Il bisogno di evadere dalla tanto odiata città e di ricevere l’affetto sperato, la solitudine, i ricordi e le sensazioni che non si possono cancellare danno origine a un’antologia poetica intima e malinconica.
La scrittura, dal profondo impatto visivo, nasconde una delicatezza insolita e una tormentata esigenza nel cuore dell’autrice: essere vista e non soltanto guardata.
Vista da te che piangi arte dagli occhi.
“Piangi arte dagli
occhi. Pensieri e Poesie” di Elisa Fumis è una suggestiva raccolta
di componimenti poetici, nei quali l’autrice ci apre il suo cuore e
ci racconta lo struggimento di un amore “a distanza” non per
imposizione esterna, come è avvenuto per molti negli ultimi mesi, ma
per un sentimento che la stessa autrice rivela essere non dichiarato
non solo all’altra persona, ma neppure a sé stessa, fino al
momento in cui ha deciso di condividerlo con i lettori.
Lo splendido titolo
suggerisce che la persona per la quale la protagonista prova questi
sentimenti così intensi abbia a che fare col mondo dell’arte
Un viaggio intimo e
commovente nell’anima sensibile, fragile e tormentata dall’autrice,
nel suo bruciante desiderio di essere non solo guardata con
indifferenza, ma “vista” e amata da una persona per la quale
invece sembra essere come “trasparente”.
E non c’è nulla di
peggio che essere invisibili agli occhi di chi amiamo.
Elisa confessa di aver
negato per un lungo periodo a sé stessa questi sentimenti, per poi
vederli riemergere all’improvviso lo scorso giugno, sentendo il
bisogno di condividerli con i lettori. Il lungo periodo di isolamento
e di sospensione della vita ci ha davvero insegnato qualcosa?
Forse che i sentimenti
d’amore, o anche di affetto o di amicizia, non vanno mai compressi
e tenuti per sé, ma dichiarati, anche a costo di correre il rischio
di restarne feriti o bruciati.
La lettura di questi
componimenti mi ha profondamente emozionato. Si tratta in larga parte
di poesie in verso libero, un vero e proprio monologo interiore, un
percorso di crescita personale. Ci sono frasi particolarmente potenti
come “le giornate scivolano feroci in
un’unica direzione senza neppure un brandello d’amore”
o “senza accorgercene, ci eravamo fatti
gentilezze, che erano come carezze sul cuore”.
Quante volte ci è capitato, se siamo innamorati di una persona, di
scambiare una piccola gentilezza gratuita in un gesto d’amore?
Lungo tutto questo
meraviglioso monologo poetico, la protagonista si annulla nel
sentimento per una persona incapace di vedere la bellezza, l’amore,
la sensibilità, la delicatezza che vivono dentro di lei. Una persona
che sembra avere una vita diversa dalla sua, molto attiva e dinamica
(si capisce ad esempio dal riferimento ai viaggi e alle barche)
mentre lei si sente prigioniera di una città che non ama e di questi
sentimenti mai dichiarati ed espressi. “Stesse
strade, occhi diversi” “Guardarsi
senza vedersi”. Lei, la protagonista dei
componimenti di Elisa, si sente invisibile agli occhi della persona
amata. Una condizione che quasi tutti abbiamo provato e che fa quasi
più male dell’essere odiati. Passi accanto a chi ami in modo
incondizionato, e lui/lei neanche ti “vede”. Sono le situazioni
nelle quali un amore che ci acceca ci porta a vedere in un sorriso o
in un gesto di gentilezza un’apertura, una possibilità che invece
non c’è. Il rischio è di arrivare a una dipendenza affettiva
unilaterale, mentre altre possibilità di amore e felicità ci
passano accanto, a noi neppure ce ne accorgiamo.
E per questo che
nell’ultimo componimento “Un sabato
qualunque” la protagonista decide di
lasciar andare questo sentimento, bello e potente, ma in qualche modo
disperato, e “cercare la sua stella, seguire
la sua strada” da sola. Una fine che è
anche un nuovo inizio, un’apertura a nuovi incontri, nuovi amori,
nuove occasioni di felicità.
“Piangi Arte dagli
occhi” è un testo poetico che segue però
una sorta di trama come se fosse un’opera in prosa. La
contaminazione tra il linguaggio della poesia e quello del racconto o
del romanzo lo abbiamo già incontrato in “Vendere
un cuore al mercato
nero e altri racconti” di Elisa Fumis e
“Semper Vivum” di
Arianna Patelli. Qua i componimenti poetici seguono una narrazione,
che ci porta dentro il cuore e l’anima della protagonista, che
accompagniamo dal suo amore senza speranza che sembra distruggerla
lentamente a un processo di apertura verso il mondo esterno e alle
nuove possibilità di amore e felicità.
Una lettura breve, ma di
grandissima intensità emotiva e scritta con uno stile quasi
cinematografico per la potenza delle immagini evocate nei
componimenti: io mi sono immaginato la ragazza sola al parco a
piangere e la persona della quale è innamorata a condurre una barca
facendo un’intensa vita sociale, come se avessero uno stile di
esistenza completamente incompatibile. Ma l’amore non riesce a
cogliere queste differenze…
Una lettura molto
toccante, snella come pagine, ma profonda come contenuto e con la
particolarità di una vera e proprio trama costruita tramite
componimenti in sequenza logica. Alla fine, il lettore non può che
amare questa ragazza gentile e fragile che ci ha aperto il suo cuore.
E’ lei stessa a “piangere” arte e poesia dagli occhi.
Non leggo le poesie, e non mi ritengo una esperta, ma la tua recensione l'ho letta con piacere, molto bella. E mi hai incuriosita ;)
RispondiEliminaCiao.
EliminaSono contenta che la mia opera ti abbia incuriosita. Se hai l'abbonamento a Kindle Unlimited, potresti provare a leggerla. Grazie.
Grazie mille per la bellissima recensione!
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