Lucien De La Roche è solo una delle sue tante identità, ma lei non lo sa.
Dovrebbe lasciarla andare. Lui non è un tipo che mette radici. Oggi è Firenze, domani sarà a Londra e la settimana prossima a New York. Il suo mondo è racchiuso in una valigia. Eppure lei risveglia in lui il bisogno di fermarsi, di cambiare vita, di rinnegare tutto ciò in cui gli hanno insegnato a credere… Una sfida davvero troppo ghiotta per uno che dell’inganno ha fatto il suo mestiere.
Matilde non crede ai suoi occhi. Quando Lucrezia le chiede di voltarsi, per incrociare lo sguardo del suo uomo ideale, lei non ci pensa un secondo e da quel momento il suo cuore è perso per sempre. La perfezione esiste e si chiama Lucien.
Se poi lui, come un cavalier servente, trasforma i tuoi sogni in dolci realtà, be’ non ci sono proprio dubbi: è lui l’uomo che attendeva da sempre.
Peccato che nulla sia come immagina e il prezzo da pagare per la propria ingenuità sarà altissimo. Nonostante tutto, dopo la caduta, inizia la risalita e la partita, questa volta, potrebbe capovolgersi.
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Senza che me ne renda conto, mi perdo nella contemplazione di questa immagine e il desiderio di rallentare, di fermarmi magari in questo posto mi assale.
Sono almeno quattro anni che non lo faccio. Oggi a Firenze, domani a Londra, dopodomani a New York. La mia casa è la mia valigia. I miei ricordi sono quelli che costruisco ogni giorno.
Non distolgo lo sguardo dal suo. Non ho paura. Ho sentito il suo cuore battere all’unisono con il mio. Ci sono verità che non possono essere simulate. C’era qualcosa tra noi, qualcosa che lui ha sacrificato per soddisfare la sua brama di potere e soldi.
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Mi volto a guardare la mia donna. Ha i capelli biondi raccolti dietro la nuca e pettinini di strass impreziosiscono la sua acconciatura sobria ed elegante. È di una bellezza che lascia senza fiato e il corpo… Lo percorro rapidamente, riempiendomene gli occhi. Sembra una dea. Eppure, non ci sono paragoni con quello che ho provato per la stronza. Le carezzo una gota, piegando le labbra in un sorriso che lei ricambia istintivamente. Forse è meglio così. Se mi innamorassi di lei, com’è accaduto con Matilde, dovrei lasciarla andare, perché l’amore richiede verità ed io quella verità non posso ancora raccontarla a nessuno, se voglio restare vivo e difendere le persone che amo.
L’amore distrugge, indebolisce, contesta. L’ho visto con mia madre. Lei è morta per amore. Io non sono mio padre. Io non sono uno senza palle. Io non m’innamoro. Io fotto i corpi e anche le anime. Non c’è legame tra noi. L’innamoramento non esiste. È un’ubriacatura della mente. Tutto passa, anche l’infatuazione.
«Non ho visto un fantasma», le assicuro. «Ho visto il diavolo in persona», le chiarisco. Gli occhi caldi e castani di Rose passano rapidi da me all’uomo alto e biondo che ora abbraccia Amber con trasporto, come se proteggesse il bene più prezioso al mondo.
«Non crederai…».
«È lui», le garantisco. «Lo riconoscerei tra mille».
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