giovedì 31 ottobre 2024

Recensione Romanzo - BY GRAZIA - CAVE CANEM di Michele Castrucci

 

















Nel cuore pulsante di Roma, dove le vite si intrecciano in un labirinto di ombre e luci, Cave Canem di Michele Castrucci disvela una narrazione avvincente che sfida i confini tra realtà e oscurità. Al centro della storia, troviamo Marianna Calabrese, una poliziotta determinata, intrappolata in un'indagine che la porta a confrontarsi con gli "Uomini Cane", un fenomeno sotterraneo che sfida ogni convenzione sociale e morale. Questi individui, che scelgono di vivere al di là delle norme umane, diventano lo specchio di una società che lotta per riconoscere la propria identità. Fabio Fiocchetti, enigmatico e seducente, si muove tra queste vite come un filo conduttore oscuro, le cui azioni sollevano domande inquietanti sull'essenza stessa dell'umanità. Mentre Marianna si addentra sempre più in questo mondo parallelo, i suoi incontri con padre Gabriele, un uomo di fede dal cuore tormentato, e Francesco Gambara, un insegnante alle prese con i propri demoni, tessono una riflessione profonda sul significato di appartenenza, amore e redenzione. Cave Canem è un romanzo che invita a esplorare gli abissi dell'anima umana, dove le maschere della civiltà cadono, rivelando le profonde crepe di un'esistenza in bilico tra desiderio di normalità e la chiamata selvaggia dell'istinto. Un viaggio emozionante che sfida il lettore a riflettere sul vero significato di umanità in un mondo dove gli uomini possono scegliere di vivere come cani, cercando libertà o forse fuga, in un'eterna lotta per trovare il proprio posto sotto il cielo.






“Cave Canem” è un romanzo che sfida le convenzioni, un labirinto di luci e ombre nel cuore di una Roma oscura, in cui l’autore, Michele Castrucci, ci guida attraverso un viaggio inquietante e al contempo affascinante. La trama si muove tra poliziotti, uomini di fede e individui in lotta con i propri demoni interiori, ma soprattutto tra i confini sfumati tra normalità e perversione, umanità e bestialità.

Il personaggio centrale, Marianna Calabrese, è una poliziotta determinata che si ritrova a indagare su un fenomeno preoccupante: gli “Uomini Cane”. Questi individui scelgono di vivere ai margini della società, sfidando le regole e creando un mondo sotterraneo fatto di abitudini sconvolgenti, che ci mette faccia a faccia con le parti più oscure della natura umana. Marianna, durante la sua indagine, è costretta a confrontarsi con questi estremi, scoprendo quanto sia fragile il confine tra ordine e caos.

La trama è ricca di colpi di scena, avvolta in un’atmosfera tesa e carica di ambiguità morale. Castrucci non ci offre un thriller convenzionale, in cui ci si aspetta una caccia all’assassino o una risoluzione brillante basata su prove concrete. Qui, l’azione è un pretesto per una riflessione più profonda sull’umanità e su cosa significa davvero essere liberi. Il mistero non sta tanto nel chi o nel come, ma nel perché – e nelle domande inquietanti che sorgono a mano a mano che ci addentriamo nella narrazione.

I personaggi sono l’altro grande punto di forza del libro. Nessuno di loro è eroe, nessuno emerge come figura completamente integra. Marianna, padre Gabriele e Francesco Gambara sono tutti segnati dalle loro fragilità, che Castrucci esplora con attenzione e senza giudizio. La loro vulnerabilità li rende umani, complessi, e profondamente autentici. Fabio Fiocchetti, enigmatico e magnetico, è una figura altrettanto sfuggente, quasi un simbolo di quel confine labile tra civiltà e bestialità. Tutti questi personaggi ci costringono a riflettere su cosa significhi davvero vivere una vita autentica, e fino a che punto possiamo spingerci prima di perdere noi stessi.

Lo stile di Castrucci è incisivo e crudo, quasi cinematografico nei suoi repentini cambi di scena. Questo approccio contribuisce a mantenere un ritmo serrato, immergendo il lettore in un susseguirsi di eventi tumultuosi che non danno tregua. La sua scrittura, pur diretta, ha un’eleganza distaccata che ci costringe a osservare da vicino quel “fango” che spesso evitiamo, la sporcizia morale che Castrucci ci invita a vedere e a comprendere. Non c’è spazio per prediche, né per eroi monolitici: i protagonisti si confrontano con dilemmi morali che lasciano il lettore disorientato, ma anche spinto a riflettere su questioni di libertà, potere e desiderio.

Un elemento particolarmente interessante è l’assenza di un vero e proprio protagonista dominante. Ognuno dei personaggi ha un proprio percorso, una propria crisi esistenziale da affrontare, e questo permette al lettore di scegliere chi seguire e con chi identificarsi. Nonostante ciò, tutti i personaggi hanno un ruolo centrale, nessuno sembra una semplice comparsa, e ciò dona profondità alla narrazione, permettendo una continua evoluzione della storia e dei temi trattati.


Cave Canem è una lettura che non lascia indifferenti, capace di far emergere emozioni e pensieri contrastanti. La sua forza sta nella capacità di sfidare il lettore, portandolo a riflettere su ciò che è giusto o sbagliato, su cosa significhi davvero la libertà e su quanto sottile sia la linea che ci separa dalla nostra stessa natura più selvaggia. Il tutto è avvolto in un’atmosfera avvolgente, a tratti disturbante, ma anche profondamente attraente.

Con alcune imperfezioni temporali e qualche passaggio che poteva essere ulteriormente raffinato, il romanzo si conferma comunque una lettura seducente, ideale per chi cerca qualcosa di più profondo e provocatorio. Un libro perfetto per un weekend immersi in riflessioni, mentre fuori piove e il mondo sembra lontano.

Castrucci ci offre un filo d’Arianna per orientarci in questo labirinto di domande. Sta a noi scegliere se seguirlo o perderci nelle sue ombre.








 









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