A Oslo, in una notte di inverno, due sedicenni scompaiono misteriosamente nel nulla. Sulle prime si pensa a una fuga sentimentale, ma in breve gli indizi portano a ben altre ipotesi.
Quando, nella cantina di una casa bruciata viene trovato il corpo carbonizzato di una giovane donna, si pensa subito a Line e le scoperte che continuano ad emergere sul passato di Emil non fanno che alimentare le peggiori congetture, a cui perfino i genitori adottivi Mina Halvorsen e Stig Olsen finiscono per credere.
Cosa è accaduto veramente?
Che fine hanno fatto i due ragazzi?
La verità verrà a galla a poco a poco rivelando un marciume senza fine.
A Oslo in una notte di inverno, due sedicenni scompaiono misteriosamente nel nulla. Uno dei due è Emil, figlio adottivo dei poliziotti Mina Halvorsen e Stig Olsen.
L’altra è Line, la figlia di un collega con il quale soprattutto Mina non è in buoni rapporti. I due ragazzi sono fidanzati e inizialmente si pensa che siano fuggiti insieme per amore.
Emil nasconde un terribile trauma legato alla sua famiglia di origine, e da bambino sembra che avesse l’abitudine di chiudere le altre persone in spazi chiusi e bui.
Gli indizi ben presto portano ad altro, e nella cantina di una casa bruciata viene ritrovato il corpo carbonizzato di una ragazza. Si pensa che potrebbe essere Line, mentre Emil, che è vivo, si trova a causa del suo passato e della sua relazione con Line a essere al centro dei sospetti. Persino i due genitori adottivi sospettano di lui, ma cosa è accaduto veramente?
Chi è davvero la ragazza trovata morta nella cantina? Che fine hanno fatto Line ed Emil?
“Claustrofobia” è l’ottavo capitolo della serie norvegese di Maria Luisa Moro, che torna con i suoi protagonisti Mina e Stig dopo una lunga pausa. Siamo di fronte a una sorta di spin off che vede qua come protagonista il figlio adottivo Emil.
Il thriller psicologico di Maria Luisa Moro tratta temi molto delicati, dagli abusi sui minori alla violenza di genere, con una scrittura come sempre essenziale e ricca di suspence, e con una serie di colpi di scena che ribaltano di volta in volta gli indizi emersi nel corso del racconto.
Claustrofobia è un thriller autoconclusivo che può essere letto in maniera indipendente dagli altri libri della serie norvegese, anche se ovviamente è utile per apprezzarlo al meglio conoscere le precedenti avventure di Mina e Stig. Qua la loro indagine arriverà a coinvolgere i loro sentimenti e la loro vita privata, fino a portarli appunto a dubitare del loro figlio adottivo.
Chi ha amato la “serie norvegese” non sarà deluso da questa nuova uscita, chi si avvicina a questi personaggi per la prima volta potrà essere incuriosito dalle storie di Mina e Stig e dalle fredde atmosfere del Nord nel quale sono ambientate.
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