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Un’inchiesta è un’inchiesta. È un compito che prevede attività investigative. In sostanza, un giornalista adotta metodi da detective al fine di scoprire la verità su un caso. Indagini, ricerche, analisi, rapporti con le fonti, sopraluoghi e infiltrazioni fanno parte del gioco. Un gioco che conosco bene. Molto bene.
Per anni ho montato, e smontato, storie e ipotesi investigative, in parte scomode, al solo scopo di divulgare vicende complesse o argomenti nascosti all’opinione pubblica. Lavoro per un editoriale e riportare i fatti reali a mezzo di stampa è il mio compito.
Ed è lo stesso per Olivia Brant, la reporter numero uno della nostra redazione.
Tuttavia, oggi, risulta scomparsa. Volatilizzata nel nulla.
Un agente, di nome Ethan Holm, pensa che possa essere in pericolo e pensa anche che io possa aiutarlo a trovarla. Io? Alida Fioretti? Ho abbandonato da tempo il ruolo da reporter e credo che farei meglio a tenermi lontana da queste faccende. E dovrei tenermi a distanza anche da lui, perché da come si pone, da come si muove e da come mi parla, potrebbe rovinarmi la vita solo sfiorandomi, che ne so, i gomiti.
Ma come si fa a resistere ad un tipo come lui?
E come si fa a non essere attratti da un caso del genere, in cui, l’indicazione iniziale, è solo una chiamata persa? Chi non vorrebbe saperne di più? Chi non vorrebbe scoprire che fine ha fatto Olivia?
Un’inchiesta è un’inchiesta.
E questa, è sicuramente da prima pagina.
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