lunedì 8 giugno 2020

Recensione Romanzo - BY ANDREA - SELVAGGIA VOGLIA DI LEI di Giulia Amaranto
















Selvaggia è una ragazza senza pudore. Ogni notte, nel suo pick-up, si esibisce per gli uomini del paesino di campagna in cui abita. Una notte, però, una ragazza le fa una scenata in pubblico durante uno spettacolo, facendola sentire per la prima volta una svergognata. Selvaggia è incuriosita da quella bellissima signorina "perbene", che si chiama Marianna, e comincia a farsi strada nella sua vita. La curiosità diventa attrazione irresistibile e Selvaggia si accorge di provare un'intensa passione per lei. Qual è il segreto che Marianna nasconde e che infiammerà ancora di più il cuore e il corpo di Selvaggia?

Ho parcheggiato il pick-up; ci sono già cinque uomini lì in attesa. Ormai conosco le loro facce. Non mi salutano, come al solito fanno finta di essere lì per caso. La cosa mi eccita sempre, mi fa pensare che sia la prima volta, che quello che farò li stupirà. Temporeggio per qualche minuto, stendendo il rossetto con la punta delle dita, mentre mi guardo nello specchietto. Attendo che il pubblico si faccia più numeroso e, come sempre, non devo aspettare più di qualche minuto. A occhio e croce saranno una ventina, questa sera...










Selvaggia e Marianna sono due ragazze di provincia, da alcuni dettagli suggeriti dall’autrice me le sono immaginate in un paese del Lazio interno o comunque dell’Italia Centrale. Apparentemente molto diverse, sono in realtà profondamente unite dal condurre una vita non autentica.
Selvaggia ha 19 anni, e dopo la morte della madre e l’abbandono del padre, vive sola con Nonna Evelina.
Si guadagna da vivere spogliandosi ed esibendosi ogni sera nel suo pick up a “beneficio” degli uomini del piccolo paese in cui abita. La sua è solo una performance, anche se molto esplicita, non è mai stata toccata da nessuno degli “uomini che guardano”. Quando la incontrano di giorno, questi uomini un po’ ipocriti la ignorano o la guardano male.
La nonna, con la quale ha un rapporto profondo e tenerissimo, alla quale offre ogni sera un dolcetto, è convinta che lavori fino a tardi in un bar. Marianna lavora nel negozio di alimentari del padre, detto “Peppino il Cornuto” per una vecchia storia di tradimenti coniugali. E’ fidanzata con Mario, con il quale mostra però una certa freddezza dal punto di vista dell’intesa erotica, apparentemente perché è una ragazza composta e perbene. Sogna di fuggire a Roma per studiare e lavorare come infermiera, sente di vivere una vita non sua.
Le loro vite si incontrano all’improvviso una sera, quando Mario si fa accompagnare da lei allo spettacolo di Selvaggia e lei la attacca in maniera molto violenta: “Dovresti vergognarti! Mi fa schifo quello che fai! Mi fai ribrezzo!”. Selvaggia rimane nello stesso tempo sconvolta da tanto odio gratuito e intrigata da questa strana ragazza. La notte dopo l’aggressione Selvaggia, che non era mai stata con una donna, è assalita da intense fantasie sessuali con Marianna protagonista, molto ben descritte dall’autrice.
Il giorno dopo si presenta fuori dal negozio del padre con una rosa per trovare una connessione. Le due ragazze si parlano, e come spesso accade in varie situazioni, basta parlarsi per “rompere il ghiaccio” fra due persone. Anche se Marianna continua a non approvare le performances di Selvaggia, diventano amiche, e alla fine Marianna le confessa di non provare alcun interesse per gli uomini e che frequentava Mario solo per indossare una maschera sociale e farsi accettare dal padre e dal paese. Quella sceneggiata contro Selvaggia era di fatto un’aggressione a un parte di se stessa.
L’autrice è molto abile a dilazionare la tensione erotica fra le due protagoniste per buona parte del racconto, fino a farla esplodere solo nelle pagine finali, con il primo bacio alla “sagra del tartufo” e il primo intensissimo incontro erotico il giorno dopo, nel retro della bottega di Marianna che diventerà il luogo del loro amore. La prima delle due scene erotiche con le due ragazze protagoniste è quella descritta con più intensità e coinvolgimento. Nel piccolo paese in cui abitano, il loro è un amore impossibile. Quando il padre le scopre, insulta la figlia con una terribile sfuriata e la convince a trasferirsi a Roma. Sembra un abbandono, ma le ragazze restano in contatto e riescono a vedersi ogni tanto fino a che, dopo la morte dell’amata nonna e il suo tacito assenso al nuovo amore della nipote, Selvaggia può raggiungere la ragazza che ama a Roma e progettare di aprire una piccola attività di fast food e panini.
E’ vietato calpestare i sogni, è vietato soffocare la propria natura o le proprie inclinazioni, è vietato non vivere un amore in cui si crede fino in fondo, è vietato farsi condizionare dal giudizio di persone ipocrite o limitate da pregiudizi: è questo il bel messaggio del racconto di Giulia Amaranto, che non è solo un racconto erotico f/f, ma anche e soprattutto una storia di crescita e consapevolezza personale.
L’esibizionismo sfrenato di Selvaggia e il perbenismo di facciata di Marianna erano due facce della stessa medaglia, delle reazioni nevrotiche al soffocamento di se stesse, della loro vera natura. E soffocando se stessi, si sta male, come accade alla due ragazze prima di incontrarsi.
Del racconto di Giulia Amaranto mi è piaciuta anche l’ambientazione in un’Italia profonda e provinciale, quasi un po’ volutamente retrò nelle descrizioni dei personaggi di contorno come il padre “Peppino il Cornuto”. Un’Italia profonda dove tutti conoscono tutti e a volte si desidera di scappare a Roma (o nella grande metropoli più vicina) per disperdersi in un anonimato di una città dove nessuno si accorge di te, un’Italia dove convivono tradizioni secolari con la realtà del mondo di oggi, dei social network, della sempre maggiore somiglianza negli stili di vita fra le diverse generazioni, un’Italia dove la vita è più lenta, ma che a volte può dimostrarsi più accogliente e aperta di molte metropoli.
La trama è coinvolgente, la scrittura piuttosto semplice e fluida; il racconto avrebbe forse avuto le potenzialità per essere sviluppato maggiormente, fino a farlo diventare un vero e proprio romanzo, caratterizzando di più i personaggi secondari e curando di più uno stile comunque interessante.
“Selvaggia voglia di lei” è una lettura che mi sento di consigliare per il messaggio liberatorio che contiene, in particolare a ragazze/i che rinunciano alla propria felicità per restare prigionieri di maschere sociali e vite già predisposte da altri, in un’epoca storica nella quale i pregiudizi sull’omosessualità, meno radicati e espliciti di un tempo, covano sotto la cenere e possono esplodere. Per tutti gli altri è comunque una lettura fluida e piacevole, e Giulia Amaranto ha il dono di farci immaginare visivamente non solo le due ragazze, ma anche l’ambiente del piccolo paese con i suoi personaggi. Personalmente vedo il suo racconto molto adatto a un adattamento cinematografico, in forma di cortometraggio o anche di film vero e proprio aggiungendo magari qualche storia o elemento di contorno.
















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