E ora sono qui, a casa da mia madre, che cerco di sopravvivere. Ma è dura.
Mia nonna mi insegue con i suoi dolci ipercalorici, vanificando ogni mio minimo tentativo di dieta, mia sorella è una terribile impicciona, maniaca del controllo, e mia madre... Beh, lei porta più sfiga di un corvaccio nero!
Fuori casa non mi va tanto meglio. La mia migliore amica mi tortura con i suoi drammi amorosi, il giardiniere superdotato della mamma mi perseguita, e ogni lavoro che inizio sembra destinato a fallire.
E quando credevo di avere trovato finalmente la sicurezza in un nuovo amore, ecco comparire un naturalista sexy a scombinare tutti i miei piani!
Potrebbe andare peggio di così? Forse sì... visto che siamo nel tanto atteso 2012, l’anno designato dai Maya per la fine del mondo...
Tutti ricordiamo la profezia dei Maya, quella che prevedeva la fine del mondo per il 21/12/2012. In questo periodo è ambientato appunto “Ritroviamoci alla fine del mondo” di Angelica Romanin.
Il romanzo è la storia di Martina, una ragazza di 35 anni che dopo essere lasciata dal fidanzato Paolo, che era anche il suo capo sul lavoro, decide di ritornare a Ferrara da sua madre. La famiglia di Martina, tutta al femminile, è composta dalla madre, creatrice di giardini, dalla nonna, frizzante ed energica a dispetto dell’età, dalle sorella Sara, oltre alla carissima amica Ginevra.
Il ritorno a Ferrara segna per Martina una sorta di seconda adolescenza. Qua inizia un turbinoso vortice di nuovi lavori e nuovi amori.
Il primo che incontra è Francesco, travolgente e impetuoso nel sesso, ma molto diverso da lei, che vorrebbe un uomo con cui condividere qualcosa che di più.
Il secondo è l’intrigante Filippo, conosciuto nell’ambito del suo nuovo lavoro al rifugio per animali. Con Filippo c’è sia intesa sessuale che intellettuale. Il terzo è il più rassicurante e colto Giuseppe, docente di filosofia all’università.
Nel frattempo, anche la sorella Sara è in crisi con il compagno Simone: dopo dieci anni, il rapporto con un uomo i cui unici interessi sono l’Inter e la Playstation non le basta più.
Angelica Romanin racconta così questa “seconda adolescenza” delle due sorelle, costellata di personaggi bizzarri come Enrico, timidissimo e ancora vergine, caso che Sara dopo aver lasciato Simone prende a cuore fino a farlo cedere dopo un lungo e pressante corteggiamento, Roberto, ossessivo e potenziale stalker, Silvia, che dietro l’aspetto calmo e dimesso nasconde una dominatrice appassionata di pratiche sadomaso, Eleonora, capo di Martina nel nuovo lavoro all’agenzia di viaggi, Sandro, Andrea….la storia delle due sorelle è parallela anche a quella dell’amica Ginevra.
Il libro di Angelica Romanin racconta le avventure e gli amori delle ragazze con un tono leggero, divertente e piacevolissimo. Il 2012 tuttavia è l’anno del terremoto dell’Emilia-Romagna. La parte centrale del libro racconta anche questo evento drammatico e l’impatto psicologico sulla vita delle protagoniste alle quali ci siamo affezionati nella prima parte.
La più traumatizzata fra le ragazze è Ginevra, che a distanza di tempo continua a percepire scosse inesistenti. Il cambio di registro di questa parte del libro è gestito con sapienza, senza mai perdere del tutto la leggerezza che lo caratterizza.
Il 2012 è proprio un anno terribile. Quello in cui deve arrivare la fine del mondo. E così la famiglia di Martina organizza una specie di Capodanno per il 21 dicembre nel caso la profezia si avverasse….
E invece la fine del 2012 sarà per Martina l’occasione per ritrovarsi con uno dei tre ragazzi che hanno fatto parte della sua nuova vita a Ferrara, chi sceglierà tra Francesco, Filippo e Giuseppe?
Angelica Romanin ha uno stile leggero e piacevole, dal mio punto di vista poco “italiano” e affine a quello della commedia sentimentale americana che personalmente apprezzo molto.
Ritroviamoci alla fine del mondo è anche l’affresco della generazione dei 30-40 enni di oggi, che è anche la mia, alle prese con una post-adolescenza che sembra non finire mai, tra lavori e amori precari, e del dramma del terremoto che ha colpito proprio in quell’anno “da fine del mondo” la sua terra natale.
Un innesto drammatico che non fa perdere ritmo e leggerezza al libro, che racconta l’imprevedibilità della vita con tono sempre ironico e garbato.
Molto ben disegnati e amabili anche i personaggi, dalla protagonista Martina al goffo Enrico, dalla travolgente Sara all’energica nonna.
Una lettura da consigliare per la qualità della scrittura, l’abilità nel dosare commedia e dramma, la particolarità dello stile.
Nessun commento:
Posta un commento