta Berni non c'è più traccia. La ragazza che sognava di seguire le orme di Aldo Moro sta protestando davanti ai cancelli dell'Azienda, insieme a quelli che lei stessa definirebbe degli "scappati di casa".
Sono passati due anni e mezzo da quando le Brigate Rosse hanno ucciso il suo idolo, Aldo Moro, e Roberta non ce l'ha fatta: il caos delle barricate, degli attentati e delle stragi le è entrato dentro. Non può continuare a suonare spensierata il pianoforte o l'organo con don Dino, a concentrarsi sull'imminente laurea, a confidare nel suo partito… Non c'è più tempo e nessuno sembra preoccuparsene. Primo fra tutti suo padre. Che, dopo averle rivolto la più infamante delle accuse, la spedisce a Roma da Didi, la zia da cui l'ha sempre tenuta misteriosamente a distanza.
Per Roberta, che preferirebbe i blindati del carcere di Regina Coeli, si aprono le porte del "Rare Tracce", il rock club più frequentato di Trastevere. Inizia così la convivenza con Lo Stormo, la band di casa, e la serie di "sfavorevoli congiunture" che la portano a scontrarsi con Manuel, il frontman con l'autostima più bassa dell'intera storia della musica.
Per colpa di Rino Gaetano e dei suoi testi, e con la complicità degli accordi stonati dei Clash, Manuel e Roberta crederanno di poter riordinare l'uno il caos dell'altra. Almeno fino a quando, in quel maledetto 23 novembre, novanta secondi di terrore metteranno di nuovo a soqquadro la loro vita.
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