martedì 4 maggio 2021

Recensione Romanzo - BY GRAZIA - DEDALUS di Francesca Redolfi

 















A Dedalus, il luna park più grande del mondo, Clara vuole vincere il Torneo per incontrare un misterioso guaritore, forse capace di salvare suo padre. Tra gare di aquiloni e incantatori di serpenti, giostre e saltimbanchi, guidata da Jan, enigmatico e affascinante giostraio, Clara scoprirà che a volte il viaggio più immaginifico è quello dentro se stessi.
di Francesca Redolfi
Clara ha sedici anni e un solo desiderio: che suo padre, gravemente malato, guarisca. Tuttavia, sa che ciò è quasi impossibile e quindi, essendo orfana di madre, presto dovrà trasferirsi in casa di una zia che non sopporta.
Qualcosa, però, riaccende la sua speranza. Una notte, insieme alla sabbia portata da un mare lontano, in città arriva Dedalus. È il luna park più grande del mondo, capace di suscitare incanto e meraviglia. Ciò che cattura l’interesse della ragazza sono in realtà i racconti su un guaritore di Dedalus, dalle prodigiose capacità taumaturgiche.
Nell’intento di salvare suo padre, e aiutata da Jan, giovane ed enigmatico giostraio, Clara partecipa al Torneo del luna park, entrando in un mondo fantastico, magistralmente creato con l’arte dell’illusionismo.
Tra gare di aquiloni e incantatori di serpenti, giostre che sfiorano il cielo, saltimbanchi, funamboli e segreti taciuti, Clara scoprirà infine che a volte il viaggio più immaginifico è quello dentro se stessi.




«Tutto ciò cominciò davvero nei giorni in cui furono fissate le Leggi dell’Amore. Le leggi che stabiliscono chi si deve amare, e come. E quanto»
Arundhati Roy,

Il dio delle piccole cose”




Quando ho iniziato a sfogliare le pagine di Dedalus, sono stata immediatamente proiettata in un universo sconfinato e in immaginifico, dove le illusioni, ostacoli da superare e realtà in apparenza semplici, ti conquistano e aumentano l’adrenalina.

Ogni cosa, ogni personaggio che si muove all’interno di questo mondo fantastico, sembra che stia lì a dirti: entra anche tu e prova in prima persona. Il lettore subisce il fascino di questo meraviglioso universo, dove la storia d’amore tra i due protagonisti, Clara e Jan, troverà spazio tra i mille pericoli, segreti mai svelati, e tutto condito con una punta di romance/dark, che meravigliosamente si insinua tra le pieghe delle nostre anime.
Dedalus è il nome del luna park più grande del mondo, attrazione che suscita meraviglia e incanta al solo guardarlo. All’interno ci lavorano un gruppo di persone, tra cui giocolieri, saltimbanchi, clown, maghi, domatori ecc. che ammaliano così tanto, tant’è che la gente non pensa ad altro che di ritornare ad assistere agli spettacoli.

Tuttavia, questo romanzo non è solo un inno all’arte circense, ma un percorso di emozioni, di vicissitudini proiettate magistralmente dall’autrice all’interno della storia.

Clara, la protagonista, è un’adolescente di sedici anni che ha la speranza di rivedere un giorno suo padre, malato di cancro, guarito. Tuttavia si rende conto che per questo ci vorrebbe solo un miracolo, e lei, sinceramente non crede agli eventi soprannaturali, poiché già orfana di madre, se perdesse anche suo padre, l’unica scelta che avrebbe, sarebbe quella di andare a vivere con l’unica zia paterna bisbetica e anaffettiva, con la quale non è mai stata in buoni rapporti, nonché con l’antipatico e viziato cugino Giona, che dovrebbe sopportare per il resto dei suoi giorni.

Quello che affligge Clara più di tutto, però, è dover lasciare gli amici, la scuola, il paese, per trasferirsi al sud dell’Italia, luogo di origine di suo padre.

Forse, però, nel cuore di Clara si riaccende la speranza...

Infatti, una sera, in città arriva il luna Park, Dedalus.

