Un viaggio a sorpresa con il fratello della sua migliore amica.
Jenna
Dopo aver accidentalmente ammaccato la sua nuovissima auto, mi trovo di colpo a faccia a faccia con un maschio alfa furioso.
Aspettate, Eli Robinson?
Com’è possibile che l’irritante fratello minore della mia migliore amica si sia trasformato in quest’uomo stupendo e spavaldo?
Non posso farmi tentare da lui. Eli è off-limits. La mia migliore amica, sua sorella, che ha contribuito a crescerlo, si è assicurata che lo sapessi.
Ma c’è il fatto che più lo conosco, più è difficile restargli lontano. Può solo finire male. Non vale la pena di rischiare di perdere la mia migliore amica per una relazione.
Ma poi lui mi rapisce.
Eli
Jenna Larsen era la ragazza dei miei sogni adolescenziali e lo intendo nel modo più erotico possibile. Ora che siamo adulti ho scoperto che è ancora più bella di quanto ricordassi. Quindi la porto a fare un viaggio a sorpresa per allontanarmi da occhi che potrebbero giudicarci. Una specie di lungo appuntamento. Okay, va bene, l’ho rapita.
Spero solo che smetta di essere furiosa con me abbastanza a lungo da darci una chance.
Commedia romantica standalone con un lieto fine da svenire. Nessun cliffhanger.
Eli
Da bravo poliziotto di Summerdale, non si suppone che io dica che la gente è idiota, ma stasera la mia pazienza è arrivata al limite. Finora, durante il mio turno ho:
- Beccato dei minorenni con dell’alcol (cinque volte). Non potreste almeno portare la vostra schifosa birra nei boschi, dove non faccio la ronda?
- Confiscato fuochi d’artificio illegali (tre volte). Potreste non perdere un dito quando sono di servizio io?
- Spiegato perché la gente non può parcheggiare dove ci sono le uscite di emergenza (troppe volte per contarle). Idioti.
Ironia della sorte, io ero uno di quegli idioti che infrangevano le regole. Chi può far rispettare le regole meglio del tizio che le infrangeva tutte da adolescente?
Il mio turno è finito, quindi perché sono tornato al centro di tutta l’azione al lago Summerdale? Tradizione. È la regata di fine estate, sono tutti in barca sul lago con luci festose e volevo guardare i fuochi d’artificio con la comunità in cui sono cresciuto e che amo. Sono sulla riva, senza uniforme, con una t-shirt nera e i jeans, appoggiato a un albero per godermi lo spettacolo. Non c’è niente come una calda notte d’estate vicino al lago. Ci sono tanti ricordi, qui, con la mia famiglia, a goderci un picnic sulla spiaggia, a nuotare e pescare con mio padre. Più tardi, il lago era diventato il mio posto preferito per pomiciare con le ragazze. Prima di avere la patente, poi avevo trovato posti più isolati per tutte le mie attività amorose. Mi piacciono le donne. Il loro profumo, la loro pelle morbida, le loro curve, le loro voci dolci.
Mi rimetto in piedi e mi stiracchio mentre i fuochi d’artificio finiscono con una brillante esplosione finale di rosso, azzurro e viola. L’ufficio intrattenimenti del municipio mette sempre in piedi uno spettacolo coi fiocchi. Mi trattengo sulla spiaggia, lasciando che la gente se ne vada prima di me. Non c’è motivo di affrettarmi a uscire dal parcheggio affollato di fronte all’Horseman Inn, solo per restare fermo in coda seduto in auto. Anche se è una bellezza, una Ford Mustang GT Premium, color argento, convertibile, con sedili in pelle riscaldabili, un motore V8 e cambio automatico a dieci marce. Ce l’ho da due settimane, è la mia prima auto nuova da sempre (le altre erano di seconda mano) ed è un sogno da guidare.
Finalmente la folla sembra essersi diradata e vado verso la strada sul sentiero che gira intorno al lago. Stasera c’è quasi la luna piena e l’argento della mia Mustang brilla alla luce della luna. Oggi l’ho lavata e ho usato una cera speciale come tocco finale. È uno spettacolo.
Attraverso la strada, premo il tasto e apro la portiera. Le luci posteriori rosse di una Honda Accord parcheggiata davanti alla mia si accendono.
