Avevo precedentemente letto “Purple lilies” di questa autrice e ho dato un voto positivo, non smentendo la stoffa narrativa della Morano. Il diario segreto è una storia che si discosta dal primo ma senza mancare di originalità sui generi. Tra le righe del romanzo, si evince la passione per lo scrittore Edgar Allan Poe, di cui l’autrice riesce magistralmente a fondere i tre generi “Thriller, horror e mistery” tanto amati da molti autori famosi come Stephen King e Orwell.
Nella storia, il vero protagonista è un diario segreto e l’autore che scrive riceve delle risposte da un’entità che probabilmente ha conosciuto in un’altra vita.
Sofia è la bambina proprietaria del diario, la quale, grazie ad esso, vive vicende e peripezie più grandi di lei, e principalmente dovrà superare la perdita degli amici più cari nonché provare a salvare una ragazza in pericolo, non sapendo, che questo la condurrà a perdere più di quanto si aspetti.
Nel bel mezzo della storia, entra in scena un Killer, una persona psicopatica che si svela essere un soggetto pericoloso e crudele, visto che le sue vittime preferite sono creature fragili. Tuttavia, la storia non si conclude con la presenza di questo sociopatico, anzi, la narrazione si intreccia ai drammi familiari nei quali si scontrano le menti malate di coppie al limite della sopportazione, amalgamate a momenti di puro romanticismo. Al pot-pourri di emozioni, sensazioni e brividi, si mescolano le vicende difficili di adolescenti in lotta con il proprio sé.
L’intreccio tra le due storie è pilotato in modo eccellente dall’autrice.
Un romanzo, a mio parere, che ha tutte le caratteristiche per essere annoverato tra uno dei migliori libri di genere dark/fantasy che ho avuto modo di leggere.
I personaggi sono credibili, veri nella loro spontaneità, nelle loro azioni a volte ingenue, e che spesso ottengono l’effetto contrario desiderato.
Le caratteristiche dello stile letterario uniforme e la sintassi elegante, rendono il romanzo esaudente in ogni sua forma. La mancanza, poi, di un registro linguistico altisonante, ne facilita la lettura.
Il finale, “che non svelo”, in definitiva si allontana da quasi tutti i finali scontati che un lettore si aspetterebbe di leggere.
Meritate le cinque stelle
“Quello che qualifica un buon libro
non è la lettura, ma la rilettura.”
“Tanta gente urla verità, ma senza stile è inutile.”
Nessun commento:
Posta un commento