C’è chi viaggia tutta la vita ma non va da nessuna parte. È la vita del pendolare: ogni giorno treni, metropolitane, tram, ogni giorno la stessa strada per centinaia di chilometri senza raggiungere mai nulla di nuovo.
E questa è anche la vita di Cali; trentenne piemontese intrappolata nel mestiere di pendolare, alle dipendenze del Diavolovesteprada, con un segreto scritto sulla pelle, che nasconde vestendo sempre maglie a maniche lunghe, e una famiglia difficile da gestire: una madre instabile e un padre che è ormai solo un’ombra del passato.
Tra un treno in ritardo e una galleria spassosa di personaggi tanto incredibili quanti veritieri, Cali cerca di sopravvivere alla vita quotidiana e di non spezzare l’equilibrio, seppur precario, della propria esistenza.
Qualche anno fa alla stazione di Novi Ligure era appesa in bacheca la pubblicità di un libro della filosofa Francesca Rigotti, “Il pensiero pendolare”. La vita del “pendolare” in particolare chi usa il treno come Cali, la protagonista del romanzo di Viviana, è come se fosse divisa in tre: il “non luogo” come direbbe un antropologo del treno, il luogo di residenza, di solito un paese dell’Italia più vera e profonda, nel caso di Cali Stazzano (Al) e la città dove lavora, di solito una grande metropoli brulicante di vita e opportunità, in questo caso Milano.
Io mi sono accostato al personaggio di Cali a ritroso, partendo dal prequel “Cali Corre” inserito nella raccolta di racconti What is Love? e l’ho amato da subito.
Una ragazza fortemente segnata da traumi familiari, che ama correre e che come molte persone traumatizzate compie atti di autolesionismo.
Qua ritroviamo una Cali adulta, che ogni giorno si sposta da Arquata Scrivia a Milano Rogoredo per lavorare in un ufficio anonimo, sotto l’egida della “madama” soprannominata Ildiavolovesteprada come il personaggio di un noto film.
Una persona che si rivelerà molto più umana e fragile di quanto sembri. In treno si è ormai creata una specie di comunità di “pendolari” che si incontrano ogni giorno raggiungendo Milano dalla provincia ligure o piemontese oppure da Pavia: Serena, Andrea Alberto Marco, Cali, il cui vero nome è Calista, preziosa come una ninfa. Alcuni sono sconosciuti dei quali provi a immaginarti la vita vedendo il loro comportamento, come l’ipocondriaca “Amuchina” o “Nico e Tina”. Cali ama dare soprannomi agli sconosciuti o alle conoscenze a maglie larghe: un particolare che mi ha molto divertito, perché lo facevo anche io con le compagne e i compagni di Università di Scienze Pedagogiche, quelli che incrociavi alle lezioni scambiando qualche parola senza davvero conoscerli.
In “Professione Pendolare” Cali ha un amore, Emanuele, al quale non riesce tuttavia ad aprirsi abbastanza, perché rimane legata al suo passato familiare.
In “Professione Pendolare” Cali dovrà fare un gesto simbolico che aprirà il suo cuore all’amore e al cambiamento. Le sue cicatrici restano indelebili, ma coperte questa volta in maniera definitiva.
Un’importante caratteristica dei romanzi di Viviana è che lei ha creato una specie di mondo parallelo: infatti ritroviamo sullo sfondo Martin e Margherita, protagonisti di mercoledì, e Amelia e Sebastiano, protagonisti di un racconto di What is Love. Solo leggendo tutti i testi se ne apprezza l’abilità nel descrivere la fragilità umana, nel tratteggiare la descrizione ambientale di un’Italia di provincia più umana e vivibile delle grandi metropoli, nel descrivere la condizione di “pendolare”. Viviana è una “scrittrice del turno di notte” come lei stessa si definisce, il suo è un pensiero pendolare tra il mondo della realtà quotidiana e quello fantastico della scrittura. Azzardando un paragone letterario con un classico, Cali, Margherita, Martin, Amelia, Sebastiano mi ricordano i “Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello”. Creature realmente esistenti che sono riuscite a trovare l’autrice che le ha dato vita.
La scrittura di Viviana Albanese è sempre fresca e piacevole, riesce a trattare con delicatezza, sensibilità e ironia anche temi molto difficili come l’autolesionismo degli adolescenti. Cali fra tutte le creature di Viviana è quella che sento più vicina per sensibilità, anche se io non ho mai vissuto le sue esperienze.
Professione Pendolare è un libro che consiglio di leggere assieme alle oltre opere di Viviana Albanese, strutturate come una sorta di serial. Il lettore può scegliere se iniziale dal prequel, e conoscere Cali e gli altri in What is Love, in quell’età adolescenziale dove tutto sembra ancora possibile, o conoscerli da adulti e poi procedere a ritroso.








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