Respiro Readers
vi segnaliamo il romanzo dell'autrice italiana Silvestra Sorbera.
TITOLO: Numeri, Amore & Guai
AUTRICE: Silvestra Sorbera
CASA EDITRICE: Self Publishing
GENERE: Commedia Romantica
PREZZO EBOOK: 0.99
PREZZO CARTACEO: 5.41
PAGINE: 107
Lei è un ingegnere. Lui anche.
Lei è ambiziosa e determinata. Lui pure.
A lui piace comandare. A lei di più.
Roberto e Claudia vivono a Roma, si conoscono, si scontrano, si odiano, si amano e poi si odiano di nuovo.
Ce la faranno due calcolatori, poco inclini ai bisogni degli altri, a sopravvivere alla vita di coppia?
Lei è ambiziosa e determinata. Lui pure.
A lui piace comandare. A lei di più.
Roberto e Claudia vivono a Roma, si conoscono, si scontrano, si odiano, si amano e poi si odiano di nuovo.
Ce la faranno due calcolatori, poco inclini ai bisogni degli altri, a sopravvivere alla vita di coppia?
Claudia
Mastri: Trentenne
romana, ingegnere elettronico, amante dei numeri, dei tacchi altri e
degli orecchini vistosi. La sua vita è organizzata come
un foglio exel, tutto deve combaciare e incastrarsi a dovere.
Roberto
Gritti: Quarant’anni,
manager aziendale, amante del controllo. Poco empatico, ama lavorare
e state in mezzo a numeri e dati. Ha molti master, ha girato il mondo
e vuole che tutti facciano a modo suo. Nasconde un segrete
Carlos:
Latinoamericano,
titolare di una piadineria romagnola a Roma,
Manuela:
Estetista,
migliore amica di Claudia. E’ il suo opposto, sbarazzina nella vita
e con gli uomini.
Alberto:
Ex
collega di Claudia, innamoratissimo di lei ma, senza speranze.
Federica
e Milena: Nuove
e alquanto odiose colleghe di Claudia.
Umberto
De Santis: Amico
di Roberto, lo aiuta a combinare un guai.
Appena aperti gli occhi, Claudia vide il letto completamente disfatto e si mise le mani sulla testa. Le doleva, a terra c’erano i suoi vestiti, non ricordava granché dalla sera precedente, se non di aver bevuto molto, forse troppo, ma per il resto aveva vaghi ricordi. Era mezza nuda, aveva anche un po’ di freddo, il reggiseno di pizzo nero penzolava ai piedi del letto, si ammirò nell’anta dell’armadio a specchio che si trovava di fronte a lei, aveva una bruttissima cera.
Si allungò maldestramente e con poca voglia, sul lato destro del letto. Voleva accendere il cellulare e vedere l’ora poiché non riusciva a trovare la sua amata sveglia rossa a forma di mattoncino Lego. Cercando di capire l’ora trovò un biglietto sul comodino che le fece ricordare tutto.
Grazie per la bella serata.
Roberto.
Ps la tua macchina è ancora al bar
Cazzo! Ecco cos’era successo, adesso ricordava, la sera precedente stava affiorando nella sua testa, a tratti, ma in maniera lucida. Ricordava di essere uscita dall’ufficio preoccupata per le ultime notizie che circolavano in azienda. L’ultima mail l’aveva lasciata interdetta, le colleghe le avevano proposto una cena ma lei aveva puntato ad un locale, un barcone sul Tevere nel quale non era mai andata e che suonava musica dal vivo. Ed era stato lì che aveva conosciuto Roberto, almeno, così si firmava sul biglietto. Stava ricordando, mettendo a fuoco quello che era successo da quando era entrata in quel locale e per le successive ore. Aveva bevuto, da sola, poi, quando stava per andare via, era arrivato lui. Lei lo aveva notato, era certamente affascinate, subito dopo aveva diretto lo sguardo verso una nuova traiettoria, in sostanza nel vuoto, si era sentita quasi stupida, ma che voleva fare, pensò, amoreggiare con un tizio sconosciuto al bancone di un bar, solo perché era depressa e forse, solo forse, avrebbe perso il lavoro? No, non era da lei, neanche quando era universitaria faceva la diva. Ma il destino giocò altre carte quella sera.
