Questa antica leggenda siciliana che ha per protagonista due sorelle dalle voci melodiose torna nella mente del commissario per ricordarle i cambiamenti della sua vita.
In questa indagine Livia dovrà fare i conti con i problemi legati alla pandemia e trovare in poche ore un padre e i suoi due figli.
La solitudine e la paura di perdere tutto muovono le corde dell’animo dei protagonisti non più disposti a scavare nel proprio dolore che fa eco nella loro esistenza come le campane della Ciccannina.
La Ciccannina, secondo un’antica leggenda siciliana, suona al mattino presto per ricordare alle persone che è ora di alzarsi e andare a lavorare. Una suggestiva leggenda che ha per protagoniste due sorelle dalle voci melodiose.
Siamo a Porto Scogliera, immaginario paese di una Sicilia dalle atmosfere magiche che ricorda la Vigata di Andrea Camilleri, nell’inverno 2020.
Sulla spiaggia della cittadina siciliana, il Commissario Livia assiste a una violenta lite fra un uomo e una donna, Assunta. La coppia, a quanto appare, si è messa a litigare violentemente dopo aver fatto sesso. Livia cerca di convincere la donna a denunciare il compagno per violenza, ma invano.
Siamo a Febbraio 2020 e l’incubo del lockdown sta per irrompere nella vita di tutti, compreso il Commissario Livia, sposata con un medico, Gabriele.
Sulla loro storia incombe il ritorno di un antico amore di Livia, Valerio, al quale lei è rimasta intimamente legata. Gabriele, ligio a tutte le disposizioni restrittive, e Valerio, personaggio tormentato e irregolare, rappresentano in un certo senso due opposti dai quali Livia è fortemente attratta.
A Porto Scogliera il delitto non si ferma mai, neppure durante il lockdown. Livia è così costretta a fare i conti con due nuovi intricati casi: la scomparsa misteriosa di Mauro Basile, ex marito della donna vista litigare sulla spiaggia, assieme ai loro figli, e il ritrovamento di un cadavere, quello del fotografo catanese Ettore Malvasi.
In un mondo apparentemente fermato dal lockdown, la vita che non può essere fermata per decreto continua in maniera “clandestina” come scopre Livia interrogando la ragazza che si trovava con Malvasi prima della morte.
Il Commissario si mette al lavoro per dipanare questa intricata matassa, chiedendosi se fra la sparizione di Basile con i bambini e il caso Malvasi ci siano collegamenti. Con ostinazione riuscirà a venirne a capo, con l’aiuto dell’immaginario suono della Ciccannina.
Ciccannina è un giallo di ottimo livello, con un personaggio interessante che incontro per la prima volta, il Commissario Livia. A partire dal nome della poliziotta sino alle atmosfere magiche di una Sicilia immaginaria, il libro mi ha ricordato moltissimo il lavoro di Camilleri e del suo Commissario Montalbano. L’eccellenza di Camilleri, appunto, è stata anche quella di aver creato una Sicilia insieme fantastica e reale.
Ciccannina affronta anche un importante tema sociale: quella della violenza sulle donne e dell’uso strumentale dei figli per portare avanti dei ricatti all’interno della coppia. Assunta, la protagonista, è prigioniera della classica relazione tossica e non coglie l’opportunità che le dà Livia di denunciare il compagno violento. Ben narrata inoltre l’atmosfera del lockdown 2020, con una vita che ha continuato a scorrere sottotraccia anche nei suoi aspetti peggiori, in questo caso i delitti.
La scrittura è sempre molto fluida e piacevole, per un testo che sembra adatto anche una trasposizione cinematografica. Una lettura da consigliare a tutti, in particolare ai tanti lettori orfani di Camilleri e delle atmosfere della sua Sicilia che rivivono almeno un po’ nella Porto Scogliera del Commissario Livia.
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