Il dubbio si insinua sottopelle. Cresce. Diventa ossessione.
È notte fonda quando Valeria viene trascinata fuori casa dal marito Filippo, senza una spiegazione. Dopo una frenetica corsa, l’auto finisce fuori strada e Filippo perde la vita. Per la polizia non ci sono dubbi: si è trattato di omicidio.
Disperata e stordita dall’accaduto, Valeria si rifugia presso la villa di famiglia del marito, che ospita una biblioteca privata dedicata alla musica. Con lo scorrere dei giorni, nella soffocante atmosfera della casa cominciano a emergere segreti collegati alla biblioteca e al fratello di Filippo, Raffaele, da sempre innamorato di Valeria.
Mentre le indagini della polizia tentano di sbrogliare il caso, Valeria deve fare i conti con l’immenso dolore per aver perso l’uomo che amava. Una sfida che si fa ancora più ardua quando si convince che per vendicare la morte di Filippo c’è una sola strada: uccidere Raffaele.
C’era come un vetro smerigliato che separava passato e presente, e rendeva sbiaditi tutti gli eventi collocati al di là di quella maledetta notte. La notte in cui ti ho perso.
Valeria
Dominici è una donna di 35 anni che lavora in una libreria. Una
notte si risveglia in un letto d’ospedale dopo un incidente nel
quale ha perso la vita il marito Filippo. Allo straziante dolore del
lutto per la perdita del suo amore, si aggiunge lo choc
di
un’ipotesi inquietante: la polizia ha scoperto che l’automobile
di Filippo e Valeria è stata intenzionalmente tamponata più volte
da un veicolo di grossa taglia, un Suv, con l’obbiettivo di
uccidere.
Per
Valeria è l’inizio di un incubo. Filippo era un insegnante, un
uomo buono e senza nemici, perché qualcuno avrebbe dovuto ucciderlo?
Provata nel fisico e nella psiche dalla morte del marito e dal
mistero ad essa legata, Valeria non riesce a riprendere il suo lavoro
precedente e viene accolta dalla famiglia del marito, da Raffaele,
fratello di Filippo, e dalla madre Marianna per occuparsi della
biblioteca di famiglia. Una comfort
zone
tutt’altro che confortante, anzi soffocante per lei.
Raffaele
è da sempre innamorato di lei e in Valeria si insinua il dubbio che
possa essere stato lui ad inscenare l’incidente per uccidere il
marito. Con il supporto del commissario Bordini, convinto da subito
della tesi dell’omicidio, Valeria si trova di fronte a una verità
sconvolgente: Filippo aveva una relazione con una ragazza molto
giovane, dall’apparente età di 15 o 16 anni, Michela Fiore. La
prova sono le immagini ad elevato tasso erotico che Filippo,
appassionato fotografo dilettante, ha scattato alla ragazza. Michela
è una ragazza bellissima, ma con molti problemi, è fuggita di casa,
è stata in una casa famiglia, è alla confusa ricerca di un amore e
di un affetto che gli sono sempre stati negati. Intanto anche Roberto
Fermi, l’assistente sociale che cercava di aiutare Michela, viene
brutalmente aggredito. Sembra la solita storia banale: il quarantenne
sposato, Filippo, che perde la testa per una ragazza più giovane.
Ma
nulla, nell’appassionante thriller di Maria Teresa Steri, è come
sembra. C’è un particolare strano ed inquietante che non sfugge né
alla protagonista né al commissario: Michela assomiglia moltissimo a
Valeria e nelle immagini viene in qualche modo messa in scena una
versione più giovane di lei. Che cosa significa tutto questo?
Scoprirlo è l’unico modo di capire perché Filippo è stato
ucciso.
Maria
Teresa Steri ci regala una trama incalzante, che si avvolge su se
stessa come una spirale fino al colpo di scena finale. Lo stile è
coinvolgente e invoglia il lettore ad andare avanti in modo quasi
compulsivo, come è accaduto a me. Tutti i migliori thriller ci
invogliano ad andare avanti senza sosta fino alla scoperta della
verità. La scrittura di Maria Teresa mi sembra anche molto adatta a
una trasposizione cinematografica: incalzante, adrenalinica, dotata
di uno dono speciale. Leggendo il suo libro io sono riuscito a
immaginarmi fisicamente i personaggi di carta: Valeria, Raffaele,
Marianna, il commissario Bordini, Michela Fiore e l’amica Adele,
l’assistente sociale Roberto Fermi, Adele. Il personaggio che più
di tutti mi ha colpito è Michela Fiore, la sfortunata ragazza
disadattata in cerca di amore e comprensione caduta vittima di un
gioco perverso più grande dei lei.
Sarà
il nostro segreto
è una lettura appassionante e coinvolgente, che permette di
immergersi totalmente nel mondo dei personaggi creati da Maria
Teresa. Per gli appassionati del cinema di Alfred Hitchcock, Sarà
il nostro segreto
è un vero è proprio gioiello, disseminato di citazioni e sottili
riferimenti a
Vertigo (il
film di Alfred Hitchcock conosciuto in Italia con il titolo di “La
donna che visse due volte”).
Nel libro, un personaggio cerca di ricostruire nella sfortunata
Michela Fiore la donna dalla quale è ossessionato, Valeria, come nel
film il poliziotto in congedo Scott (non può più lavorare per il
suo grave problema di vertigini) vuole far rivivere in Judy Barton,
una ragazza che lavora in un negozio conosciuta per caso, Madeleine
Elster, la moglie scomparsa dell’amico Gavin della quale è
innamorato follemente. Diverse volte Maria Teresa usa la parola
“vertigine”. La trama è una spirale che si avvolge su se stessa,
proprio come accade nella sigla iniziale di Vertigo, dove l’iride
di una donna si trasforma lentamente in una spirale che si avvolge su
se stessa
Una
lettura appassionante che coinvolgerà tutti, ma che lascerà un
brivido e un’emozione in più a tutti gli amanti del grande cinema
di Alfred Hitchcock.
Wow che bellissima recensione, sono davvero colpita! Soprattutto perché hai colto i riferimenti a Hitchcock, che io adoro e che indubbiamente influenza molto i miei romanzi. Grazie infinite per aver letto il romanzo e averlo apprezzato. E grazie a tutto lo staff per avermi regalato questo spazio.
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