Respiro Readers
oggi il blog ospita la Seconda Tappa
del BlogTour dedicato al nuovo romanzo
edito Un Cuore Per Capello
dell'autrice italiana Marianna Calandra.
Questa tappa è dedicata agli estratti
ed alle card del romanzo.
«Hai
ragione Gin, io non sono perfetto. Nessuno lo è davvero, ma quando
ti tratto da bambina è perché continuo a vederti con i tuoi codini
strani andare in giro per il parco con la tua bici rosa, a suonare il
campanellino a destra e a manca.»
«Come
fai a ricordarlo?» chiedo d’un tratto, curiosa ma anche stranita.
«Gin
io c’ero, sono sempre stato intorno a te. Non siamo poi così
diversi in fin dei conti.»
«No,
non lo eravamo ma poi siete diventati ricchi, tu sei cresciuto e hai
smesso di frequentare gli stessi luoghi, hai smesso di essere chi
eri.»
«Chi
ero, Gin?» chiede avvicinandosi di più a me.
«Sempre
un saputello, ma non eri così lontano, eri più vicino.»
«Come lo sono ora?»
chiede sfiorandomi con le nocche una guancia, con i capelli mossi dal
vento, ma prima che io possa rispondere la voce di mia madre ci
allontana ancora e questa volta sento il freddo avvolgermi.
«Comunque
se non ricordo male sei stata tu a cominciare, quando mi hai
trascinato con te in piscina.»
«Non
l’ho fatto intenzionalmente» mi giustifico.
«Sì,
certo» risponde scettico.
Vederlo
così tranquillo a mettere in dubbio le mie parole, non che abbia
torto, mi fa scattare qualche ingranaggio.
«Replica!»
strillo correndo verso di lui, per spingerlo in acqua.
Reagisce
repentinamente e non cade ma afferra le mie mani, trascinandomi con
lui, restando sulle nostre gambe. Faccio per sfilare le mie mani, ma
lui stringe la presa impedendomelo.
«Eh
no, ora ti affogo» sussurra avvicinando le sue labbra al mio
orecchio, facendomi rabbrividire. Si tira leggermente indietro di
qualche centimetro incurvando le labbra in un sorriso compiaciuto.
Non
credo ci sia molto da spiegare, una ginocchiata parte in direzione
dell’inguine e quello che cade in ginocchio in acqua è lui. Vorrei
ridere, ridere davvero, ma ho il cuore in gola. Il mio petto è
scosso e non so bene da cosa, so solo che il mio cuore pompa
velocemente. Il sorriso dipinto sulle sue labbra si è trasformato in
una smorfia di dolore, non appena l’ho colpito. Quando sono ormai
abbastanza lontana mi volto e lo vedo ancora lì, con la schiena
dritta e gli occhi puntati su di me in grado d’incenerirmi. Le sue
labbra formano una linea retta, nessuna emozione.
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