“L’usignolo e occhi di cielo”, tratto in parte da avvenimenti realmente accaduti a Roma e Napoli, è un omaggio a tutte le vittime della seconda guerra mondiale. Il libro racconta la storia della giovane Caterina, primogenita di cinque figli di un’ umile famiglia romana, che durante gli anni del fascismo, viene costretta ad abbandonare gli studi prematuramente per contribuire al sostentamento della sua famiglia. La ragazza ha un unico desiderio, quello di diventare suora, ma il convento, dove aveva inoltrato richiesta per prendere i voti, la rifiuta in quanto priva di una dote da donare all’istituto.
Caterina, dotata di una grande fede Cristiana, accetta la volontà dell’Istituto e continua a cantare nel coro di quest’ultimo, dove fa parte fin da bambina. Durante una celebrazione Eucaristica, la sua voce dolce, ma acuta come il cinguettio di un usignolo, viene notata da Alessandro, un giovane borghese, che non appena la vide, se ne innamora perdutamente. I due convoleranno presto a nozze e dal loro amore nasceranno due figlie Anna e Maria, ma la guerra divamperà presto in Italia mietendo vittime e Alessandro dovrà lasciare la sua sposa per partire per il fronte e raggiungere la Divisione Acqui a Cefalonia.
Questo libro ripercorre, attraverso la storia di Caterina, il dramma di una generazione posta di fronte all’incomprensibile follia della guerra e vuole ricordare Vittorio, morto durante il bombardamento a Roma del 19 luglio 1943, mentre, insieme alla sua fidanzata prestava servizio come volontario presso l'ospedale Umberto I.
Il libro, vuole inoltre ricordare Ornella giovane fanciulla la cui vita è stata spezzata prepaturamente a causa della ferocia nazista e Stella piccolo fiore volato in cielo troppo presto, di cui il corpo è stato dilaniato da una bomba, lasciando solo un misero ciuffo di capelli biondi. Ciuffo che ancora oggi la famiglia conserva in sua memoria.
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