Respiro Readers
vi segnaliamo il romanzo
dell'autrice italiana Alessandra Nucida.
TITOLO: La notte dell'assassino
AUTRICE: Alessandra Nucida
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Thriller Psicologico
PAGINE: 188
PREZZO EBOOK: 3.99
PREZZO CARTACEO: 12.00
DATA USCITA: 22 Marzo 2021
"La notte dell'assassino" è un thriller psicologico, in cui le indagini ufficiali sono sullo sfondo e a cercare il colpevole degli omicidi sono i diversi personaggi che si improvvisano detective. La vicenda inizia venti anni prima: nel prologo, Maria, una donna testimone di un crimine atroce, viene investita da un misterioso pirata della strada. Venti anni dopo nuovi delitti, collegati a quello, avvengono in una piccola città, durante una notte di dicembre. L'assassino si rivolge ai lettori per spiegare il suo desiderio di uccidere. Lui è il famoso "killer dei barboni" e vuole eliminare i senzatetto, in quanto li considera esseri inutili.
Nel romanzo si intrecciano di volta in volta le storie e le voci dei vari personaggi e si mescolano a quella dell'assassino che commenta i fatti dal suo punto di vista distorto e alienato.
Tra i vari temi trattati (quello dell'amicizia, dell'amore, della solitudine, del volontariato), c'è anche e soprattutto quello della follia, perché ognuno pensa di essere normale dal suo punto di vista e considera strani e folli gli altri. Nel romanzo l'autrice, in virtù della sua esperienza di giornalista a contatto con la gente, ha cercato di dare voce, attraverso i vari personaggi, ad un'umanità variegata, spesso sofferente, ma alla ricerca della propria felicità e desiderosa di riscatto. Sono persone con dei sentimenti nei quali possiamo facilmente riconoscerci.
"La notte dell'assassino" è un thriller originale e intrigante, da leggere tutto d'un fiato, con un finale sorprendente e una trama che si basa non solo sui delitti, ma anche sugli intrecci tra i vari personaggi.
Nel romanzo si intrecciano di volta in volta le storie e le voci dei vari personaggi e si mescolano a quella dell'assassino che commenta i fatti dal suo punto di vista distorto e alienato.
Tra i vari temi trattati (quello dell'amicizia, dell'amore, della solitudine, del volontariato), c'è anche e soprattutto quello della follia, perché ognuno pensa di essere normale dal suo punto di vista e considera strani e folli gli altri. Nel romanzo l'autrice, in virtù della sua esperienza di giornalista a contatto con la gente, ha cercato di dare voce, attraverso i vari personaggi, ad un'umanità variegata, spesso sofferente, ma alla ricerca della propria felicità e desiderosa di riscatto. Sono persone con dei sentimenti nei quali possiamo facilmente riconoscerci.
"La notte dell'assassino" è un thriller originale e intrigante, da leggere tutto d'un fiato, con un finale sorprendente e una trama che si basa non solo sui delitti, ma anche sugli intrecci tra i vari personaggi.
Mauro stava camminando da un po’. Non sapeva che fare. Sentiva un tarlo rodergli dentro.
Gli dava fastidio sapere che Giacomo era fuori a cena con altre persone e lui era là da solo.
Era solo ogni sera, perché Giacomo usciva sempre con qualcun altro, “per lavoro”, diceva lui. Ma Mauro cominciava a non credergli più!
Trascorreva quasi sempre le serate a casa da solo, a scrivere o a guardare qualche programma in tv, controllando di continuo l’orologio e il cellulare nella speranza che il suo compagno gli mandasse qualche messaggio per fargli capire che pensava a lui e che gli mancava, ma non gliene mandava quasi mai.
Se glielo faceva notare e gli chiedeva il perché di quella freddezza, Giacomo si innervosiva e gli rispondeva male sostenendo che lui era impegnato e che Mauro era solo un bambino capriccioso in cerca di attenzioni.
Insomma, alla fine a suo dire se il loro rapporto non funzionava sembrava fosse colpa di Mauro che era troppo possessivo e geloso. E lui era stufo di passare le giornate e le notti ad aspettarlo.
E per di più era roso dai dubbi e dalla gelosia, perché era sicuro che Giacomo avesse qualcun altro. L’unico dubbio era se fosse uno o più di uno.
Intanto si sentiva intrappolato in quella relazione tossica da cui non riusciva a liberarsi perché era innamorato, nonostante tutto.
Mentre camminava e pensava, accendendosi una sigaretta dietro l’altra, si fermò di colpo.
Si trovò davanti ad un bell’hotel di lusso, che aveva una sala ristorante realizzata con ampie vetrate.
All’interno della sala, ad un tavolo con altri quattro uomini tutti vestiti eleganti, c’era Giacomo!
Lo aveva visto per caso, mentre camminava sul marciapiede sul quale davano le finestre del ristorante, perché sbirciando dentro sovrappensiero aveva notato un uomo che improvvisamente si era alzato in piedi.
Si fermò di colpo e ritornò qualche passo indietro, guardando meglio attraverso i vetri. Le fattezze erano le sue, era proprio lui! Cominciarono a divorarlo la rabbia e l’odio che aveva provato a tener sopiti fino a quel momento.
