Tuttavia, un evento inatteso lo convincerà a prolungare la sua permanenza di altre ventiquattr’ore, e lo costringerà a fronteggiare le affilate e taglienti lame del passato. La storia si sviluppa quindi su due piani temporali differenti, quello del presente (1995) e quello del passato (1975), quando il giovane Salvo vive la sua storia d'amore con Leonard, un dottorando in Archeologia classica, che si trova a Siracusa per condurre delle ricerche di studio.
Due vicende distanti nel tempo, che camminano su binari paralleli, ma restano legate da una linea comune: il clamoroso ritrovamento archeologico di un'antica dimora greca, la Casa di Kimon.
Siamo nel 1995: dopo 20 anni, il siracusano Salvo Catalano varca lo stretto di Messina per tornare nella sua Sicilia, da Genova dove risiede dal 1975. Durante il viaggio incontra una ragazza e iniziano a parlare. Salvo, appassionato di archeologia, si definisce “un siciliano turista nella sua terra” e lei gli “augura ogni bene e buona permanenza” e lui ritrova con piacere il calore del popolo siciliano, contrapposto all’introversione dei liguri alla quale ormai si era abituato. Salvo è sceso in Sicilia per sistemare alcuni documenti amministrativi relativi alla morte del padre.
Con un salto indietro di 20 anni, ci ritroviamo nel 1974. Ottobre, ricomincia la scuola che Salvo frequenta assieme all’inseparabile amica Chiara, innamorata senza speranze di lui, che è omosessuale.
È un ottobre molto caldo. Un pomeriggio Salvo e Chiara vanno in centro a prendere un gelato e casualmente, “grazie” all’aggressione di un gabbiano, Salvo conosce Leonard, giovane dottorando in archeologia sulla trentina, una decina più di Salvo, che ne ha 19.
Per Salvo si tratta di un vero colpo di fulmine. Entrambi sono appassionati di archeologia e tra loro nasce un’amicizia che gradualmente, si trasforma in amore e in travolgente passione.
Un amore che ha come teatro la magnifica città di Siracusa, nella quale ancora si respira profondamente lo spirito della Grecia Antica.
Il luogo simbolo del loro amore diviene un’antica dimora che, secondo l’archeologo Leonard, sarebbe appartenuta a Kimon o Cimone di Siracusa, l’inventore della decadracma, antico coniatore di monete della Grecia classica. Un luogo magico, che, inizialmente, resta segreto.
Molto efficace e delicata la descrizione della nascita del loro amore e dei loro primi incontri.
Ma Salvo deve fare i conti con il padre, Benito. Violento e omofobo, ha da sempre una pessima concezione del figlio, lo ha ostacolato negli studi e non conoscendo la sua omosessualità lo incalza perché ha vent’anni non ha ancora una ragazza.
Nonostante l’appoggio costante dell’inseparabile Chiara, l’ombra del padre incombe sull’amore di Leonard e Salvo. Un uomo, e per di più più vecchio di dieci anni. Ed è precisamente a causa sua, del padre, che Salvo sarà costretto ad abbandonare la Sicilia e l’amata Siracusa.
La casa di Kimon è un romanzo molto efficace e coinvolgente, con personaggi di grande spessore psicologico come Salvo, Leonard e Chiara. Magnifiche le descrizioni ambientali di Siracusa e intrigante il riferimento alla casa di Kimon, personaggio greco realmente esistito.
Il testo di Ivan Gambina, pur trattando i temi dell’amore e dell’omosessualità, si distingue dal gay romance classico per diversi motivi. Tratta in maniera esplicita il tema di un’omofobia che ancora pesa oggi sulla nostra società, anche se l’ambientazione è retrodatata tra il 1974 e il 1995, che spesso resta sullo sfondo in libri dello stesso genere. Tratta il tema del legame tra chi è costretto ad emigrare da certe terre del Sud nelle quali si respira ancora la magica aria dell’antica Grecia e i luoghi natali. Tratta il tema dell’amicizia “pura” tra uomo e donna: quella tra Salvo e Chiara è la sola relazione che resiste a tutti gli ostacoli. Sono, l’uno per l’altra, un punto fermo, un punto di riferimento. Ci sono elementi “noir” nella storia.
È un libro che supera quindi i confini ristretti di un genere per poter essere considerato letteratura tout court. La scrittura è estremamente fluida e coinvolgente, e permette di percepire l’amore dell’autore per la terra siciliana.
Un testo assolutamente consigliato a chiunque ami leggere.
Salve, ringrazio infinitamente Andrea Macciò delle splendide parole che ha speso per il mio romanzo. Sono lieto che sia riuscito a cogliere anche le più sottili sfumature, spesso celate dietro scene di apparente banalità. Davvero, grazie di cuore.
RispondiEliminaChiedo scusa, ma nel commento precedente non appare il mio nome.
RispondiEliminaSono Ivan Gambina :-)
È veramente un libro che mi ha intenerito, commosso e stupito per la delicatezza e lo stile di scrittura dell'autore. È il suo primo romanzo. Aspetto che scriva ancora.
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