LA GABBIA DORATA
di Camilla Lackberg
Faye sembra avere tutto. Un marito perfetto, una figlia adorabile e un lussuoso appartamento nel quartiere più elegante di Stoccolma. Ma, al di là della superficie scintillante, è una donna tormentata dai ricordi legati al suo oscuro passato a Fjällbacka, una donna che sempre più si sente prigioniera di una gabbia dorata. Un tempo era forte e ambiziosa. Poi è arrivato Jack, il marito, e lei ha rinunciato alla sua vita. Jack non è un uomo fedele, però, e quando Faye lo scopre, il suo mondo va in pezzi. Non le resta più niente, è distrutta. Fino al momento in cui decide di passare al contrattacco e di vendicarsi in modo raffinato e crudele... Faye non è certo la prima donna al mondo a essere stata umiliata dal marito, trattata come una stupida e costretta a lasciare il posto a una più giovane e piacente. Ma per lei è arrivato il momento di dire basta: «Unite siamo forti, non ci rassegneremo mai più al silenzio.»
IL CAPPELLO DI LEONARDO
di Manlio Brusantin
A Leonardo il cappello è stato messo in testa o tolto a seconda che si volesse raffigurare l’immagine del pittore (con cappello) o del genio universale (senza). Oggi prevale questa seconda interpretazione, e quello che è stato a lungo considerato il suo “autoritratto” altro non è che il disegno di un vecchio saggio. Certamente opera di Leonardo, ma realizzato quando non aveva ancora quarant’anni, mentre pensava ai lavori dell’Ultima Cena e al sigillo dell’Uomo vitruviano. Da questo spunto e motivo iconografico, dall’ossessione di trovare un cappello rivelatore, parte la ricerca suggestiva, colta e appassionante di uno storico dell’arte tra i più brillanti. Che interesse può avere il cappello di Leonardo? Si corre il rischio di vederne ovunque, e non dove sono realmente. Ma il cappello che generalmente si mette e si toglie ai personaggi non gioca forse con lo stesso principio di ricezione e di obliterazione, delineazione e cancellazione che consiste nel montaggio e smontaggio dei singoli elementi che compongono l’immagine? Diventando così motivo di svelamento e rivelazione nella sovrapposizione delle sue singole parti: antica e modernissima strategia di tutte le arti, impossibilitate a prescindere da lacerti e memorie di ciò che è solo apparentemente scomparso.
LE BELLE ARTI E I SELVAGGI
di Simone Verde
In Italia, il patrimonio viene per lo più riferito dalla critica alla celebrazione e al culto dell’identità. Le prime misure di protezione, cioè, stimolate dalla ricchezza del passato, scaturirebbero dall’orgoglio civico per le vestigia della tradizione classica. In questo libro l’autore propone una lettura inedita dei documenti e ribalta la tesi. Se fino al XV secolo vennero salvaguardati beni in cui si manifestava il divino, la storia moderna dell’arte e della tutela sarebbero nate dall’incontro con l’altro. Quando Keplero annunciò le sue scoperte sulle rotte del cielo, in effetti, si comparò a Cristoforo Colombo e a Magellano. Francis Bacon, per significare l’ampiezza della sua riforma, fece incidere sul frontespizio dell’Instauratio Magna l’immagine di una caravella in procinto di doppiare le Colonne d’Ercole, rappresentate da due fusti all’antica, estremo saluto all’unitarietà dell’estetica classica. L’apertura su un universo sconosciuto che insidiava i principi di quello noto prese spesso a prestito il viaggio verso le Americhe ma, come ha scritto Jacob Burckhardt, «il vero scopritore non è colui che sbarca per caso su una terra sconosciuta, ma colui che, dopo averla cercata, la trova». Gli esploratori che per primi avvistarono le terre del nuovo continente compirono così una mutazione antropologica in corso da qualche secolo,provocando l’apparizione progressiva delle scienze dell’uomo, la nascita della moderna storia dell’arte e delle prime forme di protezione patrimoniale.
THE F*CK IT DIET
di Caroline Dooner
Fanculo le diete. Le diete non funzionano. Anzi, alla lunga provocano effetti contrari alle aspettative. Eppure, ogni volta che non otteniamo i risultati sperati, invece di domandarci se il problema stia nel manico – e cioè nei regimi, spesso punitivi, ai quali ci sottoponiamo – incolpiamo noi stessi. "Perché non sono capace di rispettare la semplice prescrizione di un pasto a base di tonno e pompelmo?", "Cos’ho che non va?", e via di questo passo, schiacciati dalla convinzione che la chiave della felicità consista nel perdere i chili di troppo. Ma è ora di chiamare le cose con il loro nome: cercare continuamente di mangiare il meno possibile è un modo triste di vivere, e non porta a nulla. Quindi basta con questo modo di trattare il proprio corpo e la propria vita! Caroline Dooner, che per anni ha tentato ogni tipo di regime alimentare, prende di petto gli errori della cultura delle diete e offre ai lettori una strada semplice e scientificamente argomentata, ricca di consigli pratici, per risanare il proprio rapporto fisico, emotivo e mentale con il cibo. Perché l’unico modo per stare bene è smettere di seguire regole prescrittive che conducono a frustrazione, disagio e sensi di colpa. La vita è troppo breve per essere ossessionati dal cibo. Abbiate fiducia: il vostro corpo sa quel che fa. E un rapporto sano con il cibo, in definitiva, rende sani anche voi
ORACOLO MANUALE PER SCRITTRICI E SCRITTORI
di Giulio Mozzi
Questo libro si può usare come un gioco. Se stai lavorando a una storia scritta e ti trovi in difficoltà, allora puoi prenderlo in mano, soppesarlo, strofinarci sopra il palmo tenendo gli occhi chiusi, e aprirlo a caso. Troverai, sulla pagina di destra, un consiglio o una provocazione o una riflessione o una domanda; e sulla pagina di sinistra un breve approfondimento. Prova ad applicare ciò che hai trovato al tuo problema. Forse lo stimolo ti aiuterà a osservarlo con uno sguardo un po' diverso. Ma questo libro è anche un serissimo libro da meditare, perché in circa duecento massime l'autore ha condensato il succo di un'esperienza di editing e di insegnamento della scrittura ormai più che ventennale. Non ha l'ambizione di avviare alla professione della scrittura, ma piuttosto quella di aiutare chi muove i primi o i secondi passi nell'umana pratica del raccontare a diventare un po' più consapevole, un po' meno ingenuo, e forse addirittura un po' più bravo.
Nessun commento:
Posta un commento