Era un bastardo, pensò, lui si divertiva ogni sera e lo lasciava a casa, senza nemmeno farsi vivo con una telefonata o un messaggio.
E non lo portava mai al ristorante con sé!
Nel frattempo, vedendo che Giacomo si era alzato dal tavolo, decise di affrontarlo per vomitargli addosso la sua rabbia.
Stavolta lui avrebbe dovuto ascoltarlo e dargli delle spiegazioni. Doveva smetterla di farlo sentire in colpa. Perché la colpa era solo sua, era un egoista figlio di puttana. E perché poi cenare in hotel? Sarebbe andato a letto con qualcuno di loro? Magari aveva già prenotato una camera di albergo!
Ecco perché tornava quasi sempre a notte fonda…
Mauro era furibondo e non riusciva più a contenersi, per cui decise di entrare in hotel, pensava che Giacomo stesse andando al bagno e voleva affrontarlo lontano dagli altri con cui stava cenando.
Lo avrebbe guardato negli occhi e gli avrebbe chiesto di dirgli la verità. Stavolta non avrebbe potuto mentirgli.
Era già nella hall dell’hotel, pronto a dirigersi alla toilette della sala ristorante, quando vide Giacomo venire verso di lui.
In realtà si sbagliava, non stava andando verso di lui, stava uscendo in strada.
Per la prima volta Mauro si sentì completamente invisibile: Giacomo non l’aveva nemmeno visto, gli era passato vicino e non l’aveva visto!
Gli si stavano riempiendo gli occhi di lacrime dalla delusione, ma decise di ricacciarle indietro e di non farsi scappare questa occasione. Gli andò dietro, fuori dall’hotel e lo chiamò a voce alta per nome.
Giacomo, che si stava accendendo una sigaretta, si girò lentamente, molto seccato: «Che cazzo vuoi e che ci fai qui? Mi segui pure adesso, non basta quanto mi rompi i coglioni a casa»?
«Ah, è così? Io sarei un rompicoglioni»? Mauro era esterrefatto.
«Perché non te ne vai allora»?
«È l’unica cosa che riesci a dirmi? Ti comporti da stronzo e sembra che sia io a dovermi sentire in colpa».
«Se mi comporto da stronzo perché non mi lasci? La verità è che ti fa comodo stare con me, perché ti mantengo e lo sai, quindi che altro vuoi? Questo non ti basta? Ti lamenti sempre, mi tieni il broncio, mi rompi i coglioni… perché non esci anche tu con i tuoi amici»?
«Io ti amo e tu mi tratti male e mi fai soffrire…» Mauro non riusciva più a trattenere le lacrime.
«Senti, ti do un consiglio: anziché piagnucolare come una femminuccia, fatti una vita e lasciami in pace. Ora ho da fare, scusami».
«Dove stai andando? A casa»?
«Si, bravo, proprio a casa, mi sono dimenticato il portafoglio. Ciao».
Giacomo si sollevò il cappuccio del giubbotto nero che aveva sopra il vestito elegante e filò via veloce, senza degnarlo di uno sguardo.
Mauro sapeva bene che non si era dimenticato il portafoglio e che quella era solo una scusa per chiudere la conversazione.
Si chiedeva da parecchio tempo perché si facesse umiliare così da lui e perché non lo lasciasse.
L’unica spiegazione che riusciva a darsi era che lo amava e che Giacomo, quando voleva, sapeva essere molto gentile, affettuoso e un amante appassionato.
All’inizio lo riempiva di regali e di sorprese, gli sembrava di aver toccato il cielo con un dito. Ma non era più così da parecchio tempo ormai e lui lo constatava ogni giorno di più.
Soffriva per questo suo cambiamento, ma non sapeva che farci.
Sperava che un giorno o l’altro sarebbe ritornato il vecchio Giacomo, quello che aveva conosciuto e che lo aveva fatto innamorare.
Ma si rendeva conto che per lui era poco più di un giocattolo da buttare via quando si fosse stufato. E sentiva che ormai c’era quasi, a breve gli avrebbe chiesto di trovarsi un altro alloggio per portarsi dentro casa sua un giocattolo nuovo.
Mauro era disperato, ma non poteva lasciarlo, stava sprofondando in una lenta agonia, ma temeva l’abbandono credendo che sarebbe stato ancora più doloroso.
«Mi accontenterò di dividerlo con gli altri», si diceva da qualche mese, da quando aveva iniziato ad avere dei sospetti su una sua seconda vita, o anche una terza o una quarta…
Si diceva che era colpa sua, forse Giacomo non lo amava perché non era una persona brillante, di successo come lui. O forse anche lui in fondo valeva, ma non riusciva a farsi apprezzare perché era insicuro, con una bassa autostima e si considerava inferiore in tutto e per tutto a Giacomo.
Mauro continuò a vagare ancora per il centro, preso dai suoi pensieri, e soprattutto dalla speranza che, tornando a casa più tardi, potesse trovarvi Giacomo ad aspettarlo, sorridente e soprattutto pentito di quanto aveva detto e fatto.
Non poteva lasciarlo, lo amava!
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