«Ciao che fai qui da sola?»
«Bevo non vedi» fece lei mostrando il suo bicchiere mezzo pieno mentre era seduta da sola al bancone.
Claudia Mastri, ingegnere elettronico in una delle maggiori aziende romane era seduta da sola in un locale fantastico a bere qualsiasi schifezza il barista le mettesse sotto il naso senza preoccuparsi troppo del come sarebbe tornata a casa. Dopo una settimana di lavoro non si aspettava di certo un venerdì così orrendo.
In azienda si vociferava già da un po’ la possibilità di qualche licenziamento ma adesso, la cosa sembrava seria. Il personale aveva inviato a tutti delle mail, dove spiegava che lunedì, il prossimo lunedì, ci sarebbe stato il tanto temuto cambio al vertice e che, la nuova dirigenza, aveva in mente tagli del personale per poter rimettere a posto il budget. Il nuovo terribile mega direttore era già il terrore di tutti e tutte e soprattutto di Claudia, ventinove anni, ultima arrivata in azienda, cervellona brillante e anche molto bella, s’infastidiva molto quando le dicevano “sei anche intelligente” come se una bella ragazza non può anche essere intelligente e soprattutto laureata in ingegneria elettronica. Era alta, magra, con un fisico longilineo, il viso delicato dal quale emergevano dei grandi occhi neri valorizzati dal taglio di capelli cortissimo. Non amava i capelli lunghi, la infastidivano, così diceva, si sentiva rallentata e poi, il taglio corto, le permetteva di indossare vistosi orecchini colorati. Claudia era sempre elegantissima, ben curata nell’aspetto e nel modo di parlare, raramente si annoverava nella sua carriera universitaria e lavorativa una sfuriata colossale, anche se, era capitato. Non destava subito simpatia nel prossimo, troppo compita, troppo rigida e ligia alle regole. La sua carriera era appena iniziata ma sembrava in ascesa, era sempre lei quella ad avere le idee brillanti, era una vera e propria accentratrice, non solo per il suo fascino ma il suo modo di fare e poi era magnetica sul lavoro, capiva prima degli altri le esigenze del cliente ed era ben voluta dai vertici, un po’ meno dai colleghi che si sentivano scavalcati. Rimaneva comunque l’ultima arrivata, la più giovane, come carriera e come età anagrafica, era tra le persone statisticamente più probabili per essere licenziate su due piedi.
Silvestra
Sorbera, classe
1983, piemontese di origini siciliane, è una giornalista e autrice
di racconti e romanzi. Per la serie “Il
commissario Livia” ha
pubblicato il racconto lungo “La
prima indagine”
e il romanzo “I
fiori rubati”.
Per
la serie “Simone
e la rana”
ha scritto nel 2013 la favola “Simone
e la rana: viaggio nel bosco magico”e
nel 2017 “Simone
e la rana: viaggio nel castello stregato”.
Nel
2013
pubblica
il saggio letterario - cinematografico “La
forma dell’acqua. Camilleri tra letteratura e fiction”. Nel
2018 il
saggio “L’Allieva
tra letteratura e fiction”.
Nel
2014 pubblica i racconti “Vita
da sfollati” e
a seguire “Sicilia”
e
“La
guerra di Piera”.
Nel
2016 il romanzo autobiografico “Diario
per mio figlio”e
il romanzo “Sono
qui per l’amore”.
Nel
2018 la commedia “Amiche
per caso” insieme
alla collega Mariantonietta Barbara.
Per
contattarla scrivere alla mail: silvestra.sorbera@libero.it
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