Respiro Readers
vi segnaliamo
la nuova uscita edita Brè Edizioni
del romanzo dell'autore italiano Andrea Capuccini.
TITOLO: Sola con me. La vita asimmetrica di Sally
AUTORE: Andrea Capuccini
CASA EDITRICE: Brè Edizioni
GENERE: Narrativa
PAGINE: 122
PREZZO EBOOK: 2.99
PREZZO CARTACEO: 101.4
DATA USCITA: 25 Agosto 2021
Si sentiva già cullata e accolta nel dolce grembo della morte, a lungo sospirata lassù a cavalcioni del cornicione a trenta metri dalla strada. Non era ancora né vecchia né giovane, ma gli anni le pesavano come quelli di una matriarca carica di giorni, di anni e di affanni. È decisa. In fondo basta un salto, un semplice salto. Le lettere dell’alfabeto incise sulla vecchia pergamena della sua vita sembrano volteggiare nell’aria afosa e sparire nel vuoto ingoiate dalla brezza che sale dal mare, resiste l’ultima, l’omega dell’addio. Un tocco leggero, quasi una carezza. Alle spalle un angelo sotto le mentite spoglie di un carabiniere stanco dopo una giornata di lavoro in pattuglia. Due chiacchiere soltanto, questo è tutto quello che può estrarre dal suo tascapane di pellegrino. Ma quell’angelo custodisce un segreto: recuperare quelle lettere sfuggenti dall’alfabeto della vita per intrecciarle in parole che germinano in un autentico dialogo e in un racconto che disvela la storia di un’anima. È questo il segreto che coinvolge e affascina il lettore di queste pagine, dove il narrare si rivela nel suo vero volto come una lotta e una vittoria sulla morte. Il filone d’oro che l’autore, attraverso uno scavo paziente, vuole far scoprire è quello di invitare a riflettere sul valore della parola che, trovato un cuore capace di ascolto, si scioglie in un’autentica narrazione che redime una vita. L’angelo carabiniere, venuto chissà da dove ma certamente ricco di una sapienza non appresa dai manuali della caserma, di una cosa è certo: di dover entrare nel cuore della donna non con la forza della dialettica ma con la debolezza e la dolcezza della parola. E se il lettore percorrerà fino in fondo l’itinerario dell’esistenza dal sapore acre della protagonista potrà incontrare una donna rigenerata, capace di generare vita non più come frutto del grembo ma come dono di sé.
Sally chiede a quel giovane, che
scambia all’inizio per il portinaio, di
restare a distanza, di concederle ancora qualche minuto.
Vuole riflettere,
non sulla scelta da prendere, quella è stabilita. Deve meditare
sulla vita che ha vissuto, fare un resoconto delle cose buone fatte
nel corso degli anni, ci vorranno pochi minuti in effetti, almeno
secondo il parere chi l’ha conosciuta. Ma poi, chi l’ha davvero
conosciuta? Forse in parte il figlio.
Il carattere
introverso, provato dalle molteplici dolorose esperienze, l’ha
portata a rinchiudersi in sé stessa, somatizzando i conflitti
interiori in disturbi organici e funzionali. Ormai le fobie che la
tormentano non si contano più.
Vuole aspettare
ancora un po’, affrontare per un’ultima volta i propri sensi di
colpa e affrancarsi da essi, sì da poter partire col cuor leggero
svuotato dai mostri interiori che da sempre l’hanno accompagnata,
alla ricerca speranzosa e spasmodica di un nuovo futuro.
Il conflitto
interiore è grande ma se vivere non è un piacere, non può nemmeno
diventare un obbligo.
Ce n’è voluto di
tempo ma alla fine è riuscita a prendere in mano e a decidere della
propria vita, o forse sarebbe più corretto dire della propria morte,
visto il contesto.
E ora, dopo essere
sprofondata, è determinata nel volere andare fino in fondo. E
nessuno potrà toglierglielo dalla testa.
