In una Milano del futuro trasformata in attrazione turistica un uomo rischia più del dovuto pur di sopravvivere.
Milano è una città deserta, un’immensa attrazione per ricchi turisti. Un luogo in cui non esistono giovani e si è costretti a lavorare fino allo sfinimento per appagare la curiosità dei visitatori.
Una dittatura lavorativa a cui Giovanni si piega per sopravvivere e che lo porta a rischiare più di quello che il suo vecchio corpo può concedergli.
Attrazioni è un testo che, con freddo cinismo, guarda al futuro. Che estremizza il presente per interrogarsi su ciò che potrebbe accadere. È un racconto cinico, disperato, ma che non perde mai la forza di sperare in un cambiamento.
In un futuro forse non troppo lontano, Milano è diventata una sorta di grande parco giochi per turisti. Parte della pianura padana è di nuovo occupata dal mare e la città ha assunto in parte l’aspetto che ha oggi Venezia. Il Castello Sforzesco, il Duomo e anche lo Stadio Meazza sono diventate “Attrazioni” ai quali i turisti possono accedere solo tramite prenotazione on line e a pagamento. La sanità pubblica è concentrata in un unico ospedale detto “il Lazzaretto” per il resto è possibile solo contattare i medici virtualmente tramite cellulare o computer e prenotare una visita privata a domicilio, oppure rivolgersi alle cliniche private per turisti. In città non ci sono quasi più residenti e non ci sono giovani. L’elegante settantenne Sara gestisce un’agenzia di spettacolo che “recluta” attori per impersonare personaggi storici. Qua lavorano Valerio e Giovanni, ormai prossimo agli ottanta. Giovanni vorrebbe lasciare qualche giorno Milano per raggiungere l’amico Michele nell’entroterra del Levante Ligure, nell’immaginario borgo di Verolasco, mentre la riviera si è trasformata in una sequenza di fiordi alla norvegese. Ma Sara vorrebbe che interpretasse il personaggio di Leonardo da Vinci per un ricco turista…
Attrazioni è un lungo racconto che disegna un futuro che forse è già qui, visto che da almeno due anni si parla di trasformare la città di Venezia, o almeno il suo centro storico, in una sorta di parco giochi a pagamento per turisti, con l’introduzione appunto del biglietto d’ingresso e della prenotazione obbligatoria. E anche nel resto d’Italia si parla di numero chiuso, ingressi su prenotazione, costruzione di ponti tibetani “instagrammabili” per attrarre i turisti. Anche alla “visita virtuale” del medico siamo stati gradualmente abituati dal 2020, e oggi di quella stagione resta quasi ovunque l’obbligo di appuntamento per i medici di famiglia.
L’autore, ligure emigrato a Milano, racconta anche il disagio con la quale molti italiani che arrivano dalla provincia vivono la città dei “boschi verticali”. Il tema è molto interessante e attuale, e la scrittura è decisamente molto coinvolgente ed efficace. L’unico appunto può essere quello di personaggi non particolarmente delineati, con la parziale eccezione del protagonista Giovanni, ma forse è una scelta dell’autore che li voleva simili a comparse casuali.







Nessun commento:
Posta un commento