Nonostante la polizia faccia di tutto per arginare la potenza delle Famiglie criminali, New Harbour è una città ancora piena di pericoli e giochi di potere.
In questo capitolo conclusivo assisteremo al conflitto finale per il potere: gli accordi verranno traditi e nessuno potrà più considerarsi al sicuro.
Sesso, soldi, tradimenti e amore faranno da sfondo a questo ultimo volume, dove non ci saranno più regole tranne una: non fidarti di anima viva.
Come
mi aspettavo, il secondo volume della trilogia “L’inganno del
sangue” non mi ha deluso. Quello di Mariacarla Mantovani è una
storia intensa, ricca di colpi di scena incastrati alla perfezione
tra un passaggio e l’altro. Carla Maria Mantovani si dimostra
ancora una volta una scrittrice sopra le righe nel creare una trama
in cui si avviluppano amore, crimine e sentimento. Un romanzo dalle
sfumature noir che avvince e appassiona fin dall’incipit.
La
presenza del male è ovunque a New Harbour , e si evince attraverso
gli efferati delitti commessi per vendetta dai clan rivali. Il ritmo
è serrato e il lettore, a volte, - almeno questa è stata la mia
sensazione - rimane senza fiato, mentre i battiti cardiaci aumentano
e a volte rallentano secondo la tensione creata magistralmente
dall’autrice.
Per
alcuni passaggi la trama si riallaccia ai vecchi
film dei Gangster-movie anni trenta; esempio sono Gli
Intoccabili (1987), sulla vera storia del gruppo di polizia
che diede filo da torcere alla criminalità di Chicago
durante il Proibizionismo, ed Era mio padre (2002), pellicola su
un gangster irlandese che negli anni '30 sfidò i
boss dell’epoca. Una storia in cui l’allusione ai leader della
malavita di poter alimentare la corruzione, le proprie ricchezze e
imperi criminali grazie al mercato nero, al contrabbando di alcool al
riciclaggio di denaro sporco e al giro della prostituzione, è ricco
e ben studiato. Anche
i dialoghi tra i personaggi rispettano molto il linguaggio dei
gangster degli anni trenta, “Al Capone, Dillinger”, per citarne
dei più famosi. Il plot delle azioni è frizzante e reso ancor più
vivace dalle sparatorie, inseguimenti e rapimenti, con personaggi che
fumano beatamente ognuno nelle proprie auto. Devo dire, che anche il
fumo delle sigarette inserite nei lunghi bocchini per sigarette che
andavano molto di modo negli ’20 e ’30 tra le signore e adoperato
da una delle protagoniste, “Miranda”, ha impresso al romanzo
delle sfumature velate che rende più credibile i personaggi.
Dunque,
un romanzo, quello della Mantovani, ben strutturato che appassiona
con i suoi ritmi, ma che allo stesso tempo ripropone una società
americana anni ’30 che sorprende e conquista. Il finale non è
scontato come si potrebbe pensare, anzi, il lettore fa fatica a
capirne i meccanismi, finché l’insospettabilità non viene a
galla, tuttavia preparatevi a questo solo alla fine.
Libro consigliatissimo.
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