«Oh cazz…» in italiano naturalmente. Con un po’ di reticenza sposta lo sguardo per cercare di capire cosa possa aver colpito con tanta forza: davanti a sé due gambe avvolte in pantaloni scuri. «Cazzo» borbotta ancora continuando a salire con lo sguardo verso i fianchi coperti da una giacca dello stesso colore scuro dei pantaloni, un abito evidentemente; sotto la giacca scorge una camicia bianca, poi un po’ di barba scura in un volto, del quale, la sola cosa che si riesce a guardare sono due occhi grandi, neri, profondi e scuri come un pozzo.
«Io… mi scusi» balbetta come una deficiente senza mai riuscire a staccare lo sguardo da quell’uomo, così perfetto ai suoi occhi da farle dimenticare di deglutire.
Lui le sorride, e avere addosso la felpa grigia e i jeans strappati in quel momento la riporta nella propria inetta dimensione dell’essere.
«Volevi rompermi le gambe o solamente infilarmi nel carrello insieme al vino, brunetta?»
Ecco. Se fino a quel momento il suo aspetto non l’avesse completamente rimbecillita, adesso la voce bassa, roca e scura come gli occhi, potrebbe anche mandarla all’altro mondo senza che se ne accorga. «Io… credo la seconda» dice disattivando completamente il filtro bocca-cervello, e dopo essersi riascoltata mentalmente ciò che ne consegue è un’inevitabile smorfia. «Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo…» «Oh no… semmai… io… dovrei…» sente il viso avvampare e qualcosa di strano muoversi all’interno della pancia «scusami… non volevo… ero distratta» conclude.
«Capita. Lascia che mi faccia perdonare, allora» continua lui. «Volentieri!» si schiarisce la voce. «Per cosa?» le sillabe si compongono e scompongono tra i suoi neuroni come un Tetris nel quale i pezzettini che scendono sono tutti diversi l’uno dall’altra.
Il telefono prende nuovamente a vibrare, lo afferra da dentro la giacca. «Harrison» mentre cerca i boxer scuri dispersi per la camera. «Con… sì lo so, adesso arrivo… lo so, sono sparito… sì, scusami.»
Trovato l’indumento smarrito, si riveste velocemente, il telefono retto dalla spalla, i capelli scuri completamente spettinati.
«Stai scherzando? Che cazzo di ore sono? Arrivo, portami in ufficio una camicia pulita per cortesia e boh, portami qualcosa da mettere di presentabile… a dopo.»
Chiude velocemente la telefonata, e dopo essersi rivestito di tutta fretta ripercorre lo spazio fatto la sera prima con lei tra le gambe, l’erezione di nuovo in tiro. «Che effetto che mi fa» borbotta prima di notare attaccato alla porta un biglietto:
"Sono uscita, ti eviterà un imbarazzante risveglio! Grazie per la serata e l’hamburger… sbatti la porta quando esci."
Nessuna lo aveva mai liquidato con un bigliettino attaccato alla porta.
I primi due sono praticamente il loro primo incontro e magari potrebbero essere utilizzati con due card dove ci sono entrambi, il terzo invece è diciamo il primo pezzo dove c'è solo Matthew. Mi spiego meglio : fino a quel momento il romanzo si era concentrato solo su Penny e su loro due, da qui si comincia a incontrare anche Matthew da solo.
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