Capitolo 6
«Sono anche io
credente anche se in realtà frequento poco la Chiesa, un po’ per
il lavoro, un po’ per pigrizia. Mia moglie è molto più praticante
di me, non passa una domenica senza andare a messa con le bambine.
Abbiamo due figlie, due gemelline di undici anni, Emma e Olivia. E
lei? Ha figli?»
«La prego, se ne
vada, mi lasci in pace, non se la prenda ma non ho nessuna voglia di
stare ad ascoltarla, voglio stare da sola, vorrei soltanto pensare.»
«Signora, mi
dispiace ma non posso voglio aiutarla. Sono un maresciallo dei
carabinieri, con me può stare tranquilla, non le farò del male. Non
vuole ascoltarmi? Va bene, però io vorrei davvero ascoltare lei.
Cosa c’è di così brutto? Cosa c’è che non va?»
A quelle parole
Sally ha un sussulto e gli sorride con dolcezza, poi gli dice: «Avrei
dovuto immaginarlo.»
«Cosa?»
«Che lei è un
carabiniere. Mi sembra di rivedere mio figlio, alto come lei, fiero,
austero, elegante e con un cuore grande. Un suo collega. Lei deve
essere un brav’uomo, anzi, ne sono certa. Anche fisicamente me lo
ricorda, con i capelli brizzolati e l’evidente taglio militare.
Come si chiama?»
«Mi chiamo Mario e
lei?»
«Sally.»
«Sally, perché non
scende da quel cornicione e viene qui? Mi piacerebbe poterle offrire
una bibita fresca al bar, con questo caldo sarebbe rigenerante, così
potrebbe raccontarmi cos’è che la assilla e, se me lo permette,
vorrei davvero esserle di aiuto. Magari più tardi potrebbe venire a
casa nostra, potremmo farci una pizza tutti insieme così
conoscerebbe le gemelline, sono adorabili sa? E avrebbero proprio
bisogno di una nonna, visto che qui siamo da soli. La prego, venga
giù con me, non stia lì a sudare che potrebbe prenderle un
collasso.»
«Grazie dell’invito
ma non ho per nulla voglia di scendere, voglio restare qui. E poi, mi
creda, il caldo non è davvero un problema, per me è più facile
sanguinare che sudare.»
«Ok, come desidera.
Però potrebbe lo stesso raccontarmi di lei. La prego, mi
incuriosisce molto. Cosa c’è che non va?»
«Le assicuro che
non le piacerebbe ascoltare cosa c’è che non va nella mia vita, è
stata tutto uno sbaglio, tutto da buttare via.»
«La prego, Sally,
condivida con me la sua storia. Sono sicuro che suo figlio al mio
posto farebbe la stessa identica cosa, resterebbe qui con lei ad
ascoltarla anche se, come dice lei, non c’è nulla di bello da
sentire.»
«Lei è molto
insistente, lo sa? Però devo dirle che mi piace molto, come può
piacere un ragazzone come lei a una vecchia babbiona come me, sia
chiaro. Vede, sono anni che non parlo con qualcuno perciò stia
attento perché se comincio potrei non fermarmi più e qualcuno di
noi per la disperazione potrebbe buttarsi di sotto, e non è per
nulla scontato che quel qualcuno sia io, perdoni il sarcasmo, Mario.
E va bene, allora, vista l’insistenza se proprio vuole le parlerò
di me e della mia inutilità, però la avverto, si annoierà
parecchio, perché dovrò partire da quando tutto ha avuto inizio, da
quando sono nata, e c’è davvero tanto da raccontare.»
Mario, con la fronte
perlata di sudore per il caldo e soprattutto per l’agitazione, le
risponde: «Davvero, sono tutt’orecchi. Sono qui per ascoltarla, il
tempo che vuole. Coraggio, mi racconti di lei.»
Sally inizia così a
ripercorrere la propria vita, quasi rivivendola passo per passo in un
flashback, aprendosi a quello sconosciuto come se lo conoscesse da
sempre, come se si stesse raccontando al figlio Francesco,
nell’intimo e senza riserve, come forse per troppo amore non gli
aveva mai parlato.
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