Tuttavia, quello che sembra interessare alla protagonista, non è il semplice fatto che possa svagarsi all’interno del mastodontico e super stellare Luna park, quanto, alcuni racconti avvenuti dodici anni prima su alcune miracolose guarigioni, tramandante dalla gente del paese, su un fantomatico guaritore dalle facoltà soprannaturali.

Infatti, in paese gira voce, che questo guaritore sia riuscito a guarire una persona del luogo.

Ciò nonostante, suo padre non è d’accordo che frequenti il lunapark, e anche gli amici di scuola e la sua migliore amica, Iris, cerca di dissuaderla, ma Clara è una ragazza dal carattere caparbio, ostinato, tant’è che decide di andare comunque alla ricerca di questo taumaturgo.

Ma quello che ancora non sa, è che per incontrarlo, dovrà superare prima delle prove e vincere così un torneo.

A questo punto, Clara conosce Jan, il giovane giostraio (Tipo Johnny Deep). − Non so se avete visto il film The Man Who Cried – L’uomo che piange, il cui protagonista è proprio uno zingaro −.


E questo protagonista alla Johnny Deep, quando lei esausta non vuol più andare avanti, la incita a proseguire per aggiudicarsi la gara e vincere il torneo. Frequentandolo, Clara scopre che Jan è un ragazzo dolce e tenero, e che sotto gli atteggiamenti da gradasso, si nasconde un animo sensibile e altruista. Tuttavia, l’ombra della disperazione è in agguato... Infatti, Clara ha un brutto battibecco con la sua migliore amica, Iris. Clara la accusa di aver rivelato a suo padre, del fatto che lei frequenta il luna park, nonostante il genitore glielo avesse categoricamente vietato.

Da quel giorno, l’amicizia che legava le due ragazze, si sgretola.

I colpi di scena, rivelazioni e scoperte si susseguono al ritmo incantevole della narrazione attenta e precisa dell’autrice, che scandisce con il suo stile sobrio e naturale, l’intreccio delle storie e sottostorie, dove IPov dei personaggi emergono nelle loro fragilità e coinvolgimenti emotivi, sino alla fase finale, che vedrà tutti...
Beh, mi fermo qui; non posso dirvi di più, altrimenti, che gusto ci sarebbe nel leggerlo?

Ho ritenuto questo romanzo degno di attenzione e rispetto, soprattutto per le tematiche trattate di dolore amore e sincerità che emergono tra le righe di questa storia.

E soprattutto, perché sinceramente fin da bambina amo il mondo circense, e questo mi ha riportato a quando ci andavo con mio padre...

La storia è narrata in prima persona da Clara, dal cui punto di vista, però, si evince l’ampiezza e le sfumature leggere dei Ipov degli altri protagonisti.

Alla traduzione esemplare della lingua parlata dai Sinti, soprattutto la lingua Romanés idioma di Jan.

Sfogliando le pagine di questo libro, a volte mi sono commossa, a volte ho riso, altre ho riflettuto sulle toccanti situazioni dei personaggi.

E di questa esplosione di emozioni, un ringraziamento va in prima persona all’autrice, la quale riesce a condurre per mano i lettori sino alla fine senza stancarti, senza annoiarti, grazie anche alla sua scrittura fluida e attenta.

E grazie alle superbe descrizioni degli spettacoli all’interno del lunapark, delle prove affrontate da Clara, come quella del labirinto magico, delle impetuose cascate del fiume percorse dalla protagonista, in canoa. Il maciste che é sempre in testa alla classifica... Le montagne russe, la ruota panoramica, e la conclusione in un ballo...

Delle frasi commoventi e appassionanti che ti penetrano l’anima. Dei personaggi simpatici e divertenti come il folletto che strappa i biglietti alla cassa, di Maria, la madre di Jan, schietta come suo figlio. Lo jag, il calderone di fuoco dove i Sinti si riscaldano nelle lunghe notti invernali.


«Amaró barvalipé si kaná bešás pašé e jag te ašunás i lávuta kaj bašavél.»

(La nostra ricchezza è quando stiamo seduti vicini al fuoco ad ascoltare il violino che suona)


Consigliato a tutto tondo.















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