Emma è una ragazza disillusa dall’amore. Andrea, il suo ex, l’ha tradita e lei ora vuole solo vivere una vita tranquilla. Ethan è un affascinante ragazzo londinese, in vacanza in Italia, con un carattere schivo che difficilmente lascia trasparire i propri sentimenti. Per caso, i loro sguardi si incontrano in un bar, e da quel momento inizia un amore che è caratterizzato da un continuo cercarsi, lasciarsi e riprendersi. Troppi problemi sembrano minare il loro rapporto: la differenza sociale, la lontananza e, soprattutto, l’orgoglio che impedisce ai due innamorati di esternare i propri pensieri. Il destino ha riservato tanta felicità ma, per afferrarla, i ragazzi devono sopravvivere a un evento drammatico che sconvolgerà la loro unione. Una tragedia che li porterà a riflettere sulla vita e sul significato dei sentimenti. Cominceranno a vedere la luce grazie a un paio di occhi azzurri, che scatenerà in loro nuove, indefinite e inconsapevoli sensazioni, e li porterà a diventare quella famiglia da sempre desiderata.
Dopo non so quanto riesco a svoltare e a svincolarmi dal traffico e finalmente arrivo nei pressi di casa. Guardo a destra e a sinistra per trovare un posto dove parcheggiare, ma ovviamente non se ne vede neanche mezzo. Vago con la macchina per le vie del quartiere e non appena riesco a scovarne uno, un diluvio si riversa offuscando tutto quello che mi circonda. Frugo dentro la borsa per prendere le chiavi e cercare l’ombrello, però come al solito mi sono dimenticata di portarmelo dietro, di bene in meglio! Rassegnata, esco per raggiungere casa quando un’immagine mi si para davanti agli occhi, un piccolo scorcio di passato. Una pioggia torrenziale non lasciava tregua, sembrava che persino la natura si stesse ribellando alla mia decisione, ma non potevo fare altro. Sentii alle mie spalle una porta aprirsi e un tonfo, un odore di acqua di colonia mi colpì confondendomi, forse dovevo… no, le sue parole erano state chiare, non c’era altro da dire. Non potevo lottare contro due dolori, non ne sarei uscita. Il silenzio ci circondava opprimente. Chiusi gli occhi trattenendo le lacrime. E se provassi… il campanello suonò, rompendo l’atmosfera, poi il silenzio continuò ancora. Allora presi le valige e varcai la soglia per uscire. Una strana fitta al petto non mi permetteva di procedere, mi costrinsi a farlo. Mi accomodai sul taxi. Partii. Dopo un istante mi voltai, i contorni della casa stavano scomparendo, mischiandosi con tutto il resto. Ero consapevole che una parte di me rimaneva lì per sempre, ma dovevo andare. Non vedevo altre soluzioni. Sei tu che non volevi vedere le altre possibilità perché c’erano e se insisti ci sono ancora, borbotta la mia coscienza, riportandomi al presente. Ormai la decisione è stata presa. Ne sei proprio sicura? Basterebbe far partire quella telefonata. Non devo fare proprio niente, adesso smettila. Se avesse voluto che le cose fossero andate diversamente, avrebbe fatto qualcosa per rimediare. Non hai appena detto che il tempo curerà le ferite? Almeno sii più convinta. Sono stufa di ascoltare queste chiacchiere inutili, non ci sarà nulla che mi farà tornare indietro e non saranno le parole dette dalle altre persone a farmi cambiare idea! Non mi sembra che tu abbia mai ascoltato nessuno, continua lei, irritante.
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