Le ombre di un passato agghiacciante si intrecciano con un presente difficile e tormentato, in un’escalation di forti emozioni, di drammi, di delitti e di colpi di scena. L’uomo e il manager si ritrovano al centro di un vortice in cui l’inesorabile passare del tempo appare scandire il ritmo di un’ineluttabile destino che arriverà a chiedere conto del tempo rubato.
L'incessante scorrere del tempo racconta, alternativamente, le opposte fortune dei protagonisti e li mette di fronte alle loro debolezze, alle loro contraddizioni e ai loro difetti. La vita di Mark deve fare i conti con un presente difficile e con un pesante passato, dai quali abissi, la sua coscienza risorge per vendicarsi.
La storia si nutre di sentimenti forti, come l’astio, la vendetta, la crudeltà. Essi sono mossi da atteggiamenti e da comportamenti altrettanto forti come l’invidia, il servilismo e il tradimento.
“Il tempo rubato” di Giuseppe Pantano è un romanzo thriller avvincente.
Lo dico subito, senza troppi giri di parole, mi è piaciuto e anche molto.
Non è una di quelle classiche storie in cui si capisce già dall'inizio “chi fa o farà, qualcosa”, almeno per me è stato così. Ho iniziato a percepire qualche dettaglio, più o meno, quasi dopo duecento pagine e considerando che ne è composto da circa 270 … potete ben capire come sia ben strutturato.
Il racconto è diviso, esistono due fatti che si contrappongono nella lettura, abbiamo il presente e il passato che si intrecciano nei vari capitoli, pur restando sempre due cose separate e ben chiare. Nonostante questa divisione temporale, non ho avuto momenti di perplessità o fraintendimenti riguardo lo scorrere del tempo anzi, la scrittura dettagliata e “semplice” favorisce molto la lettura.
Ok, non c'è una situazione in cui ad un certo punto le cose si capovolgono, lasciandoti a bocca aperta e sorpreso perché eri convinto di una cosa e alla fine te ne sei trovata un’altra. No. Questo non avviene, non sospetti nulla sin dall'inizio ma quando capisci chi davvero è il colpevole, a quel punto tutto diventa chiaro ed è assolutamente certo che sia proprio il “cattivo”, la persona che hai tacciato come tale nella tua mente. Il romanzo è fluido, scorrevole e la sovrapposizione del passato con il presente, dei protagonisti, è disposta in maniera geniale. Abbiamo quindi una storia che inizia con un colpo di scena ma che poi procede come “a rallentatore”, spiegando lentamente e per bene ogni singolo passaggio, di tutti gli eventi, di tutti i protagonisti, che hanno portato il colpo di scena iniziale.
Sostanzialmente, durante la lettura, si ha la sensazione che l'autore voglia pian piano accompagnarci nello scoprire le vicende, tenendoci per mano. Io ho amato questa cosa, perché rende il testo sempre vario, per niente monotono e carico di tensione, ma non in maniera esagerata, sembra quasi più una coccola. Non so spiegarlo meglio, ma sul serio, per tutto il tempo ho avuto una sensazione di leggerezza quasi come se stessi ascoltando dal vivo la storia, raccontata da una persona esterna. Una cosa questa che mi ha dato modo di capire per bene tutto quello che accade, senza lasciarmi prendere troppo da forti emozioni dovute a scene di grande suspence che però poi, alla fine, non portano da nessuna parte se non esattamente dove già si intuiva si sarebbe andati a parare.
Quindi questo romanzo è assolutamente un SI. Leggetelo e non ve ne pentirete e sono pronta a scommettere che la cosa vale anche per chi, normalmente, non è abituato a leggere thriller.
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