Il Logorio della vita moderna di Monica Messa è una raccolta di poesie in versi alternati ad alcune poesie visive realizzate con il metodo del collage, e da alcune evocative immagini fotografiche.
Il titolo riprende quello di un noto spot pubblicitario realizzato negli anni Settanta e interpretato da Ernesto Calindri. A differenza dell’oggetto dello spot, il libro di Monica Messa non fornisce soluzione, ma invita a porsi domande.
Le poesie sono scritte con diverse tecniche, prevalentemente in versi liberi, e come afferma l’autrice stessa, hanno un tema conduttore nascosto: quello della paura, e delle reazioni ad essa. Scomparire, fuggire, come suggeriva l’intellettuale francese Henry Laborit, o accoglierla e sublimarla in poesia.
I versi sono stati scritti in parte tra il 2019/2020 e in parte nella post-normalità del dopo lockdown, contengono dei versi dedicati ai temi del contagio, delle pandemie, della reclusione. Nella postfazione l’autrice chiarisce che sono stati scritti prima, come già successo per un altro libro recensito da me, Il lato oscuro della mente di Caterina Sbrana che sembra disegnare la società distopica di oggi, ma è stato pensato prima…come se certe anime più sensibili avessero sentito la trasformazione forse irreversibile del nostro modo di vivere.
Tra le poesie che mi hanno più colpito, “Tonino il commerciante e la rugiada” dedicato all’incapacità di molte persone ancorate esclusivamente alla vita e ai beni materiali di vedere la poesia nascosta che ci circonda.
“Siamo fiamme roventi consumate nella sete” è la poesia visiva che introduce la bellissima “Ode all’amore” cantato in tutte nelle sue forme.
Moltissime dedicate al tema della scomparsa, del nascondersi, del passaggio…solo leggendo la postfazione se ne capisce il fil rouge, il rapporto dell’autrice con la paura. Adorable, interessante lettura in versi dell’immagine pittorica nella pagina opposta.
L’ermetica Scrivere, ispirata allo stile di Ungaretti. Dimostrazione, poesia nella quale si disvela la cultura matematica dell’autrice trasportata in poesia. Mia madre, della quale riprendo volentieri certi versi commoventi “mia madre è una bambina, nasconde le lacrime, prepara il caffè, tieni i conti a matita”. E la serie “Odi alimentari" ispirata all’ode al carciofo di Neruda.
La poesia, per chi la ama, è in effetti la stanza tutta per noi di una “vita moderna” quanto mai prosaica, nella quale si è tutti tesi alla risoluzione di problemi pratici e immediati. È l’antidoto artistico alla cultura utilitaristica dominante da molti anni, alla visione aziendalizzata del mondo, cultura che nei giorni pandemici sfiorati nel testo ha trovato un’apoteosi negativa nella scomparsa dell’arte, ritenuta “non essenziale” dalla scena pubblica. La poesia è una scelta coraggiosa per chi scrive, forse una necessità dell’anima, non ha la facilità di diffusione e vendita dei romanzi o della saggistica. La poesia non è per tutti, e in questa “vita moderna” logorante può avere un ruolo terapeutico.
Una raccolta che ho quindi letto tutta d’un fiato e che in alcune parti mi ha particolarmente emozionato. La poesia è più libera della prosa, è difficile trovare in essa difetti stilistici come nei romanzi.
Il logorio della vita moderna di Monica Messa trasmette emozioni velate da un fondo di costante malinconia.
Una raccolta che consigliamo di leggere, perché appunto tocca le corde del cuore e perché il mondo ha bisogno di più poesia.
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