Respiro Readers
vi segnalo l'uscita del romanzo
dell'autore italiano Cristiano Pedrini.
TITOLO: La cattedrale di Jasper
AUTORE: Cristiano Pedrini
GENERE: Narrativa
PUBBLIAZIONE: YouCanPrint
PAGINE: 115
Sito
web: www.cristianopedrini.it
Pagina
Facebook:
Federico, un trentenne italiano di successo, vive la sua vita chiuso nella prigione della sua anima e del suo lavoro. Quando conosce attraverso a una chat Jasper, trasferitosi dall'Inghilterra per un corso di studi universitari, sa di non poter sperare molto per loro, ma quando il giovane ragazzo si materializzerà nella sua vita accendendo in lui mille emozioni, si troverà costretto a respingerle proprio per il terrore di ferirlo.Jasper ama la sua terra, le sue leggende, i suoi castelli e la sua cattedrale. Federico, esperto di marketing per una casa editoriale non conosce le sfumature della vita né crede di sapersi emozionare per l'arte e la storia…Cosa potrà unirli e aprire i loro cuori?
Nonostante
la sua mente avesse bisogno del
dovuto riposo, per Federico
rimettere in ordine la confusione che imperava incontrollata nei
suoi pensieri era una priorità
che non poteva né
voleva ignorare. E del resto,
anche se
fosse riuscito a debellare quella
marea di pensieri, gli sarebbe
bastato volgere lo sguardo alla
sua destra e scorgere quel corpo disteso accanto a lui per farli
riesplodere incontrollati.
Rivolse
il capo al soffitto osservando la lampada spenta prima di tornare per
l’ennesima volta a fissare la radiosveglia sul comodino. Si
accorse, con sconforto, che erano passati solo pochi minuti
dall’ultima volta che aveva controllato l’ora. La notte era
ancora lunga purtroppo.
Che
diavolo ti è venuto in mente…
Sospirò profondamente.
Si
massaggiò le tempie, cercando di controllare il respiro che sentiva
più veloce che mai. Ma cosa avrebbe potuto fare di diverso?
Una
domanda che continuava a ripetersi come un disco rotto mentre si
ritrovava di nuovo a fissare il soffitto della camera. Non riusciva
ad accettare la sua stessa risposta, pronunciata solo poche ore prima
davanti al ragazzo che si era ritrovato sulla soglia di casa.
La
sorpresa nel trovarsi di fronte a quel volto – ammirato
all’infinito davanti allo schermo del suo laptop o allo smartphone,
fantasticando all’idea, un giorno, di poterlo presentare come il
suo ragazzo ideale – era stata alimentata dal sorriso imbarazzato
di lui, il quale era rimasto in silenzio.
Un
sorriso che si rispecchiava in quell’espressione impacciata,
mostrandosi capace di creare un magia alla quale Federico sapeva di
non riuscire a sottrarsi come invece avrebbe dovuto.
Erano
i suoi occhi dolci e comprensivi dello stesso colore delle nocciole?
I suoi
folti capelli castani che tentavano di incutere, con quel taglio, un
segno improbabile della sua ribellione?
Le sue
labbra piene che con quel tono rosato riuscivano a stuzzicare le sue
fantasie?
Cosa
rendeva Jasper capace di mandare in frantumi la ferrea volontà che
aveva, fino a poco prima, guidato i suoi passi e le sue azioni?
Gli
occhi di Federico erano scivolati verso il basso, per osservare il
borsone sorretto dalle sue mani arrossate; le stesse che più di una
volta aveva visto sollevare per salutarlo al termine delle
videochiamate settimanali. Mani dalle dita lunghe e affusolate,
impreziosite dall’incarnato roseo sul quale spiccava un
braccialetto d’argento.
«Ciao…»
lo aveva salutato il ragazzo, cercando di vincere l’imbarazzo di
quella situazione.
Il
ricordo dell’incontro si spense sopraffatto dal mormorio del suo
ospite che attirò l’attenzione di Federico. Vide lo stesso volto,
immerso nel silenzio del sonno e sprofondato nel cuscino, voltarsi
verso di lui.
«Finalmente
Jasper è qui, accanto a me…» L’uomo sorrise allungando la mano
verso di lui. «Quante volte ho sognato questo momento e ora…» le
sue dita si fermarono a poca distanza da quel viso, «… ora tutto
sembra terribilmente reale.»
La sua
mano si ritrasse, scomparendo sotto le coperte. Una fuga che non
avrebbe certo potuto replicare con altrettanta semplicità
l’indomani. La quiete della notte, che tutto aveva ovattato attorno
a lui sarebbe scomparsa, lasciandolo davanti a una decisione che non
avrebbe potuto rinviare a lungo.
La
notte porterà consiglio si
disse, chiudendo gli occhi nella speranza che il buio potesse
offrigli l’atteso riposo e con esso le risposte che desiderava.
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