N-o-o-o. Guardo inorridito la Honda che tampona la mia nuovissima Mustang. Risucchio il fiato. Lo scricchiolio del paraurti anteriore della Mustang sembra un colpo diretto al mio plesso solare. La mia bambina. La mia nuovissima bambina.
Corro a controllare il danno. Il paraurti anteriore è distrutto.
Gesticolo furiosamente verso il guidatore, ancora nell’auto. «Che diavolo stavi facendo? Hai fatto retromarcia direttamente contro la mia auto!»
Si apre la portiera della Honda e scende una donna bionda che conosco bene. Jenna Larsen. È la migliore amica di mia sorella Sydney, la mia fantasia sessuale quand’ero un adolescente ed è sexy da morire in quella maglietta bianca e shorts di jeans che mettono in mostra le sue lunghe gambe.
In questo momento non me ne importa niente.
«Hai rovinato la mia auto!» urlo, indicando il danno imperdonabile. Il mio orgoglio e la mia gioia, per la quale ci sono voluti fin troppo stipendi. E non ho ancora finito di pagarla!
Lei mi dà un’occhiata prima di andare a controllare il retro della sua auto. Non la mia. La sua! Come se il problema maggiore fosse il suo paraurti posteriore.
Indico il mio paraurti. «Guarda. L’auto è nuova, l’ho ritirata due settimane fa!»
Lei guarda il mio paraurti ammaccato. «Calmati, non è niente di grave. Sono sicura che si può sistemarlo.»
Non riesco ad accettare quant’è noncurante riguardo a questa atrocità, specialmente dopo la serata stancante che ho avuto. «Hai almeno guardato prima di fare retromarcia?»
Lei sposta lo sguardo, con un’espressione lievemente colpevole. «Ho la telecamera posteriore. Semplicemente non ha funzionato per un attimo perché ho acceso la radio.»
Mi avvicino, in piena modalità poliziotto autoritario, fino a invadere il suo spazio personale. Non molto più bassa del mio metro e ottantacinque, ci guardiamo quasi negli occhi. Mantengo calma la voce. «E non hai notato che la telecamera non funziona quando cominci a premere i tasti?»
La guardo negli occhi e qualcosa cambia, un corpo che ne riconosce un altro a livello primitivo e l’aria sparisce dai miei polmoni. Provo ancora qualcosa per Jenna Larsen?
Lei si lecca le labbra e sento il sangue che scorre più veloce nelle vene. Poi lei si sposta bruscamente. «Pagherò io la riparazione, okay? Fammi solo sapere quant’è.» Sale in auto e se ne va.
Mi passo la mano tra i capelli corti, stordito per un momento. Conosco Jenna da sempre. Aveva cominciato a venire a casa nostra quando aveva cinque anni e io tre. È solo Jenna, l’amica di Sydney. A parte il lungo periodo ormonale tra i tredici e i quattordici anni (okay, quindici) dove era la star di tutte le mie fantasie erotiche, praticamene non l’ho più guardata. È tornata in città l’estate scorsa per aprire una pasticceria. Non ci vado mai perché evito i dolci. Comunque non penso a lei in quel modo da quando avevo 15 anni. Ero passato alle ragazze della mia età. Quelle che non mi vedevano come il pestifero fratellino di Sydney.
Allora, il mio comportamento irritante era al massimo della sua gloria durante i pigiama-party con le sue tre amiche: Jenna, Audrey e Harper. Rubavo i loro snack e mi nascondevo dietro l’angolo per spaventarle a morte. Si infuriavano tutte, tranne Jenna. Lei si comportava come se fossi solo un fastidio mentre si stavano divertendo. Mi dava un buffetto sulla testa e mi mandava per la mia strada. Vale a dire che non mi prendeva mai sul serio.
Mi chiama il maggiore dei miei fratelli, Adam, che indica la mia auto. È con la sua nuova fidanzata, Kayla, e sembra più felice di quanto lo veda da molto tempo. «Che rabbia. L’hai da quanto, due settimane?»
«Già.»
Mi torna alla mente Jenna, così vicina.
Le cose sono diverse adesso. Ho ventisette anni e lei ventinove e i due anni di differenza non contano più tanto tra due adulti.
Sbatto gli occhi un paio di volte, con la rabbia mista a qualcosa di sorprendente. Provo ancora qualcosa per Jenna Larsen.
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