La squadra di basket del liceo classico Ludovico Ariosto vanta, da tre anni a questa parte, il capitano più determinato e carismatico che abbia mai avuto: Simone Vitale. Bello da mozzare il fiato e consapevole di esserlo, Simone è convinto che non esista niente che possa mettere in discussione la sua virilità, ed è pronto a dire lo stesso dei suoi compagni. Invece deve ricredersi quando, trascinato in un gay bar dalla sua migliore amica, riconosce proprio uno di loro, Fabrizio Silvestri. Per Simone è impensabile che un ragazzo simile – popolare, sportivo e oggettivamente affascinante – possa essere gay, eppure è la verità.
Piano piano, però, il segreto si fa sempre più ingombrante nella sua mente e ne diventa ossessionato: è davvero odio quel sentimento che lo mette a disagio ogni volta che Fabrizio è nei paraggi? Ora che tutto ciò che ha sempre creduto di essere è stato messo in discussione, Simone dovrà ripartire da zero per capire chi è e prendersi ciò che vuole davvero.
Ci troviamo in una città non identificata. Siamo nella camera da letto di una ragazza e, accanto a lei, c’è Simone, il leader della squadra di basket dell’Ariosto. La situazione può sembrare ambigua, ma sappiamo già dalla trama che le cose iniziano in un modo e finiscono sempre in un altro. Nonostante la mia età anagrafica indichi che sia arrivato il momento di smettere di leggere di teenagers, io continuo a seguire le cose che mi piacciono. Gli young adult sono un genere che non prediligo, ma che tutto sommato, mi fanno tornare giovincella. Qui siamo all’ultimo anno un liceo italiano e quindi i protagonisti sono nostri connazionali. Parto facendo questo appunto perché mi è piaciuta l’idea dell’ambientazione nostrana, peccato che non si capisca che città sia. Sarebbe stato bello avere qualche indizio per capire dove si trovassero i protagonisti (io, per esempio, me li sono immaginati a Roma).
La scarsa descrizione degli ambienti aumenta l’attenzione che l’autrice mette sui ragazzi, soprattutto su Simo e Fabrizio. Il primo, all’inizio, è lo stereotipo dell’adolescente ottuso e ce ne accorgiamo dai commenti di Angelica, la sua migliore amica che lo “bacchetta” come una mamma chioccia. Cosa fanno due adolescenti sdraiati sul letto? Ma ovviamente lei invita lui ad andare in un gay bar!
E così inizia la presa di coscienza di Simone sulla propria sessualità, su chi è come persona, come capitano della squadra di basket, sul futuro. La scoperta di provare attrazione per Fabrizio, e di come si evolverà la cosa, è il fulcro del romanzo che tiene il lettore incollato alle pagine. Essendo tutto dal punto di vista di Simo, vediamo il resto del mondo attraverso i suoi occhi e sappiamo solo quello che accade dentro di lui. Avrei preferito leggere molta più introspezione, molte più riflessioni su ciò che Simo prova per un altro ragazzo, perché è così attaccato ad Angelica, perché il suo rapporto con i genitori è statico, perché sembra non avere altri amici. Discorso contrario per Fabrizio che si espone, parla e agisce. Sappiamo più di lui che sul protagonista stesso (cosa che ho apprezzato perché, davvero, amo Fab).
La storia d’amore è forse un po’ troppo sbrigativa in rapporto al numero di pagine, ma non è disturbante, anzi. Mi sono piaciute molto le loro interazioni, i loro approcci impacciati e la vena di dolcezza che mi ha accompagnato in queste scene delicate. Avrei apprezzato volentieri una bella dose di spicy e sono qui a farmi la stessa domanda di Angelica: chi ha dato e chi ha preso? Non che abbia importanza, ma la curiosità fa parte del mio patrimonio genetico.
In conclusione, Leader di Aurora Pinelli è un buon libro, un inizio promettente di un’autrice che ha del potenziale. Il talento si vede, la passione si percepisce, la volontà di raccontare c’è, quindi… a quando il prossimo libro?
P.S. Mi piacerebbe leggere ancora di Simo e Fab all’università, di come la loro storia si è evoluta e cosa stanno combinando. Sono insieme? Che è successo con gli altri membri della squadra di basket? E Marco? Angelica e Ro? (l’ho detto che ho la curiosità nel DNA).
Allora, ammettiamolo, appena ho letto la trama ho storto il naso, poi ho aperto il libro, letto 20 pagine e pensato che Simone fosse il più grande imbecille che calpestava questo pianeta. No, solo uno dei tanti imbecilli, in effetti. Però dovevo finirlo per avere un quadro completo del racconto e non mi piaceva l’idea di essere una lettrice approssimativa.
Mai scelta si è rivelata migliore, perché ho trovato Fabrizio e l’amore è stato immediato. Quasi mi dispiaceva per lui, fiero, coraggioso, deciso e sarcastico, perché doveva aver a che fare con Simone.
Le pagine sono scivolate via leggere, la scrittura di questa autrice è impeccabile e stimola il lettore ad andare avanti per scoprire quello che succederà dopo. E, piano piano, mi sono dovuta ricredere su Simone, perché, se con Fabrizio è stato amore a prima vista, è Simone il personaggio che cresce di più all’interno di questo libro, colui che prende coscienza di sé e cambia fino a diventare l’uomo che merita di avere al proprio fianco qualcuno come Fabrizio.
Anche i personaggi di contorno si sono rivelati vincenti per dare al lettore un quadro della società in cui viviamo, basata sulle apparenze e sulla bellezza delle persone. Angelica è una rappresentazione perfetta di quanto basti scavare un po’ più a fondo per rendersi conto dei disagi che un altro essere umano porta con sé. Certo, mi sarebbe piaciuto leggere un pochino di più su di lei o su quello che succede o potrebbe succedere tra lei e Roberta. Questa è una caratteristica che si rincorre anche nel rapporto di Simone con i genitori sul quale avrei apprezzato un approfondimento maggiore, anche solo qualcosa in più quando scoprono il suo orientamento (non che non abbia apprezzato la tacita accettazione).
E poi, da lettrice accanita, mi sono mancate le scene di sesso esplicite. Non il porno, ma una bella scena riesce a far sognare il lettore e gratificare l’autore. Un pizzico di pepe in più, insomma, sarebbe stato gradito.
Quindi, tirando le somme, Leader è una piacevole lettura, che accompagna l’amaro in bocca con la dolcezza del happy ending, il disappunto con le riflessioni, l’accettazione con l’amicizia; un libro che avrà il potere di farvi arrabbiare e farvi sorridere allo stesso tempo. Insomma non siete curiosi di conoscere Simone e Fabrizio? Dai, ne vale assolutamente la pena.
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