Respiro Readers
vi segnaliamo l'uscita edita Lupi Editore
del romanzo che racconda le vicende
di Maria Adele Pallotto.
TITOLO: Una Stellin prestata alla politica nel web 2.0
AUTRICE: Maria Adele Pallotto
CASA EDITRICE: Lupi Editore
GENERE: Narrativa Politica
PAGINE: 274
PREZZO EBOOK: 5.99
PREZZO CARTACEO: 10.61
DATA USCITA: 5 Gennaio 2019
Figlia di lavoratori emigrati al Norditalia negli anni del boom economico, Marina passa la prima infanzia con la nonna, fin quando non è costretta a trasferirsi con la famiglia da sfollata a Macerata.
Bambina introversa, si distingue da sempre per il suo “essere un po’ diversa”, nella passione per la danza emerge per particolari doti fisiche che contribuiscono però a discriminarla.
Ottenuto il ruolo da insegnante, subisce una “caccia alle streghe” da parte di chi, tutelato dall’anonimato, istiga altri ad abusare della propria autorità per allontanarla dalla propria sede di titolarità.
Il climax si raggiunge solo con un movimento politico nato in Rete che la consacra definitivamente come “pubblic enemy”. Dopo l’innesco della campagna di fango, ma prima della materiale presentazione della lista-candidati alle elezioni europee, Marina viene contattata da una capobastone del m5s-Centritalia con lo scopo di farla rinunciare alla candidatura. Ostracizzata e messa a tacere durante la campagna elettorale dal m5s, indifesa di fronte a un ingranaggio comunicativo molto più grande per un qualsiasi Cittadino, non può replicare a una sequela infinita di violenze.
Gli sciacalli del sistema con particolari artifizi riescono a dare in pasto al pubblico un’immagine deprecabile di Stellin, che la investe prima personalmente, poi politicamente.
Uno tsunami di manipolazioni comunicativo-mediatiche per cui, definita come “la starlette della politica italiana”, viene accostata a pornostar e “un’incerta” candidata del m5s in topless e perizoma consacrata a Romano Prodi.
Passate le elezioni, affrontate a sue spese senza alcun tipo di rimborso elettorale, chiede assistenza legale al m5s, quale “candidata politica”, per i procedimenti di diffamazione a mezzo stampa che avrebbe dovuto affrontare di lì a venire. Non riceve alcun tipo risposta. Si dimette da quel movimento politico che aveva dato l’abbrivo a quella diffamazione che continua a correre tra le righe degli sciacalli del sistema e si sparge virulentemente grazie ad autorità che non esercitano alcuna difesa nei confronti del Nuovo Cittadino globale durante le campagne elettorali.
Si ripercorre un raggiro messo in atto da parte di chi si professa onesto ed è andato al potere facendo leva su nuove ambiguità comunicative, nella connivenza di un sistema corrotto e dinamiche tragicomiche del World Wild Web, valvola di sfogo di ogni male sociale.
Bambina introversa, si distingue da sempre per il suo “essere un po’ diversa”, nella passione per la danza emerge per particolari doti fisiche che contribuiscono però a discriminarla.
Ottenuto il ruolo da insegnante, subisce una “caccia alle streghe” da parte di chi, tutelato dall’anonimato, istiga altri ad abusare della propria autorità per allontanarla dalla propria sede di titolarità.
Il climax si raggiunge solo con un movimento politico nato in Rete che la consacra definitivamente come “pubblic enemy”. Dopo l’innesco della campagna di fango, ma prima della materiale presentazione della lista-candidati alle elezioni europee, Marina viene contattata da una capobastone del m5s-Centritalia con lo scopo di farla rinunciare alla candidatura. Ostracizzata e messa a tacere durante la campagna elettorale dal m5s, indifesa di fronte a un ingranaggio comunicativo molto più grande per un qualsiasi Cittadino, non può replicare a una sequela infinita di violenze.
Gli sciacalli del sistema con particolari artifizi riescono a dare in pasto al pubblico un’immagine deprecabile di Stellin, che la investe prima personalmente, poi politicamente.
Uno tsunami di manipolazioni comunicativo-mediatiche per cui, definita come “la starlette della politica italiana”, viene accostata a pornostar e “un’incerta” candidata del m5s in topless e perizoma consacrata a Romano Prodi.
Passate le elezioni, affrontate a sue spese senza alcun tipo di rimborso elettorale, chiede assistenza legale al m5s, quale “candidata politica”, per i procedimenti di diffamazione a mezzo stampa che avrebbe dovuto affrontare di lì a venire. Non riceve alcun tipo risposta. Si dimette da quel movimento politico che aveva dato l’abbrivo a quella diffamazione che continua a correre tra le righe degli sciacalli del sistema e si sparge virulentemente grazie ad autorità che non esercitano alcuna difesa nei confronti del Nuovo Cittadino globale durante le campagne elettorali.
Si ripercorre un raggiro messo in atto da parte di chi si professa onesto ed è andato al potere facendo leva su nuove ambiguità comunicative, nella connivenza di un sistema corrotto e dinamiche tragicomiche del World Wild Web, valvola di sfogo di ogni male sociale.
Marina Adele Pallotto è una comune cittadina che è stata candidata dalla Rete alle elezioni europee del 2014 ed è assurta alla cronaca in una versione scandalistica ma irreale. È nata a Sulmona e risiede a Macerata, si è laureata in giurisprudenza e dal 2005, ottenuto il ruolo, insegna nella scuola primaria. Subisce una “caccia alle streghe” da parte di chi, tutelato dall’anonimato, istiga altri ad abusare della propria autorità per allontanarla dal suo posto di lavoro.
Viene consacrata definitivamente come “nemica pubblica” da un movimento politico nato in rete che la espone alla gogna social-mediatica. La sua candidatura viene gestita nelle forme dell’anonimato del web 2.0 e si delinea da subito come diffamazione aggravata dall’uso del mezzo tecnologico. L’organizer del movimento di Macerata diffondeva, contestualmente alla pubblicazione del suo nome sul sito di Beppe Grillo, un archivio anonimo on line dove appariva una pagina di un sito per modelle. Quelle informazioni venivano riprese da due testate giornalistiche locali, presenti anche on line.
Senza alcun tipo di assistenza da parte di chi l’aveva candidata, affrontava la gogna mediatica che la rendeva il facile e gratuito bersaglio di tutti gli “imbecilli del web 2.0”. Definita come “la starlette della politica italiana”, veniva accostata a pornostar e a “un’incerta” candidata del m5s in topless e perizoma consacrata a Romano Prodi.
Passate le elezioni, affrontate a proprie spese senza alcun tipo di rimborso elettorale, chiedeva assistenza legale allo spettabile Staff di Beppe Grillo per i procedimenti di diffamazione a mezzo stampa che avrebbe dovuto affrontare di lì a venire. Non riceveva alcuna risposta.
Mentre l’ordinamento non è pronto ad affrontare le nuove problematiche della Rete e dare risposte ai suoi utenti, Marina si dimette da quel movimento politico che l’aveva candidata.
II libro «Una Stellin prestata alla politica nel Web 2.0» è la doverosa e attuale riflessione nei confronti di chi usa la Rete per manipolare la coscienza e volontà altrui facendo leva su nuove ambiguità comunicative che rasentano il tragicomico nelle dinamiche buffonesche del world wild web, selvaggia valvola di sfogo di ogni male sociale.
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